(4 giugno 2020, ore 10,15) – Milano, 04 giu - Apertura debole per i listini europei nel giorno della Bce, chiamata a potenziare di altri 500 miliardi di euro il Pepp, il piano straordinario di acquisto di asset per dare liquidità e stabilità al sistema, oggi pari a 750 miliardi.
Dopo la lunga corsa delle ultime settimane, che ha portato Milano ai massimi dal 6 marzo, gli operatori si preparano a una giornata all'insegna della prudenza in attesa del verdetto (scontato già nelle ultime sedute) dell'Eurotower così come dei dati sui sussidi settimanali di disoccupazione Usa.
Francoforte e Milano al momento segnano rispettivamente -0,22% e -0,42%, poco sotto la parità Parigi -0,20%, invariata Londra.
A Piazza Affari focus sui titoli difensivi come le utility (a partire da Italgas +1,8%), Campari (+0,2%) e Azimut (+0,5%). Realizzi invece su Leonardo (-2%) e soprattutto su Atlantia, giù del 3,5% dopo che ieri sera il premier Conte ha nuovamente agitato lo spettro della revoca della concessione ad Aspi.
Si ferma anche il rally di Mediobanca (-2,5%) dopo il blitz di Del Vecchio a fronte di realizzi comunque su tutto il comparto finanziario compresa Generali (-1,5%). Giù anche Fca (-2%). Fuori dal listino principale apre in rosso (-4%) Fiera Milano dopo l'annuncio dell'addio dell'ad. In attesa della riunione dell'Opec+ sul prolungamento dei tagli alla produzione di greggio, calano il Wti a 36,5 dollari (-2%) e il Brent a 39,2 dollari (-1,5%). Sul mercato dei cambi, l'euro si conferma a quota 1,12 (da 1,123 di ieri in chiusura) e a 122,2 yen (invariato) mentre il rapporto dollaro/yen è a 109,09 (da 108,87).
Avvio in calo per lo spread BTp/Bund. Nelle prime battute il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark e il pari scadenza tedesco è indicato a 192 punti base, in lieve flessione dai 195 punti della chiusura di ieri. Stabile il rendimento del BTp decennale benchmark che si attesta in apertura all'1,59%, invariato rispetto ai valori della vigilia.
WALL STREET
Wall Street è reduce da un nuovo, convinto, guadagno: i listini Usa sono stati spinti da un indice Ism servizi superiore alle attese e dalle prospettive di una perdita di posti di lavoro inferiore alle attese. Secondo il rapporto Adp - in attesa dei numeri ufficiali di domani e delle richieste di disoccupazione di oggi - il settore privato ha perso 2,76 milioni di posti il mese scorso, contro attese superiori a 8 milioni.
Il Dow Jones ha chiuso a + 2,05%, mentre il Nasdaq si è accontentato del +0,78%.
ASIA
Chiusura in rialzo per la Borsa di Tokyo che ha toccato i massimi degli ultimi tre mesi, sfruttando il rally di Wall Street e l'ottimismo per l'allentamento del lockdown nel Paese asiatico.
A fine seduta l'indice Nikkei ha registrato un rialzo dello 0,36% a 22.695,47 punti. In salita anche il più ampio Indice Topix che ha terminato gli scambi a quota 1.603,83, ai massimi dallo scorso 26 febbraio.
Sul mercato dei cambi lo yen è indicato in leggero rafforzamento sul dollaro a 109,08 e sull'euro a 122,32.
Tutte positive le altre Piazze asiatiche. L’Hang Seng di Hong Kong +1,37%, Shanghai +0,07%, Seul +0,19%. In verde anche Sydney +0,78%.
EURO
L'euro è in lieve calo ma resta sopra 1,12 dollari, in attesa della riunione della Bce: la moneta europea passa di mano a 1,1215 dollari e 122,24 yen, dopo un top da da 4 mesi e mezzo di 1,22,62. Dollaro/yen avanza a 108,99.
COMMODITY
l prezzo del petrolio accresce le sue perdite. Sul circuito elettronico i future sul Light crude Wti arretra del 2,15% a 36,49 dollari e quelli sul Brent dell'1,66% a 39,13 dollari. Il calo è legato al timore che i maggiori produttori non fossero in grado di accordarsi per il timore che i maggiori produttori non siano in grado di accordarsi per estendere i tagli alla produzione che hanno fin qui supportato i recenti guadagni. Arabia Saudita e la Russia hanno deciso di estendere fino a luglio i 9,7 milioni di barili al giorno di tagli decisi nell'aprile scorso. Tuttavia non sono riusciti a concordare una riunione dell'Opec+ per discutere i tagli. Fonti Opec affermano che il mancato accordo sarebbe subordinato a quei Paesi che non hanno rispettato i loro obiettivi di riduzione produttiva. Il prezzo dell'oro, infine, oscilla attorno ai 1700 dollari sui mercati. Il metallo con consegna immediata passa di mano a 1699 dollari l'oncia (+0,02%).
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