Le borse europee chiudono la seduta in buon rialzo, con un rimbalzo dopo gli scivoloni degli ultimi giorni. I mercati non sembrano essersi preoccupati dal dato sull'inflazione negli Stati Uniti, rimasta stabile al 2,1% a gennaio, nonostante le previsioni indicassero un calo.
In buon recupero anche il petrolio, con il barile di Wti a 59,4 dollari e il Brent a 63,1 dollari, mentre l'euro continua a rafforzarsi sul dollaro, a 1,239.
Al termine delle contrattazioni Londra sale dello 0,64%, Francoforte dell'1,17% e Parigi dell'1,10%. A Milano, maglia rosa fra le europee, il Ftse Mib segna un progresso dell'1,81% a 22.433 punti.
Piazza Affari archivia, dunque, la seduta con un robusto recupero dell'indice principale. Il rialzo di Milano è stato alimentato dalle ricoperture tecniche dopo alcuni giorni di prese di profitto. Tra le banche, i migliori spunti per Bper +5,45% e Banco Bpm +4,06%. In spolvero anche i pesi massimi dello sportello tricolore, quali Unicredit +2,90% e Intesa Sp +0,97%. Fuori dai 40 big del listino milanese, in battuta Mps +5,01% reduce da pesanti ribassi. La spinta delle ricoperture si è sentita anche su alcuni titoli a maggiore contenuto difensivo, quali Leonardo +4,80% e Recordati +5,33%. Dal lato delle flessioni hanno pagato pegno Mediobanca -0,97%, Prysmian -0,57% e Banca Generali -0,30%.
Guardando al di fuori della Borsa italiana, a Parigi la peggiore è stata Credite Agricole (-2,83%), nonostante i conti positivi: nel quarto trimestre l'utile è salito del 37,4% a 922 milioni e nel 2017 del 35,5% a 6,536 miliardi. L'istituto ha anche proposto un dividendo di 0,63 euro per azione contro gli 0,60 del 2016. Molto bene invece Kering (+5,37%), che recupera terreno dopo i ribassi di ieri, con gli investitori che si concentrano ora sugli aspetti positivi dei conti pubblicati ieri. Positiva anche Vivendi (+1,91%), alla vigilia dei risultati di bilancio e del Cda.
A Zurigo chiusura positiva per Credit Suisse (+3,68%), che ha fortemente ridotto la perdita netta nel 2017 a 983 milioni di franchi svizzeri (851 milioni di euro), malgrado gli effetti della riforma fiscale americana. L'anno precedente la banca aveva accusato una perdita di 2,7 miliardi di franchi svizzeri.
CRIPTOVALUTE
Bitcoin è tornato sopra i 9.000 $ (+9%), Su Coinbase, la criptovaluta sale del 9% a 9.300 dollari. Il rally è reso possibile dalla Corea del Sud, dove il governo ha fatto una sorta di marcia indietro. Seul consentirà agli exchange di valute digitali di continuare a operare nella nazione. In un video pubblicato sul sito della presidenza, il ministro per il coordinamento delle politiche governative Hong Nam-ki ha detto che il Paese si concentrerà sulla trasparenza piuttosto che sulla messa al bando degli exchange di criptovalute, ipotesi ventilata a dicembre. I commenti di Hong rappresentano la risposta formale a una petizione contraria alla messa al bando delle piattaforme di criptovalute. “Al momento, il governo da' priorità alla trasparenza delle transazioni di valute virtuali nell'ambito delle leggi attuali”, che per altro dal mese in corso impediscono account anonimi di traiding.
E dopo il dietrofront della Corea del Sud importante dichiarazione anche da parte della Banca Centrale del Giappone. “Le criptovalutenon costituiscono una minaccia immediata per le valute a corso forzoso come lo yen, e al momento restano perlopiù vincolate alla funzione di asse speculativo, più che di mezzo di pagamento”, ha dichiarato ieri il governatore della Banca del Giappone (BoJ). Nel corso di un intervento di fronte alla Dieta Haruhiko Kuroda ha anche assicurato l'attenzione dedicata dai regolatori nazionali agli sviluppi nel settore delle criptovalute per evitare l'erosione della fiducia pubblica nella sicurezza dei sistemi di scambio e accordo economico emessi dalla Boj. “Le criptovalute non sono valute a corso forzoso e non dispongono di asset a sostegno del loro valore nominale”, ha detto Kuroda durante la sua audizione parlamentare. “Alcuni affermano che la definizione più corretta sarebbe quella di cripto-asset, più che quella di criptovalute".
Kuroda, insomma, ha voluto così sminuire l'esigenza di una iniziativa concordata a livello globale per la regolamentazione del mercato delle criptovalute, una questione che dovrebbe essere discussa il prossimo marzo dai leader del G20.
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