Borsa italiana balza con calo rendimenti e spread, bancari in accelerazione.
Il FTSE MIB segna +1,87%, il FTSE Italia All-Share +1,73%, il FTSE Italia Mid Cap +0,94%, il FTSE Italia STAR +0,53%.
Rendimenti e spread dei titoli di stato italiani in netto ribasso dopo le dichiarazioni del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, nel fine settimana: la manovra sarà equilibrata dato che non tutto quanto è inserito nel programma di governo si può fare subito.
Tria ha anche affermato che sta discutendo da giugno con le autorità europee sulla base di obiettivi quali l'aumento del tasso di crescita (per chiudere il gap tra Italia e la media europea) e la discesa del rapporto debito-PIL.
Il ministro dell’Economia ha anche smentito dichiarazioni a lui attribuite in merito ad assicurazioni sul rispetto dei vincoli e allo scarsa importanza da attribuire ai vicepremier Di Maio e Salvini.
Il rendimento del BTP decennale si attesta al 2,76%, -12 bp rispetto alla chiusura di venerdì, lo spread cede 13 bp a 235.
Gli acquisti sui BTP mettono di buon umore anche i bancari italiani: l'indice FTSE Italia Banche segna +3%, contro il +0,6% dell'Euro Stoxx Banks. A Milano brillano Mediobanca (+4,3%), Banco BPM (+4,6%), BPER Banca (+4,3%), UniCredit (+3,4%), UBI Banca (+3,5%).
Borse europee incerte
Mercati azionari europei incerti: FTSE 100 invariato, DAX invariato, CAC 40 +0,13%, IBEX 35 +0,69%.
Tokyo in verde, Shanghai in rosso
Mercato azionario giapponese positivo, stamattina l'indice Nikkei 225 ha chiuso a +0,30%. Borse cinesi in ribasso: l'indice Shanghai e Shenzhen fa ha terminato a -1,33%, l'Hang Seng di Hong Kong -0,04%, il Kospi di Seul +0,31%.
La Borsa Usa ha chiuso l’ottava col segno meno
La Borsa di New York ha chiuso l'ultima seduta della settimana in calo dopo la minaccia di dazi su altri 267 miliardi di dollari di prodotti cinesi da parte del presidente Usa Donald Trump. Il Dow Jones ha perso lo 0,31%, l'S&P 500 lo 0,22% e il Nasdaq Composite lo 0,25%.
Forex
In apertura di settimana il dollaro torna a guadagnare terreno sulla maggioranza delle controparti valutarie, trovando sostegno nel nuovo possibile inasprirsi delle tensioni commerciali tra Usa e Cina dopo il dato sull'avanzo commerciale di luglio.
Della risalita del biglietto verde risentono in primo luogo le valute degli emergenti e quelle più sensibili al ciclo cinese, con il dollaro australiano al nuovo minimo da due anni e mezzo sulla controparte Usa.
Positiva la reazione della corona svedese, dopo il voto di ieri che pure lascia un parlamento privo di maggioranza in un testa a testa tra centro-sinistra e centro-destra che segna una marcata risalita della destra radicale dei Democratici Svedesi, che sfiorano il 20%.
Ad ogni modo, il dollaro scende contro le altre valute questo lunedì, le tensioni commerciali fanno passare in secondo piano le aspettative di un aumento dei tassi della Federal Reserve a settembre.
Il dollaro sale contro lo yen, tradizionale valuta rifugio, con la coppia Usd/Jpy su dello 0,06% a 111,09. Nei periodi di incertezza, gli investitori tendono a investire sullo yen giapponese, considerato una valuta rifugio quando c’è bassa propensione al rischio.
Il dollaro debole spinge l’euro e la sterlina.
Il cambio Eur/Usd va su dello 0,18% a 1,1573 e la coppia Gbp/Usd sale dello 0,23% a 1,2945.
Il dollaro australiano va giù, con la coppia Aud/Usd che sale dello 0,28% a 0,7125, mentre il cambio Nzd/Usd è in calo dello 0,02% a 0,6531.
La corona svedese è in salita sulla scia delle elezioni che ieri hanno mostrato un supporto minore del previsto per il partito nazionalista dei Democratici svedesi, malgrado il Parlamento sospeso. Il cambio Usd/Sek scende dello 0,13% a 9,0464.
Materie prime
l greggio è in rialzo oggi, sullo stallo delle perforazioni Usa e con gli investitori che già prezzano il calo delle forniture per quando saranno in vigore da novembre le sanzioni degli Stati Uniti contro l'Iran.
Intorno alle 12,15 italiane, il contratto sul Brent sale di oltre un dollaro a 77,85. Il greggio leggero Usa Wti guadagna 70 cent a quota 68,45.
l prezzo dell’oro è letto invariato, al momento, tra le aspettative di un aumento dei tassi della Federal Reserve e le tensioni per lo scontro commerciale che pesano sul sentimento degli investitori. Sul Comex, i future dell’oro con consegna a dicembre scendono dello 0,08% a 1.199,40 dollari l’oncia troy.
I dati macroeconomici in calendario oggi e le principali news
Lunedì 10 Settembre 2018
Cina: crescita dell'export frenata al 9,8% annuo in agosto
Secondo i dati diffusi sabato dalla General Administration of Customs (l’autorità delle dogane di Pechino), in agosto l’export dalla Cina, calcolato in dollari, è salito del 9,8% annuo, in rallentamento rispetto al 12,2% di luglio (11,2% in giugno) e sotto al 10,1% atteso dagli economisti. L’import è invece cresciuto del 20,0% annuo, in frenata rispetto all'incremento precedente del 27,3% (14,1% in giugno) ma in questo caso sopra al 17,7% del consensus di Bloomberg.
Giappone: crescita Pil sui massimi dal secondo trimestre 2016
Secondo quanto comunicato dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, il Pil del Giappone è cresciuto del 3,0% annuo nel secondo trimestre, dopo il declino dello 0,6% dei primi tre mesi dell'anno (e contro il progresso dello 0,6% del quarto trimestre 2017), prima contrazione dalla fine del 2015. La lettura è stata migliorata rispetto all'1,9% di quella preliminare e si attesta sui massimi dal 4,0% del secondo trimestre 2016. Alzata anche la crescita su base sequenziale dallo 0,5% allo 0,7% (0,2% il calo del primo trimestre).
Giappone: in agosto prestiti erogati crescono del 2,2% annuo
La Bank of Japan ha comunicato che in agosto i prestiti erogati dagli istituti di credito del Sol Levante sono cresciuti del 2,2% annuo (a quota 526.912 miliardi di yen, pari a circa 4.112 miliardi di euro al cambio attuale), contro il progresso del 2,0% stimato dagli economisti per una lettura invariata rispetto a luglio (2,2% era stato l'incremento registrato anche in giugno). Escludendo i trust la crescita dei prestiti è stata parimenti del 2,2% annuo contro il 2,0% precedente (2,1% in giugno).
Giappone: spesa delle aziende salita del 3,1% sequenziale
Secondo quanto comunicato dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, le spese in conto capitale delle imprese del Giappone hanno registrato un balzo del 3,1% sequenziale nel secondo trimestre. Il dato, rivisto al rialzo dall'1,3% della lettura preliminare, si confronta con l'incremento dello 0,3% del primo trimestre (0,6% nell'ultimo periodo dello scorso esercizio) e quello del 2,8% atteso dagli economisti. A inizio mese il ministero delle Finanze nipponico aveva invece indicato un balzo del 12,8% su base annua nel secondo trimestre, sui massimi dal 2006.
La cinese Hna pronta a uscire dal capitale di Deutsche Bank
Secondo quanto riportato venerdì dal Wall Street Journal, Hna Group sarebbe pronta a uscire del tutto dal capitale di Deutsche Bank. Nel corso del 2018 la conglomerata cinese (attiva in settori che vanno dalle costruzioni, allo shipping, al trasporto aereo) ha gradualmente ridotto la partecipazione nel colosso bancario tedesco, salita a quasi il 10% nel 2017, portandola al 7,9% in aprile. Secondo quanto riportato dal quotidiano newyorkese la vendita della quota restante dovrebbe essere realizzata nel corso di 18 mesi. Deutsche Bank aveva chiuso in declino dell'1,45% venerdì a Francoforte, contro il guadagno limitato allo 0,04% del Dax.
Per Kaplan (Fed) cambio di passo su tassi non prima del 2019
Secondo Robert Kaplan, president della Federal Reserve Bank (Fed) di Dallas, i tassi d'interesse Usa possono salire fino al 2,50%-2,75% (livello in precedenza da lui indicato come "neutro"), prima che si interrompa la spinta sull'economia. Kaplan, interrogato su quale fosse il passo successivo, ha dichiarato venerdì che è troppo presto per dirlo. "È un giudizio che non sono ancora pronto a dare e che non mi è richiesto, perché non sarà fino alla metà del prossimo anno che ci si avvicinerà a un range neutro e farò in modo di rivedere le mie opinioni su quale sia l'outlook per l'economia", ha concluso.
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