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Immagine del redattoreAntonio Arricale

PER CHIAREZZA: GLORIA ALL’UCRAINA

Le guerre moderne si combattono sull’etere prima ancora che sui campi di battaglia, dove la propaganda – soprattutto dei regimi – trova terreno fertile di trasmissione (e, dunque, schiere di accoliti) in quelle che ormai tutti chiamiamo “fake”; e nella condivisione acritica delle stesse da parte dei cosiddetti leoni da tastiera. Talvolta, anzi, anche di chi media le notizie (i giornalisti, soprattutto quelli televisivi) con il tesserino di professionista. Insomma, di gente – come argutamente annotava Umberto Eco – che al bar sarebbe stata zittita in un nonnulla, ma che su internet, ammantandosi da esperto e tuttologo, pretende di avere voce in qualsiasi discussione e su qualsiasi argomento. Anche in materia di storia e, in particolare, di questa sporca guerra della Russia contro l’Ucraina.

Il tutto per dire, insomma, che – mossa dalla macchina della propaganda e rilanciata, appunto, da questi valorosi storici della porta affianco – su facebook e più in generale su internet sta circolando un post sotto la voce “Per chiarezza” che ha la pretesa di precisare – facendolo con una certa nostalgia politica di antica e superata appartenenza – in maniera definitiva ed inequivocabile gli accadimenti politici degli trent’anni della storia ucraina.

Storia che – sommessamente, da giornalista non esperto – mi permetto allora di riproporre sinteticamente in questi termini.

Il popolo ucraino ha conquistato l’indipendenza nel 1991 con la dissoluzione dell’Unione sovietica. Nel 2000 con l’avvento di Putin la presenza russa, però, è tornata a farsi sentire in maniera forte e opprimente. Per l’Ucraina consegue instabilità politica, conflitti e torbidi che raggiungono l’apice durante la presidenza Yanukovic, un corrotto miliardario filorusso che ingannò il suo paese illudendolo di negoziare un trattato con l’Unione Europea. E, infatti, al richiamo di Putin, Yanukovic ruppe il negoziato con l’Europa nella quale gli ucraini riponevano le loro speranze di un futuro di libertà e dignità.

Nel 2014 in piazza Maidan, a Kiev, migliaia di ucraini, che protestavano ormai da più di tre mesi, occupando la piazza, reclamarono le dimissioni di Yanukovic e l’adesione all’Unione Europea.

E fu una lotta non facile – come ricordano le teche di televisioni e giornali di tutto il mondo – perché gli ucraini insorti – indipendentemente dalle fedi religiose e politiche – dovettero resistere alle cariche della polizia, delle forze speciali e dei mercenari filo-russi (si contarono più di duecento morti e mille e ottocento feriti, per la cronaca) testimoniando una voglia smisurata di libertà e di Europa. L’episodio è passato alla storia come Rivoluzione ucraina del 2014.

Inutile aggiungere che il coraggio degli insorti di piazza Maidan pagò, sicché l’opposizione parlamentare per un momento si unì e Yanukovic fu costretto a fuggire a Mosca, ovviamente con le valige piene di miliardi.

Ma la reazione di Putin fu rabbiosa: la Crimea fu annessa alla Federazione russa con un colpo di mano militare velato da un referendum organizzato da un occupante straniero. Subito dopo cominciò l’assedio russo a due città della regione orientale del Donbass, Donetsk e Lughanks, che poi si dichiararono repubbliche indipendenti, sotto la presidenza di due fedeli di Putin. Indipendenza che durò – come si sa - lo spazio di un mattino. Infatti, le due neonate repubblichette furono subito riconosciute dal Parlamento russo e prontamente annesse alla Federazione Russa.

Sono questi gli antefatti – ridotti all’essenziale – della odierna invasione russa dell’Ucraina.

Le analisi geo-politiche, infine, le lascio ai commentatori di politica internazionale, agli economisti, agli strateghi. Insomma, agli esperti veri. Io mi astengo. Consiglio qualche mio amico di fare altrettanto.

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Piazza Maidan a Kiev all'epoca della Rivoluzione del 2014

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