Occhi puntati sulla Fed, mentre prosegue il dibattito sulle cryptovalute, il Bitcoin ha raggiunto $17.000 prima di un moderato ritracciamento (come abbiamo già scritto ieri).
Intanto, La RBA ha mantenuto i tassi invariati nonostante dati economici contrastanti. Per gli analisti AUD/USD potrebbe continuare a scendere, dato il sempre maggiore spread tra i rendimenti dei due paesi.
La Federal Reserve questa settimana terrà l’ultima riunione dell’anno. Tutti gli analisti concordano sull’innalzamento dei tassi di 25 punti base, a maggior ragione dopo gli ultimi Payrolls (228k e salari a +2.5&) e ancor più con i futures che indicano il 98% di probabilità di un rialzo. Anzi, il mercato ha probabilmente già scontato la decisione. Da metà novembre, infatti, il LIBOR a 3 mesi è salito dell’1,44%, un aumento di 20 punti base. Insomma, i mercati si stanno già focalizzando sulle proiezioni della politica monetaria del 2018.
Da ricordare che, sulla base dell’ultima previsione diffusa a settembre, i membri della Fed prevedono tre rialzi del tasso per il prossimo anno. Una revisione al ribasso invierebbe un messaggio molto docile agli investitori, che si tradurrebbe in un’ondata di vendite sull’USD. Negli ultimi mesi, i membri della Fed hanno evitato sistematicamente di assumere posizioni forti sulle prospettive di politica monetaria. E secondo gli analisti questo comportamento non cambierà.
La scorsa settimana l’EUR/USD ha ceduto più dell’1%, con l’USD che si è rafforzato in modo diffuso. La moneta unica ha aperto la settimana con maggiore solidità e l’EUR/USD sta risalendo verso 1,18.
E sempre in tema di banche centrali, ci sarà anche l’ultima riunione dell’anno della BCE. Non ci si aspetta granché da questo incontro, che sarà probabilmente un non-evento. L’attenzione sarà puntata sulla conferenza stampa di Draghi, che seguirà la decisione sul tasso, e sulle proiezioni aggiornate circa l’inflazione. Quasi sicuramente Draghi manterrà i suoi toni neutrali per evitare un rafforzamento dell’euro.
Ma si parla, ormai, insistentemente anche di Bitcoin. La criptovaluta potrebbe ulteriormente apprezzarsi dopo l'annuncio dei futures. Il CME Group (Chicago Mercantile Exchange) ha infatti annunciato la data di lancio. I contratti futures saranno disponibili dal 18 Dicembre 2017. Ma il CBOE offre i futures già da ieri 10 Dicembre.
Tra gli analisti la domanda che più ci si pone, ora, è se gli investitori sono intenzionati a vendere Bitcoin? Quasi unanime la risposta.
“Il Bitcoin è il punto di accesso per il mondo delle criptovalute (molti alt-coin sono quotati contro BTC)” spiega Yann Quelenn capo analisti di Swissquote. “Chi vuole investire in cryptovalute, deve avere Bitcoin, oppure ETH. I futures quindi verranno usati principalmente per speculazione e operatività durante le fasi ribassiste. Secondo alcuni, potrebbe diminuire la liquidità perché i futures rappresentano uno strumento liquido per passare con rapidità da long a short.
Tuttavia, data la illiquidità del sottostante, credo che la volatilità sia destinata addirittura ad aumentare, soprattutto durante le fasi di rally e correzione.
“Per il Bitcoin – fa notare sempre Yann Quelenn – ci sono sempre nuovi sviluppi in corso. Oltre al Lightning Network che mira alla scalabilit", recentemente si è parlato molto di Rootstock (RSK). Il 4 Dicembre, RSK ha lanciato una nuova versione. RSK utilizzerà una macchina virtuale, proprio come Ethereum. Obiettivo di Rootstock è un tempo di 20 secondi per ogni blocco. Ciò potrebbe aumentare il numero di transazioni a 300 al secondo, molto più rispetto all’attuale Bitcoin. Il mercato non ha reagito eccessivamente dopo l’annuncio, e ciò indica che gli investitori attendono una più ampia diffusione”.
Comments