Per la Borsa di Tokyo nuovo picco da 26 anni: il Nikkei ha chiuso a +0.89%, in un contesto di piazze finanziarie molto favorevoli, a cominciare da Wall Street, dove ieri il Dow Jones per la prima volta ha superato quota 25.000 punti.
Il Nikkei, che raccoglie i 225 principali titoli del mercato nipponico e che giovedì nel primo giorno di contrattazioni del Nuovo Anno aveva toccato il suo miglior risultato dal gennaio 1992, ha guadagnato un altro 0,89%, ovvero 208,20 punti, chiudendo a 23.714,53. Bene anche l'altro indice di riferimento, il Topix, aumentato dello 0,89 percento, ovvero 16,52 punti, a 1.880,34.
In genere, le Borse asiatiche hanno chiuso in rialzo: Hong Kong è avanzata dello 0,2%, chiudendo in positivo per la nona sessione consecutiva; Shanghai è cresciuta dello 0,18%.
In rialzo anche le borse europee. A Piazza Affari a Milano il Ftse Mib segna +0.87%, il Dax di Francoforte +1.72%, il Cac40 di Parigi +0.84%, l’Ibex di Madrid +0.51%, solo il Ftse100 di Londra sosta sulla parità.
Sul fronte delle commodities da segnalare il calo del petrolio dopo i recenti picchi che lo hanno portato al top da 3 anni. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti hanno ceduto 18 cent a 61,83 dollari e quelli sul Brent sono arretrati di 19 cent a 67,88 dollari.
Sul mercato valutario, invece, da registrare un leggero arretramento dell’euro, che con il biglietto verde scambia comunque ancora sopra il livello di 1,20 dollari.
Ma attenzione, la copia Eur/Usd a maggior ragione oggi deve essere ben monitorata dai traders. Alle 14,30 (ora italiana) infatti è prevista la pubblicazione dei dati Non farm payroll, vale a dire, la creazioni di posti di lavoro negli Usa ad esclusione di quelli agricoli ed il tasso di disoccupazione.
In genere, il venerdì è preferibile chiudere le posizioni, e dovrebbe essere particolarmente oggi, dal momento che allo specifico dato si accompagna una forte volatilità. Insomma, i traders non tecnicamente attrezzati faranno bene a tenersi lontano da questo appuntamento, anche se mi rendo conto che la tentazione di cavalcare il potenziale movimento è assai ghiotta.
C’è infine anche un’altra notizia che va monitorata e riguarda, più in generale, i movimenti di borsa relativi ai marchi costruttori di processori: Intel, Arm e Amd. Sapere che una falla di sicurezza mette virtualmente a rischio tutti i computer e i dispositivi mobili non fa dormire sonni tranquilli. Alphabet e Amd alla Borsa di New York dopo la diffusine della notizia hanno registrato alterne vicende. Intel ha lasciato sul campo il 4,5% mentre Amd è salita del 5% e Alphabet, la holding di Google, ha guadagnato l'1%.
Intel in una nota ha minimizzato i rischi per gli utenti: la vulnerabilità "non ha il potenziale di corrompere, modificare o eliminare dati". Fa però discutere il caso del suo Ceo, Brian Krzanich, che nel novembre scorso ha venduto azioni di Intel per 24 milioni di dollari. All'epoca era a conoscenza della falla, ma la società nega che ci siano correlazioni.
Raoul Chiesa, esperto di cyber security, membro del Consiglio Direttivo dell'AIIC, l'Associazione Italiana Esperti Infrastrutture Critiche, ha spiegato all'ANSA che “la vulnerabilità è probabilmente la più grave di questi ultimi anni. Prevedo un impatto superiore a quanto affermano le cronache internazionali e le aziende coinvolte. I rischi – ha aggiunto – non riguardano solo password, foto, pc e smartphone ma anche l'Internet delle cose, le smart tv, le auto di nuova generazione tra cui nuovi modelli di Bmw, Audi, Chrysler, Ford, Honda, Mazda, Opel e il settore gaming".
I DATI MACRO ATTESI OGGI
14:30 USD Tasso di disoccupazione (Dic)
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