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Immagine del redattoreAntonio Arricale

Mattinale DOLLARO DEBOLE, E’ GUERRA SUI TASSI DI CAMBIO

A Milano il FTSE MIB segna +0,24%, così l'indice Stoxx Europe 600 che guadagna lo 0,1%. Positive anche le altre borse europee: il Dax30 di Francoforte lo 0,05%, il Cac40 di Parigi lo 0,4% e il Ftse100 di Londra lo 0,2%.

Future sugli indici azionari americani in verde: S&P 500 +0,17%, Dow Jones Industrial +0,13%, Nasdaq 100 +0,33%. Le chiusure dei principali indici USA nella seduta precedente: S&P 500 +0,06%, Nasdaq Composite -0,05%, Dow Jones Industrial +0,54% nuovo massimo storico. Per l'indice delle blue chip si tratta della chiusura più alta di sempre.

Mercato azionario giapponese in lieve ribasso, il Nikkei 225 chiude a -0,16%.

Borse cinesi positive: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +0,37%, l'Hang Seng di Hong Kong a +1,53%.

Ieri ha parlato Mario Draghi. La Bce ha confermato i tassi di riferimento. Di più, secondo quanto indicato nel comunicato, il Consiglio direttivo si attende che i tassi di interesse di riferimento “si mantengano su livelli pari a quelli attuali per un prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività”.

Dal primo meeting dell’anno gli operatori europei si aspettavano magari segnali capaci di allentare un po’ la corsa dell’euro contro il dollaro. Ma così non è stato. La moneta unica è arrivata a quotare 1,25327 con un balzo di oltre 150 pips. Al momento è comunque in fase di ritracciamento e quota 1,2450. E’ evidente che in corso è una guerra di cambi. Lo stesso Mario Draghi non ha esitato a criticare gli Usa: “Mandano messaggi per indebolire il dollaro”, ha detto.

La risposta di Donal Trump per buttare acqua sul fuoco non si è fatta attendere. “Il dollaro diventerà sempre più forte e alla fine voglio vedere un dollaro forte”, ha dichiarato il presidente Usa alla Cnbc a margine del World Economic Forum di Davos. Resta il fatto che in precedenza i riflettori erano stati per lo U.S. Secretary of the Treasury (il ministro del Tesoro di Washington) Steven Mnuchin che sempre da Davos aveva sottolineato quanto la debolezza del biglietto verde fosse positiva per gli Stati Uniti.

USA, CROLLA IL MERCATO DELLE NUOVE ABITAZIONI (-9,3%)

Ad ogni modo, da registrare alcune news sul fronte macroeconomico. In Usa, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 19 gennaio si sono attestate a 233 mila unità, inferiori alle attese (236 mila) ma superiori al dato della settimana precedente (216 mila). Il numero totale di persone che richiede l'indennità di disoccupazione si attesta a 1,937 milioni, inferiore a 1,965 milioni della rilevazione precedente. Le vendite di nuove abitazioni sono crollate del 9,3% a dicembre rispetto al mese precedente, attestandosi a 625 mila unità (consensus 676 mila), in calo rispetto alle 689 mila unità della rilevazione precedente (rivista da 733 mila unità). Le attese erano per un decremento mensile del 7,9%.

RUSSIA, MOODY'S MIGLIORA L'OUTLOOK DA STABILE A POSITIVO

Moody's Investors Service ha migliorato da stabile a positivo l'outlook sul debito sovrano della Russia, confermando il giudizio Ba1 che, secondo l'agenzia di rating, equilibra adeguatamente la solidità fiscale di Mosca, le prospettive economiche leggermente migliorate e un efficace processo decisionale con la combinazione delle sfide economiche a lungo termine.

GIAPPONE, DAI VERBALI DELLA BOJ CONFERME A MODERATA RIPRESA

Secondo quanto emerge dai verbali del meeting della Bank of Japan (BoJ) di 20 e 21 dicembre, l'economia del Sol Levante prosegue nella sua moderata ripresa. La maggioranza dei membri del board della BoJ ha convenuto che sia appropriato mantenere l'attuale allentamento monetario "potente" con l'inflazione lontana dal 2% (obiettivo dell'istituto centrale nipponico). Un rappresentante del board ha però sottolineato come il danno derivante da un allentamento monetario prolungato sui profitti delle banche commerciali si sia "accumulato", il che significa che la BoJ dovrebbe esaminare attentamente effetti favorevoli e avversi della sua politica. "Un membro, pur notando che non vi è alcun marcato surriscaldamento del mercato in questa fase, ha affermato che gli effetti e gli effetti collaterali degli acquisti di asset a rischio (Etf compresi) da parte della BoJ dovrebbero essere esaminati da ogni angolazione", si legge nei verbali, che non nominano i singoli componenti del board, ma è evidente che la voce di dissenso corrisponda a quella di Goushi Kataoka, unico dei nove membri ad avere votato contro il mantenimento delle attuali politiche anche nei precedenti meeting.

CINA, PROFITTI INDUSTRIALI CRESCIUTI DEL 21,0% NEL 2017

In Cina i profitti del settore industriale, secondo i dati diffusi dall’Ufficio nazionale di statistica, sono cresciuti del 10,8% annuo in novembre, in ulteriore rallentamento rispetto al progresso del 14,9% di novembre (e al balzo del 25,1% in ottobre). Nell'intero 2017 la crescita è invece stata del 21,0% annuo contro il 21,9% dei primi undici mesi dell'anno e l'8,5% del 2016.

I DATI MACROECONOMICI ATTESI OGGI

Venerdì 26 Gennaio 2018

00:30 GIA Inflazione dic;

00:50 GIA Verbali BoJ;

08:45 FRA Indice fiducia imprese gen;

08:45 FRA Indice fiducia consumatori gen;

10:00 EUR M3 dest. dic;

10:30 GB PIL trim4 2017 (1a stima);

14:30 USA PIL trim4 2017 (1a stima);

14:30 USA Ordini beni durevoli preliminari dic.

CRIPTOVALUTE

Novità in arrivo sul fronte delle criptovalute, in particolare dalla Russia. Stando a quanto riportato nelle ultime ore dalle agenzie, il Cremlino sarebbe pronto alla regolamentazione del Bitcoin e dell’intero universo delle criptovalute. Queste ultime, peraltro, sono state oggetto di giudizio da parte della Weiss, che ieri ha attribuiti i primi rating della storia. Anzi, secondo voci raccolte in seno al governo, la Russia ha già progettato un disegno di legge per la regolamentazione delle valute virtuali. E la notizia, evidentemente, almeno per il momento, non sembra entusiasmare molto i trader, come si evince dal prezzo del Bitcoin e delle altre maggiori criptovalute in circolazione, che ieri hanno ceduto in pratica quel po’ di terreno appena recuperato rispetto al giorno prima. La flessione delle maggiori criptovalute, infatti, è tra il 5 e il 10% nei migliori dei casi. Il Bitcoin, in particolare, è di nuovo sotto gli 11 mila dollari (al momento è a 10.575 con una variazione negativa del 7,6%).



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