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Immagine del redattoreAntonio Arricale

Mattinale. BORSE IN ROSSO, L’EUROPA NON SEGUE WALL STREET

Le Borse europee non hanno seguito la scia di Wall Street e, nonostante la chiusura positiva dei mercati americani, navigano in terreno negativo e mostrano segni di nervosismo in attesa del dato sull'inflazione statunitense atteso per domani.

La peggiore è Milano, che cede lo 0,7%, seguita da Madrid (-0,6%), Francoforte (-0,5%), Parigi (-0,4%) e Londra (-0,1%). A trascinare in basso le Borse del Vecchio Continente è soprattutto il comparto delle telecomunicazioni, in calo dello 0,5%. I titoli peggiori sono quelli della società telefonica tedesca O2D e della britannica Bt, che cedono lo 0,85%

I mercati azionari di Hong Kong, Shanghai e Shenzhen hanno chiuso in rialzo a seguito della ripresa della vigilia sui mercati europei e americani. A Hong Kong l'indice Hang Seng ha guadagnato l'1,29% (379,90 punti) a 29,839,53 punti. Nella Cina continentale, lo Shanghai Composite Index ha guadagnato lo 0,98% (30,83 punti) a 3,184,96 punti e lo Shenzhen Composite ha guadagnato lo 0,41% (7,1 punti) a 1.730,83 punti.

Dunque, come si diceva, ieri gli indici a Wall Street hanno chiuso la seduta in rialzo continuando il rally di venerdì, quando avevano archiviato la peggiore settimana dal gennaio del 2016. Per il Dow Jones Industrial Average è stata la migliore due giorni in punti percentuali dall'agosto 2015; per l'S&P 500 è stata la migliore dal giugno 2016.

L'indice delle 30 blue chip si trova il 7,5% al di sotto del record intraday raggiunto il 26 gennaio scorso. Il listino benchmark ha guadagnato quasi il 5% dai minimi visti venerdì scorso. Mentre il più grande hedge fund al mondo, Bridgewater, avverte che le turbolenze non sono finite e che i rischi di recessione stanno aumentando, il mercato si prepara all'indice dei prezzi al consumo Usa, in arrivo mercoledì. Da esso dipenderanno le attese sull'andamento dell'inflazione e di conseguenza del passo con cui la Fed alzerà i tassi nel 2018.

I guadagni nell'azionario Usa, in linea alle piazze mondiali, ci sono stati nel giorno in cui l'amministrazione Trump ha presentato un piano infrastrutturale da 1.500 miliardi di dollari, di cui solo 200 miliardi arriveranno dal governo federale. Il piano fa parte del budget da 4.400 miliardi di dollari per l'anno fiscale 2019 con cui in pratica Trump ha abbandonato la promessa di cancellare il deficit entro un decennio.

Arrivato a guadagnare fino a un massimo di 574 punti e un minimo di 99, il Dow ne ha guadagnati 410,37, 1,70%, a quota 24.601,27. A fare da traino sono stati Boeing (+3,44%) e Apple (+4,18%). L'S&P 500 è salito di 36,45 punti, l'1,39% a quota 2.656. Il Nasdaq ha chiuso con un rialzo di 107,47 punti, l'1,56%, a quota 6.981,96 punti.

PETROLIO

Il contratto marzo del petrolio al Nymex ha aggiunto lo 0,15% a 59,29 dollari al barile; la scorsa, era stata la settimana peggiore dal novembre 2016 (-9,5%).

TRESURY

Nel reddito fisso, i Treasury hanno nuovamente perso quota mentre l'azionario correva. Il decennale ha chiuso con rendimenti - che si muovono inversamente ai prezzi - al 2,857% dal 2,829% di venerdì scorso; sono stati raggiunti i massimi del 22 gennaio 2014. Recentemente i titoli di stato Usa sono stati oggetto di forti vendite per via di timori di una ripresa dell'inflazione, che ne erode il valore. Quella ripresa potrebbe per altro portare la Fed ad alzare i tassi più rapidamente del previsto. Anche in questo caso, si attende il dato sull'indice dei prezzi al consumo. Se crescerà più del previsto, potrebbe scattare un sell-off nell'azionario e nell'obbligazionario. Sul fronte valutario, il dollaro ha perso quota.

VALUTE

Un euro veniva scambiato per 1,2282 dollari, in rialzo da 1,2252 della seduta precedente. Una sterlina è arrivata a comprare 1,3827 dollari da 1,3830 dollari di venerdì scorso.

Lo yen e il franco svizzero hanno continuano a rafforzarsi come visto la settimana scorsa, quando gli investitori cercavano rifugio in asset considerati sicuri in tempo di incertezza. Un dollaro comprava 108,74 yen e 0,9384 franchi svizzeri. Un biglietto verde ha perso lo 0,8% contro il rand sudafricano (di cui comprava 11,9012 unità) con i leader del partito chiamato Congresso Nazionale Africano pronti a chiedere al presidente sudafricano Jacob Zuma di dimettersi.

CRIPTOVALUTE

Tranne poche eccezioni, il mondo delle criptovalute questa mattina registrano tutte il segno rosso, in linea con il tenore delle notizie pubblicate sui giornali questa mattina. Due esempi fra tutti: le monete Nano svanite dalla piattaforma tricolore Bitgrail. Dagli Usa accuse al fondatore, spariti nel nulla 170 milioni (La Repubblica, pag. 24). Avvertimento di Eba, Esm e Eiopa sull'allarme bitcoin in Europa: 'Alto rischio di perdere il denaro' (Il Sole 24 Ore, pag. 30).

THAILANDIA, LA BANCA CENTRALE PROIBISCE ALLE BANCHE TRANSAZIONI CON CRIPTOVALUTA

E di stamattina le agenzie hanno anche battuta la notizia del nuovo ban deciso, questa volta, dalla banca centrale della Thailandia, che infatti ha annunciato di aver chiesto alle istituzioni finanziarie nazionali di evitare qualunque coinvolgimento in transazioni con le criptovalute, per timore dei rischi e delle problematiche legati a quell'ambiente di trading non regolamentato.

Dunque, le banche thailandesi non potranno investire o effettuare scambi di criptovalute, istituire exchange o creare piattaforme per il trading, ha dichiarato il governatore della banca centrale, Veerathai Santiprabhob, che ha emanato in proposito un'apposita circolare.

Le banche non potranno neanche autorizzare l'acquisto di criptovalute con carte di credito da parte dei loro clienti. Le criptovalute, ha ribadito la banca centrale, non sono un mezzo di scambio legalmente riconosciuto dalle autorità thailandesi, che temono possano essere utilizzate per attività illegali come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo.

GIAPPONE: COINCHECK TORNA AD ASSICURARE PRELIEVI IN YEN Notizia di segno opposto, invece, dal Giappone. A due settimane dalla maggiore frode milionaria in Criptovalute, la piattaforma online giapponese Coincheck consentirà per la prima volta ai clienti di effettuare prelievi in yen. La decisione arriva dopo un rigoroso controllo dell'Agenzia nazionale dei servizi finanziari (Fsa) effettuato a inizio mese, dopo l'attacco informatico che aveva causato una perdita di 58 miliardi di yen, l'equivalente di 430 milioni di euro in moneta virtuale Nem. Secondo le fonti a conoscenza del dossier, le richieste dei fondi da parte dei clienti dovrebbero ammontare a circa 30 miliardi di yen.

All'indomani della truffa miliardaria, Coincheck aveva detto che avrebbe rimborsato i circa 260mila investitori per una cifra pari a 46 miliardi di yen, senza specificare quando il risarcimento sarebbe avvenuto. In base ai dati della Fsa, in Giappone sono presenti 16 piattaforme di scambio regolarmente autorizzate, mentre altre 16 sono registrate per operare - come prevede la legge di aprile 2017 - senza aver ancora ricevuto il sigillo di approvazione. La Coincheck appartiene a questo secondo gruppo.

Nel corso di una audizione parlamentare, quest'oggi, il governatore della Banca centrale giapponese (Boj) Haruhiko Kuroda ha detto che l'istituto tiene sotto controllo le società di trading di monete virtuali per assicurare la legalità nei processi di compensazione, nel tentativo di evitare di minare la fiducia di chi investe. Del tema della regolamentazione delle Criptovalute si discuterà anche al prossimo incontro dei ministri delle Finanze al G-20 di marzo in Argentina.



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