Dopo un avvio degli scambi sotto il riferimento le principali Borse europee sono quasi tutte in verde. L'indice Stoxx 600 segna + 0,70%, il Dax30 di Francoforte lo 0,17%, e il Cac40 di Parigi poco sopra la parità 0,04%, l'Ibex35 di Madrid l0,31%, il Ftse Mib di Milano lo 0,92%. Negativo solo il Ftse100 di Londra -0,39% (la borsa londinese viene da un ponte festivo).
BORSA ITALIANA IN RIALZO, ATTESO IL NUOVO GOVERNO
Il Ftse Mib guadagna registra al momento lo 0,92% e il Ftse Italia All Share lo 0,86%., il Ftse Mid Cap 0,17%.
Quella di oggi potrebbe essere la giornata decisiva per la nascita di un nuovo governo “giallo-rosso” forse a guida Giuseppe Conte. Le trattative proseguono e stamane sarebbe previsto un nuovo incontro tra M5S e Pd per le 11. I negoziati si sarebbero rivelati più duri del previsto, ma l’urgenza del Colle e la necessità di scegliere fra la formazione rapida di un esecutivo che affronti la nuova manovra finanziaria o il ritorno alle urne sembra far prevalere la volontà di raggiungere un esito positivo. Va anche segnalato che l’orientamento della nuova Commissione Ue in via di formazione (per la quale l’Italia non ha ancora candidato il proprio commissario) sembra orientata a una maggiore flessibilità sui conti pubblici in considerazione dei pericoli di una recessione in vista e del forte rallentamento dell’economia tedesca che potrebbe richiedere interventi straordinari.
Lo spread BTP/Bund flette a 193 punti base grazie soprattutto al calo di ben 10 punti base del rendimento del BTP decennale italiano che si attesta all’1,24% mentre lo yield del corrispondente Bund tedesco si pone a quota -0,67%.
Al G7 il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, avversario indefesso della Repubblica Islamica dell’Iran e del suo presidente Hassan Rouhani fin dalle prime ore dell’elezione alla Casa Bianca, ha dichiarato di essere aperto a un eventuale incontro nelle prossime settimane. Un meeting tra Washington e Teheran non avviene dalla crisi del 1979-81 e anche solo la sua possibilità (cui hanno aperto anche in Iran) rappresenta uno dei più grandi successi diplomatici ottenuti dal presidente francese Emmanuel Macron al vertice di Biarritz.
I prezzi del petrolio che ad agosto hanno mostrato una tendenza al ribasso potrebbero subire nuovi input in tal senso perché il nodo della contesa è quello dell’accordo sul nucleare iraniano, che, in termini finanziari, significa la possibilità di un termine all’embargo statunitense contro il greggio di Teheran che aveva visto anzi negli ultimi mesi un’escalation di tensioni nello stretto di Hormuz, fino a sfiorare la guerra.
Stamane i prezzi del greggio segnano sull’Ice un rialzo dello 0,54% per il Brent ($ 59,02 dollari) e dello 0,52% per il WTI ($ 53,92 al barile). I petroliferi di Piazza Affari segnano però performance positive con Eni che guadagna lo 0,48%, Saipem che recupera l’1,09%, ma Tenaris in calo dello 0,28 per cento. Quest’ultima è tra le più esposte alla guerra dei dazi che però al G7 ha visto un ammorbidimento importante dei toni di Trump sui negoziati.
Va segnalato anche che diverse compagnie petrolifere europee (Eni compresa) avevano avviato contrattazioni importanti in Iran prima che gli Stati Uniti facessero terra bruciata intorno a Teheran: un disgelo dunque potrebbe ricreare le opportunità abbandonate.
WALL STREET RIMBALZA LUNEDÌ. TRUMP RIAPRE LE PORTE ALLA CINA
La Borsa di New York ha terminato la prima seduta della settimana in rialzo grazie ai segnali di distensione fra Stati Uniti e Cina: il presidente americano Trump ha fatto sapere che Pechino nella notte ha contattato Washington per riaprire i negoziati, affermando che il dialogo tra le due parti non è mai stato così "significativo".
Il Dow Jones ha chiuso gli scambi in progresso dell'1,05%, l'S&P 500 dell'1,10% e il Nasdaq Composite dell'1,32%.
BORSE ASIATICHE POSITIVE
Borse asiatiche miste questa mattina. Il Nikkei +0,96%, Shanghai perde 1,17 punti percentuali, Taiwan sale dello 0,3% in linea con la chiusura del Kospi a Seoul. Sopra la parità anche Singapore (+0,11%), mentre Hong Kong, interessata ancora da manifestazioni di piazza, è in calo dello 0,06%.
DATI MACROECONOMICI
Sul versante macroeconomico si segnala che oggi il Dipartimento del Commercio USA ha reso noto che nel mese di luglio la domanda di beni durevoli è aumentata dello 2,1% su base mensile dal -1,8% precedente, rivisto da +1,9%. Gli ordinativi dei beni durevoli principali sono diminuiti dello 0,4% su base mensile, dopo l'incremento dello 0,8% a giugno (consensus +0,1%).
La Fed di Chicago ha rilevato un indice dell’attività nazionale di luglio (Chicago Fed National Activity Index CFNAI) in calo a -0,36 punti dal +0,03% di giugno (dato rivisto da lettura precedente pari a -0,02 punti). Le attese erano per un leggero incremento dell’indice, quindi la rilevazione odierna delude. L’indice CFNAI è una media ponderata di ben 85 indicatori suddivisi in quattro categorie generali (produzione e reddito; impiego, disoccupazione, ore; consumi personali e immobiliare; vendite, ordini e magazzino). Tutte e quattro le aree hanno mostrato variazioni negative.
L’Indice degli affari della Fed di Dallas nel mese di agosto si è attestato a +2,7 punti, da -6,3 punti registrati nel mese di luglio. Le attese erano fissate su un indice di -3 punti.
In Giappone la Bank of Japan ha reso noto questa mattina che l'Indice CSPI che misura la variazione dei prezzi dei servizi alle imprese è risultato in crescita dello 0,5% a luglio su base annuale. Il dato è inferiore rispetto a quello del mese precedente (+0,7%) ed anche alle stime degli analisti che avevano previsto un valore pari a +0,6%.
Sempre in Giappone la Bank of Japan ha comunicato che l'Indice dei Prezzi alla Produzione è salito a luglio dello 0,1% rispetto al mese precedente, in linea con le aspettative, dopo essere sceso dello 0,1% a giugno. Su base annuale il dato ha fatto segnare un progresso dello 0,5%, inferiore alle attese pari a +0,6%.
In Corea del Sud la Bank of Korea ha reso noto che il dato sulla Fiducia dei Consumatori è sceso sensibilmente ad agosto attestandosi a 92,5 punti dai 95,9 di luglio. Il sentiment sulle condizioni attuali dell'economia domestica e sulle prospettive future sono scesi entrambi di 4 punti attestandosi rispettivamente a 63 e 66.
Secondo quanto comunicato dal Census and Statistics Department di Hong Kong, infine, in luglio le esportazioni dall'ex colonia britannica sono diminuite del 5,7% annuo, rispetto al 9,7% atteso dagli analisti. Le importazioni sono diminuite dell'8,7% annuo, contro un calo atteso dell'8,6%. Il risultato è stato un deficit della bilancia commerciale ridotto a 32,1 miliardi di dollari di Hong Kong dai 47,1 miliardi precedenti (consensus di 46,7 miliardi).
L'Ufficio Federale di Statistica (Destatis) ha ridotto le stime preliminari del Pil relativo al secondo trimestre 2019, indicando un calo delle prestazioni economiche. Il dato ha evidenziato una variazione negativa dello 0,1% su base trimestrale, in linea al consensus. Nel primo trimestre 2019 l'economia era cresciuta dello 0,4%. Su base annuale la crescita è stata nulla deludendo le attese fissate su un incremento dello 0,4% e in calo dalla lettura precedente pari al +0,7%.
In Francia la fiducia delle famiglie sulla situazione economica è rimasta stabile ad agosto. L'indice sintetico si è attestato a 102 punti, al di sopra della media di lungo termine (100), in linea con le attese.
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