La settimana borsistica inizia in Asia col vento in poppa, confermando l'ottima intonazione di quella appena conclusa: Nikkei +1,4%, Cina +1,2%, Corea del Sud e India +0,4%. Anche i future sulle borse europee anticipano un avvio in rialzo di quasi mezzo punto.
Nel fine settimana sono arrivate nuove dichiarazioni ed indiscrezioni sul negoziato in corso tra Usa e Cina, siamo ormai alla stretta finale. Il Segretario al Tesoro Steve Mnuchin ha affermato che la trattativa va avanti al telefono ed in video conferenza, probabilmente non ci sarà più bisogno di nuovi viaggi a Pechino, per altri faccia a faccia con le controparti. Reuters ha scritto che la Casa Bianca ha deciso di rinunciare, o perlomeno ad ammorbidire, la richiesta alla Cina di azzeramento dei sussidi pubblici all’industria, tema strategico per Pechino.
A tenere alto il morale degli investitori è anche la nuova sfuriata di Trump contro la Fed. Il presidente ha scritto su Twitter che se la banca centrale non avesse alzato i tassi nel corso dell’anno scorso, il Pil sarebbe cresciuto di più e la Borsa sarebbe molto più su.
Oggi diffondono i risultati trimestrali due grandi nomi della finanza mondiale, Goldman Sachs e Citigroup.
Venerdì hanno rilasciato JPMorgan e Wells Fargo con fortune opposte: la prima ha guadagnato il 4,7%, la seconda ha perso il 2,6%.
L'indice delle Banche Usa ha terminato la settimana con un ottimo +2%, galvanizzando anche le banche europee: Eurostoxx Banks +3% nell'arco della settimana.
Wall Street
Venerdì sera l’indice S&P500 (2.907) ha chiuso la terza settimana consecutiva di rialzo superando quota 2.900 per la prima volta da inizio ottobre. La borsa americana si trova a meno di due punti dal record storico segnato nel 2018. Il quadro generale, tuttavia, impone prudenza. Con il top potrebbero arrivare anche le correzioni.
L'indice MSCI Acwi (521 punti), quello che raggruppa tutte le borse principali a livello mondiale, ha chiuso la settimana in progresso dello 0,4% ed è a circa 5 punti dal massimo storico a 550 punti. Da inizio 2019 +14,40%.
L'indice MSCI Emerging Markets (1.089 punti) ha chiuso la settimana con lo stesso guadagno spingendosi sui massimi da agosto 2018. Da inizio 2019 +12,80%. Teniamo alta l'allerta perchè la violazione di area 1.080/1.100 punti aprirebbee la strada ad ulteriori importanti allunghi.
FtseMib (21.858). Ha messo a segno la quinta settimana positiva di seguito (+0,5%) grazie ai dati sulla produzione industriale meno negativi (non è il caso di dire più positivi) del previsto. L'indice è sui top da agosto. Operatività. La rottura di area 21.540/21.675 proietta un target di breve a 22mila/22.200 punti. Allerta sotto 20.500 punti.
Commodity
Brent (71,3 usd). Wti (63,5 usd). Il Brent ha chiuso la terza settimana positiva di seguito, il Wti la sesta. Prezzi sui massimi dell'anno anche se i dati diffusi da Baker Hughes, segnalano un importante incremento dell’attività esplorativa negli Stati Uniti: il numero delle trivelle in azione è cresciuto per la seconda settimana consecutiva. I venti di guerra in Libia e i dati macroeconomici migliori delle attese compensano questa news.
Oro (1.287, -0,1%). Il progressivo incremento della propensione al rischio sfavorisce il bene rifugio per eccellenza.
Forex Euro/Dollaro (1,131). L'euro ha chiuso una settimana in progresso su tutte le principali valute e sul dollaro (+0,7%) grazie ai dati sulla produzione industriali migliori delle attese che segnalano un tentativo di inversione del trend negativo degli ultimi mesi. Una ripresa nell'area euro nella seconda metà dell'anno "è possibile, ma questo scenario è soggetto a rischi", si è sbilanciato a dire il presidente della Bce, Mario Draghi.
Euro/Sterlina (0,864). Tutto rinviato al 31 ottobre. Per cui è probabile che in assenza di news sconvolgenti il cross prosegua la fase di oscillazione intorno ad area 86.
Bond
Settimana di prese di profitto sul mercato obbligazionario in risposta ai dati che segnalano robusta crescita negli Usa e timida ripresa di quella europea.
Germania. L'evento della settimana è stato il ritorno sopra lo zero del rendimento del Bund decennale (+0,055%) che ha chiuso la seconda settimana negativa di seguito (-0,5%). Considerando che Websim ne suggerisce la vendita ogni volta che si scende sottozero non possiamo che essere soddisfatti. I segnali di inversione arriveranno però solo sopra +0,3%.
Italia. Il rendimento del BTP decennale apre la settimana a 2,5%, spread sotto quota 250 per effetto della contemporanea risalita del tsso del bund tedesco. Operatività. Prosegue la fase di consolidamento su un'area che per noi rimande "da prese di profitto". Pronti a comprare Btp decennali solo nel caso in cui il rendimento scenda stabilmente sotto area 2,40% perché l'obiettivo si sposterebbe fino a 2% con importanti spazi di guadagno sui prezzi.
USA. L'attacco verbale di Trump alla Fed non ha prodotto effetti, anzi il rendimento del Treasury decennale è salito dello 0,6% a 2,55% nell'arco della settimana. E' il segno tangibile che il mercato attribuisce grande autorevolezza a Powell e considera quelle di Trump più che altro sparate elettorali. Operatività. Manteniamo un giudizio positivo sulle scadenze fino a 2/3 anni che hanno rendimenti molto superiori a quelli pari scadenza della UE e godono della forza del dollaro, senza avere i rischi di deprezzamento da eventuali risalite dei rendimenti.
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