Il prezzo del Bitcoin continua a scendere e rimette in discussione, ormai, anche il pavimento dei 7.000 dollari. Al momento il prezzo della regina delle monete virtuali quota 7.361 dollari. Il nuovo colpo al Bitcoin è stato inferto – riferiscono gli analisti – dal nuovo ban deciso da alcune banche europee. Per ora sono solo voci, ma la stretta riguarderebbe soprattutto la possibilità, che evidentemente non sarà più consentita, di acquistare le criptovalute con le carte di credito.
In questo senso, per esempio, si è già espresso Lloyds Bank ed è verosimile che – sulla scorta delle pressioni che via via si stanno moltiplicando da parte dei governi e dei sistemi bancari – a questa linea, un po’ per volta, si adegueranno anche gli altri istituti.
È appena il caso di ricordare, peraltro, che la banca britannica è un colosso cui fanno riferimento anche Halifax, MBNA e la Bank of Scotland. Così come è il caso di aggiungere che Lloyds Bank afferma di voler impedire l’acquisto delle criptovalute con la carta di credito, ma di non voler impedire le transazioni con le carte di debito, opzione quest’ultima che infatti è ancora disponibile.
Ovviamente, le indiscrezioni che hanno affossato Bitcoin hanno spinto al ribasso anche i prezzi delle altre criptomonete, come per esempio di Ripple, che è crollata sotto la quota di un dollaro e Ethereum che è scivolato sotto i mille.
La verità è che le criptomonete – indipendentemente dalla bolla speculativa – sono attaccate soprattutto dall’establishment, mentre piacciono – e non poco – alla gente comune. La quale, infatti, ritiene di vedere nella tecnologia e, dunque, nell’innovazione che soggiace allo strumento delle monete virtuali, un modo per affrancarsi proprio dal sistema bancario imperante. In questo senso, peraltro, assai indicativo appare un sondaggio promosso recentemente proprio dalla Bce e dal quale emerge – guarda caso – che il 74% degli intervistati ritiene che il bitcoin sia una valida alternativa alla valuta tradizionale.
Di contro, solo il 13% degli intervistati si è detto contrario, mentre un esiguo 9% si è limitato a definirsi dubbioso sulla capacità della criptovaluta più famosa al mondo di sostituire davvero la classica valuta.
Va aggiunto che all’investitore della porta a fianco non sfugge un altro particolare, che alimenta più di un sospetto. E cioè, che finora non c’è nessun organo di stampa, nessun consulente, nessun guru di Wall Street che parli bene delle criptovalute. Eppure, indipendentemente dalla bolla, la blockchain rappresenta di sicuro il nuovo paradigma delle transazioni e della conservazione dei dati. Anzi, è una vera e propria rivoluzione destinata a cambiare il nostro modo di vivere, indipendentemente dal gradimento che la tecnologia registra presso l’establishment.
Insomma, bene o male che sia, l’investitore della porta a fianco ritiene che, con la scusa di volerci proteggere, i potenti del mondo avversino fortemente la blockchain e le criptomonete appunto per non cedere parte o tutto del proprio potere. E, dunque, vedono nelle monete virtuali l’espressione massima di una libertà di scambio che è finalmente slegata dai condizionamenti delle attuali strutture finanziarie di controllo che, infatti, vengono vissute dalla gente comune come una vera e propria oppressione.
Ovviamente, da qui a dire che le criptovalute sono destinate a morire ce ne vuole ancora. Così come, per loro la tempesta non è certo finita.
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