La questione migranti continua a spaccare non solo l'Europa, ma anche gli Stati dell'Unione Europea, creando incertezze sui mercati finanziari.
Piazza Affari e le altre principali Borse europee, infatti, sono in forte calo sull’onda della crisi del governo tedesco. L'alleanza CDU-CSU è in bilico dopo che il ministro degli Interni Horst Seehofer ha prospettato le proprie dimissioni dopo essersi dichiarato contrario alla decisione della cancelliera Angela Merkel di non respingere i migranti al confine.
A Milano il FTSE MIB segna -1,42%, il FTSE Italia All-Share -1,32%, il FTSE Italia Mid Cap -0,70%, il FTSE Italia STAR -0,84%.
A Londra il FTSE 100 -0,92%, a Francoforte il DAX 30 è in calo di -0,52%, a Parigi il CAC 40 perde -0,82% e a Madrid l’IBEX 35 segna -1,16%.
Sul valutario l’Euro contro il dollaro Usa scambia a 1,163 mentre tra le commodities l’Oro è fermo a 1.248,3 dollari l'oncia e il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) lima lo 0,59%. In lieve rialzo lo spread che si posiziona a 243 punti base, con un timido incremento di 4 punti base, con il rendimento del BTP a 10 anni al 2,71%.
Netto calo per l'Asia. A Tokyo il Nikkei 225 perde il 2,21%
Cautela degli investitori in avvio del mese di luglio, dopo che per l'Asia-Pacific il secondo trimestre è stato il peggiore dal 2015, in gran parte a causa della guerra sui dazi lanciata dal presidente Usa Donald Trump. Il clima ribassista viene alimentato anche da dati macroeconomici complessivamente in frenata. In Giappone, per esempio, l’indice Tankan stilato dalla Bank of Japan (che misura la fiducia delle grandi imprese del Sol Levante) è sceso nel secondo trimestre a 21 punti dai 24 punti precedenti e contro i 22 punti del consensus di Reuters. Si tratta della prima flessione di due trimestri consecutivi da quando il premier Shinzo Abe è salito al potere nel dicembre 2012. Sul fronte valutario, il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in rialzo di circa lo 0,20% mentre lo lo yen è poco mosso sul biglietto verde.
Ad ogni modo a Tokyo il Nikkei 225 accelera le perdite e conclude le contrattazioni a -2,21%.
Male anche le piazze cinesi: Shanghai Shenzhen perde oltre il 2% (-2,52%). Sabato l'Ufficio nazionale di statistica di Pechino, ha comunicato che l’indice Pmi manifatturiero della Cina si è attestato a 51,5 punti in giugno, contro i 51,9 punti di maggio e i 51,6 punti attesi dagli economisti. Frena marginalmente anche il Purchasing Managers' Index (Pmi) cinese elaborato da Markit/Caixin, sceso nel mese appena chiuso a 51,0 punti dai 51,1 punti registrati in aprile e maggio, in linea con il consensus di Reuters.
La piazza di Hong Kong è rimasta chiusa per l'Establishment Day (che celebra il passaggio di sovranità dalla Gran Bretagna alla Cina avvenuto il 1° luglio del 1997), mentre è di -2,35% il declino del Kospi di Seoul.
Più moderata la contrazione di Sydney, con l'S&P/ASX 200, reduce da un buon secondo trimestre, che limita allo 0,26% la sua flessione.
Positiva invece la borsa di Hong Kong con l’Hang Seng che ha chiuso a +1,61%.
Borsa Usa: segno meno per il Dow Jones a giugno
La Borsa di New York venerdì ha chiuso l'ultima seduta della settimana in rialzo grazie agli ottimi risultati di Nike ed all'allentamento delle tensioni legate al commercio internazionale. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,7%, l'S&P 500 lo 0,5% e il Nasdaq Composite lo 0,6%. Perde terreno il dollaro nei confronti delle principali valute.
Nell'arco della scorsa settimana il Dow Jones ha perso l'1,26%, l'S&P 500 l'1,33% e il Nasdaq Composite il 2,37%. Contrastato invece il bilancio del mese di giugno (Dow Jones -0,59%, S&P 500 +0,49% e Nasdaq Composite +0,92%).
I DATI MACROECONOMICI IN CALENDARIO OGGI con le principali news
Lunedì 02 Luglio 2018
11:00 EUR Tasso di disoccupazione (Mag)
16:00 USD Spese per costruzioni edili (Mensile) (Mag)
16:00 USD Indice ISM PMI manifatturiero (Giu)
Usa, crescono redditi e consumi ma cala la fiducia
Sul fronte macroeconomico i redditi personali sono cresciuti dello 0,4% a maggio, a fronte di un incremento dello 0,2% rilevato ad aprile (consensus +0,4%).
A maggio l'indice PCE (spesa per consumi personali) è risultato in crescita dello 0,2% in linea con le attese e dallo 0,2% precedente. Su base annuale l'indice e' salito del +2,3% superiore rispetto alla rilevazione precedente (pari a +2%). Le spese personali di maggio sono cresciute dello 0,2% su base mensile, inferiori alle stime degli addetti ai lavori pari al +0,4% e dal +0,5% della rilevazione precedente (rivisto al ribasso da +0,6%).
Gli esperti dell'Università del Michigan e di Reuters hanno pubblicato la lettura finale dell'indice sulla fiducia dei consumatori statunitensi. Nel mese di giugno l'indice è sceso a 98,2 punti dai 99,3 punti della lettura di aprile, risultando inferiore al consensus pari a 99,2 punti.
Canada: crescita sequenziale Pil oltre consensus in aprile
Secondo quanto comunicato venerdì da Statistics Canada (l’ente nazionale di statistica di Ottawa), il Pil del Canada è cresciuto dello 0,1% sequenziale in aprile. Nonostante il dato segni un'ulteriore frenata rispetto allo 0,3% di marzo e allo 0,4% di febbraio, l'indicazione è di solidità per l'economia canadese, visto che il consensus di Bloomberg era per una lettura piatta, a causa delle condizioni climatiche avverse e di statistiche macroeconomiche non incoraggianti. Come nota Bloomberg, il terzo mese consecutivo d'espansione mette il Pil in linea per una crescita annua del 2% per lo meno nel secondo trimestre, rafforzando le aspettative per un rialzo dei tassi d'interesse da parte di Bank of Canada.
Dal Canada dazi sull'import di merci Usa per 12,6 miliardi
Domenica il Canada ha avviato l'imposizione di nuovi dazi sull'import di merci Usa del valore di 12,6 miliardi di dollari. Nel mirino delle imposte del 25% sono commodity come il ferro mentre sono del 10% i dazi introdotti su prodotti alimentari come caffè, pizza e ketchup. Anche se la guerra commerciale lanciata dal presidente Donald Trump è vista in primis come un attacco alla Cina, significative sono state le misure prese contro alleati come la Ue, il Messico e lo stesso Canada, che da inizio giugno ha subìto tariffe del 25% sull'export in Usa di acciaio e del 10% sull'alluminio.
Cina: a maggio Pmi manifatturiero in frenata a 51,5 punti
Ventitreesimo mese consecutivo sopra la soglia che separa espansione da contrazione per il manifatturiero della Cina, che in giugno segna però una marginale frenata. Secondo quanto comunicato sabato dall'Ufficio nazionale di statistica di Pechino, l'indice Pmi manifatturiero si è infatti attestato a 51,5 punti nel mese appena chiuso, contro i 51,9 punti di maggio (51,4 punti in aprile) e i 51,6 punti attesi dagli economisti. Pausa che palesemente sconta il montare delle tensioni commerciali con Washington.
Cina: in giugno indice Pmi Markit/Caixin calato a 51,0 punti
Marginale frenata in maggio per l'attività manifatturiera in Cina, che resta comunque per il tredicesimo mese consecutivo sopra la quota di 50 punti che separa espansione da contrazione (dopo i 49,6 punti segnati nel maggio 2017). Il Purchasing Managers' Index (Pmi) della Cina elaborato da Markit/Caixin è infatti calato nel mese appena chiuso a 51,0 punti dai 51,1 punti registrati in aprile e maggio (51,0 punti era stata anche la lettura relativa a marzo), in linea con il consensus di Reuters.
Giappone: indice Tankan cala a 21 punti nel secondo trimestre
Secondo declino consecutivo (dopo la prima contrazione in due anni registrata nel primo trimestre) per la fiducia delle grandi imprese del Sol Levante. L'indice Tankan stilato dalla Bank of Japan è infatti calato nel secondo trimestre a 21 punti dai 24 punti precedenti (25 punti nell'ultimo periodo del 2017, quando aveva toccato il livello più elevato dal 2006 per il quarto trimestre) e contro i 22 punti del consensus di Reuters. Come nota Reuters, si tratta della prima contrazione di due trimestri consecutivi da quando il premier Shinzo Abe è salito al potere nel dicembre 2012. La componente in prospettiva dell'indice è invece cresciuta a 21 punti contro i 20 punti attesi dagli economisti per una lettura invariata rispetto al precedente periodo (19 punti nel quarto trimestre 2017).
Giappone: Pmi Markit/Nikkei accelera a 53,0 punti in giugno
Accelera ma meno del previsto l'attività manifatturiera del Giappone, che in giugno resta comunque per il ventitreesimo mese consecutivo in fase espansiva. La lettura finale dell'indice Pmi stilato da Markit/Nikkei segna infatti per il mese appena chiuso un rialzo a 53,0 punti dai 52,8 punti della lettura finale di maggio (53,8 punti in aprile), ma sotto ai 53,1 punti del dato preliminare.
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