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Immagine del redattoreAntonio Arricale

LA PERNACCHIA DEL PD AL COMMISSARIO COTTARELLI

Carlo Cottarelli è persona seria ed economista rigoroso, ma è espressione del “capitale”, direbbe il giovane filosofo Diego Fusaro, dunque, dei cosiddetti poteri forti.

Proverà a formare un governo, ma – inutile scommettere – non ci riuscirà. Il suo compito è quello di traghettare il Paese verso nuove elezioni. Sul risultato delle quali, peraltro – a lume di naso – non dovrebbe cambiare un’acca rispetto a 4 marzo scorso. Anzi, probabilmente M5S e Lega ne usciranno ancora più rafforzati.

Il presidente Sergio Mattarella – del quale non voglio dire, dal momento che ha detto tutto e il contrario di tutto la rete – ha pensato di ricorrere a lui unicamente nella speranza di raffreddare le fiammate speculative, che appunto i poteri forti, da qualche settimana stanno alimentando ai danni delle nostre finanze. Il risultato – alla faccia del pensiero unico – è che ancora oggi lo spread non accenna a diminuire (veleggia sopra i 230 punti base) e l’euro è sceso ai minimi degli ultimi sei mesi.

Ma il punto di questa riflessione non è questo.

La proposta di governo che il presidente incarico illustrerà alle Camere non troverà una maggioranza pronto a sostenerlo, ma incasserà sicuramente il voto favorevole del Pd.

Ora, spesso ci adombriamo del fatto che dall’estero ci guardino con aria di sufficienza, anzi, diciamocela tutta, ci ritengano un Paese poco serio. E ne hanno sicuramente ben donde, nel senso che non perdiamo occasione di fornirgliene motivo.

Prendiamo, appunto, Carlo Cottarelli. Degli ultimi governi a guida Pd il Nostro è stato, sulla carta, commissario alla “spending review”, incaricato cioè di tagliare sprechi e spesa improduttiva. Nella pratica, invece, è stato cacciato via – diremmo a Napoli: con una mano in capo ed una … – sicché ad oggi ci ritroviamo il debito appesantito di altri 2 mila miliardi ed un nuovo record negativo.

Allora mi chiedo: ma vi pare serio un Paese, e un partito, ed un gruppo dirigente che oggi osanna e ne sostiene il tentativo di governo, l’uomo che appena qualche mese addietro, guarda caso, ha allontanato dalle stanze proprio di Palazzo Chigi accompagnandone l’uscita con una sonora pernacchia?




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