Il coronavirus, classificato dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) al livello di pandemia mondiale, è diventato ormai il protagonista indiscusso dei mercati. Le Banche centrali si sono dette pronte a tutto per sostenere l'economia ed evitare un crack, che rischia di replicare la pesante recessione del 2008.
La Fed è già intervenuta e con una iniezione di liquidità annunciata ieri a mercati aperti; la bank of England ha seguito l'esempio; la Bank of Japan ha assicurato ogni azione che si renda indispensabile; la BCE annuncerà oggi la sua decisione dopo aver già promesso un sostegno significativo (l’annuncio è atteso alle 13,45).
Intanto le principali Borse europee hanno aperto la seduta in forte ribasso in scia a Wall Street ed ai mercati asiatici. Indice Stoxx 600, Dax30 di Francoforte, Cac40 di Parigi, Ftse100 di Londra e Ibex35 di Madrid perdono oltre cinque punti percentuali. A Milano il FTSE MIB appare in leggero recupero, al momento segna infatti -5,07%, il FTSE Italia All-Share -5,10%, il FTSE Italia Mid Cap -4,90%.
E mentre in Italia le misure per il contenimento del contagio si sono fatte ancora più restrittive, gli Usa iniziano a fare i conti con l'epidemia: rinviata la tradizionale parata newyorkese del St. Patrick's Day (prevista per il 17 marzo prossimo) e stop all'intera Nba (la lega professionistica di basket).
Ieri la Borsa di New York ha chiuso la seduta in forte ribasso, penalizzata dal nuovo calo del petrolio e dai possibili effetti negativi dell'epidemia di coronavirus sull'economia globale. Il Dow Jones ha perso il 2,6%, l'S&P 500 il 2,6% e il Nasdaq Composite il 2,3%.
Il greggio (Wti) ha lasciato sul terreno il 4,02% a 32,98 dollari al barile. Il Dow Jones, che ha perso dai massimi dello scorso 19 febbraio oltre venti punti percentuali, è entrato ufficialmente nella fase "bear market", mercato orso.
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