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Immagine del redattoreAntonio Arricale

“LA BCE E’ DETERMINATA AD AGIRE”, MA INTANTO RIMANDA LE DECISIONI


Il grafico orario del cambio Eur-Usd

Nella riunione di ieri il costo del denaro è stato confermato e non sono state annunciate nuove misure di stimolo. La BCE ha dato mandato per valutare un nuovo QE.

In altri termini, “outlook is getting worse and worse” (le prospettive stanno peggiorando) e tuttavia: 1) forse è il caso di vedere le prossime proiezioni economiche prima di agire; 2) in ogni caso, sull’andamento del ciclo economico traspaiono non poche preoccupazioni tra i membri del board.

L’incertezza sul da farsi è stata evidentemente registrata dal mercato che, infatti, sulla coppia Eur-Usd si è riverberata nell’oscillazione nervosa di un range di quasi una misura (per l’esattezza, 86 pips) per stabilizzarsi intorno alla media di 1,1140.

Dunque, se ne riparlerà a settembre. Per intanto il costo del denaro è confermato allo 0%, quello sul rifinanziamento marginale allo 0,25% e i tassi sui depositi nei caveau di Francoforte al -0,40%.

Nel comunicato di presentazione della decisione del board, si dice che “i tassi resteranno al livello attuale o più basso (questa, comunque, è la novità, ndr) almeno fino alla prima metà del 2020 e comunque fino a quando sarà necessario per garantire una sostenuta convergenza dell’inflazione verso l’obiettivo di medio termine”.

La BCE continuerà a reinvestire i proventi derivanti dai titoli in scadenza e il board ritiene “necessario un approccio decisamente accomodante per un periodo prolungato di tempo”.

Il Consiglio dei governatori, e qui viene il bello, ha dato mandato ai Comitati “di esaminare le opzioni a disposizione” tra cui il modo di rinforzare la forward guidance sui tassi, o misure per mitigare i tassi negativi o opzioni per capire “dimensioni e composizioni di un potenziale nuovo piano di acquisto asset” (c.d. “bazooka”).

In conclusione, Draghi questa volta non ha sorpreso il mercato, non è andato oltre le aspettative degli operatori. Un’incertezza o, se si preferisce, un “surplace” che è trasferita anche alle borse, stamattina, le quali si muovono sulla falsariga della mattina in attesa, magari del Pil americano che forse darà anche una ulteriore indicazione su quelle che saranno le decisioni della Fed.

Le borse

Milano segna un calo dello 0,33%, mentre le altre girano in positivo: Londra aggiunge lo 0,18%, Francoforte lo 0,14% e Parigi lo 0,05%.

Lo spread tra Btp e Bund tedeschi risale in area 195 punti sugli schermi di Bloomberg, dopo che ieri era arrivato a scendere fino a 176 subito dopo gli annunci Bce, per poi chiudere poco sotto 190. Il rendimento del decennale è ora in risalita all'1,57%.

Questa mattina Tokyo ha ceduto lo 0,45%, Hong Kong lo 0,46% mentre Shanghai e Shenzhen sono viste intorno alla parità.

A Wall Street gli indici hanno ritracciato dai recenti record: ieri sera il Dow ha perso lo 0,45% e il Nasdaq l'1%.

Tra le materie prime, il prezzo del petrolio è in rialzo. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti avanza di 27 cent a 56,29 dollari e quelli sul Brent crescono di 19 cent a 63,58 dollari al barile. In calo le quotazioni dell'oro. Il metallo prezioso scende dello 0,8% a 1.415,2 dollari l'oncia.

LE MACRO ATTESE OGGI VENERDì 26 LUGLIO 2019 01:30 JPY Inflazione Tokyo

14:30 USD Prodotto Interno Lordo

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