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Immagine del redattoreAntonio Arricale

IRAN/USA TENSIONE ALLE STELLE: SULLA TESTA DI DONALD TRUMP TAGLIA DA 80 MILIONI DI DOLLARI

Tensione alle stelle in Medio Oriente dopo l'uccisione del generale Qassem Soleimani. La settimana parte con le Borse dell'estremo Oriente in perdita e la corsa all'acquisto di oro, bene rifugio per eccellenza, e petrolio, sui timori di contraccolpi negativi sull'offerta globale.

IRAN/USA. La risposta dell'Iran all'uccisione del generale Qassem Soleimani sarà "sicuramente militare" e sarà rivolta contro "siti militari" statunitensi. Lo ha detto alla Cnn il consigliere militare del leader iraniano Kamenei, Hossein Dehgan. Teheran ha anche annunciato che non rispetterà più gli impegni presi con l'accordo sul nucleare del 2015. Il governo iraniano "continuerà il suo programma nucleare senza limitazioni all'arricchimento dell'uranio". Una taglia da 80 milioni di dollari sarebbe stata posta sulla testa di Donald Trump. Lo scrive il quotidiano tedesco Bild, secondo cui l'Iran è pronto a versare questa cifra a chi ucciderà il presidente degli Stati Uniti. Intanto, domenica, il Parlamento iracheno ha raccomandato di ordinare a tutte le truppe straniere di uscire dal Paese. Gli Stati Uniti hanno risposto duramente alle minacce iraniane. Donald Trump ha avvertito che Washington potrebbe reagire "in maniera sproporzionata" se l'Iran attaccasse qualche bersaglio americano.

DAZI. In questo clima, è passata del tutto inosservata la notizia che una delegazione cinese sta pianificando di recarsi a Washington il prossimo 13 gennaio per la firma della "Fase 1" dell'accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina, secondo quanto riportato dal Sunday China Morning Post, che cita una fonte informata sulla questione.

BORSE

L'indice MSCI delle azioni Asia-Pacifico, escluso il Giappone, perde lo 0,7%. Il Nikkei 225 riapre dopo le lunghe festività natalizie con una perdita che sfiora il -2%. Le azioni delle borse cinesi sono in rosso dello 0,3%, Hong Kong scende dello 0,9%, Seul e Mumbay registrano cali superiori all'1%.

Nei primi scambi i future sull'indice eurostoxx 50 segnalano un avvio in perdita dello 0,5%.

Le tensioni geopolitiche hanno frenato la corsa di Wall Street. Bond: la seduta di venerdì ha evidenziato un ritorno degli acquisti sulle obbligazioni governative considerate meno rischiose delle azioni. Il rendimento del Treasury Bond a 10 anni è sceso di 10 punti base a 1,77%.

Bund tedesco decennale a -0,28%, BTP 10 anni a 1,34% con lo spread a 162.

L'indice S&P500 (3.234) ha chiuso venerdì in calo dello 0,8%, allontanandosi dai massimi storici segnati giovedì a 3.258 punti. Per il momento non si registra alcuna inversione della tendenza rialzista. Eventuali correzioni verso area 3.100 sono da sfruttare per acquisti. FTSEMIB (23.702). La borsa italiana paga inevitabilmente le incertezze del quadro globale.

Il trend resta ostaggio della forte resistenza posizionata sui massimi 2018/2019 in area 24.500. COMMODITY

Brent (70,0 usd), Wti (64,30 usd). Il petrolio sale del 2%, estendendo il +3,5% di venerdì scorso. Entrambe le tipologie si muovono sul livello più alto degli ultimi sette mesi. Si temono contraccolpi negativi sul lato dell'offerta anche se l'Opec e i suoi alleati più stretti, Russia, potrebbero pompare facilmente quasi due milioni e mezzo di barili in più al giorno per sopperire a una improvvisa contrazione della produzione.

Oro (1.577 USD). L'oro vola su livelli di prezzo che non vedeva da circa sette anni, ovvero dall'aprile 2013. Dai minimi di novembre l'oro è salito di quasi il 10%.

FOREX

Euro/Dollaro (1,116). Nessun contraccolpo sul cross, che apre la settimana sui livelli di venerdì. I verbali dell'ultima riunione della Fed di dicembre hanno chiarito che è diminuita la minaccia di una recessione a medio termine dell'economia americana, anche per l'allentarsi delle tensioni commerciali, ma alcuni rischi per la crescita restano, come l'incognita della Brexit. I verbali sottolineano che l'economia Usa continua a mostrarsi solida. Le tensioni geopolitiche potrebbero tornare a favorire il biglietto verde. VALUTE EMERGENTI

L'indice MSCI Emerging Markets Currency, che raggruppa 26 delle principali valute secondarie del pianeta, ha perso lo 0,3%, peggior seduta da novembre, contraccolpo delle tensioni globali. La progressiva distensione tra Usa e Cina dovrebbe però riportare flussi abbondanti di liquidità in questa direzione. #borse #forex #dollaro #euro #yen #petrolio #oro #criptovalute #bitcoin #wallstreet #nyse #fed #trump #politica #governo #ue #fed #tasse

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