Comincio ad essere un po’ stufo di questi presidenti di regione che fanno a gara, in vista delle elezioni, a mostrare i muscoli, stringere le mascelle, fare la voce grossa, apparire “decisionisti” a tutti i costi, scimmiottando tra di loro atteggiamenti da chi è o, anche, pensa di avercelo più duro.
(E poi ci sono quelli che credono di poter passare da veri eroi, dopo aver causato più danni della stessa pandemia: penso, per esempio, al presidente e all’assessore alla Sanità della Lombardia. Ma lasciamo perdere).
L’ultima, ma soltanto in ordine di tempo, è di Luca Zaia che, ovviamente, fa di tutto per tenere il passo al nostro “sceriffo”, il quale a sua volta minaccia di mettere i cavalli di Frisia al Garigliano.
Dunque, il presidente del Veneto oggi ha annunciato serio, ma molto serio: in Veneto l’app per tracciare i contatti sarà obbligatoria. “Ci siamo riferiti al modello Corea”, ha detto. “Ci permetterà di tracciare i contatti di tutte le persone che nella difficoltà della fase due risulteranno positive al Coronavirus”.
Ora, tralasciando per carità di patria tutte le questioni relative alla privacy e alle libertà individuali garantite dalla Costituzione, di cui pure tanto si dibatte in queste ore, mi chiedo: il passo successivo quale sarà, multare chi ha il cellulare scarico?
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