Il prezzo del Bitcoin è crollato a $13.000 e la scivolata non ha risparmiato così anche le altre criptovalute più note, compresa Ethereum. Le quotazioni di Ripple, invece, sono schizzate sopra quota $1. Che cosa sta accadendo nel mondo delle criptovalute? È corretto parlare di bolla?
Il mondo digitale è ormai in fermento. Anzi, in altalena. L’ultima settimana è stata ricca di eventi e dichiarazioni, che se da una parte hanno affossato alcuni dei player in circolazione, dall’altra hanno permesso a determinate criptovalute di guadagnare ampio terreno.
Secondo gli analisti l’attuale debolezza del prezzo del Bitcoin è stata determinata dal rincorrersi di diverse notizie, alcune sicuramente rilevanti. Per cominciare, all’inizio della settimana, numerosi player di mercato hanno aperto ufficialmente alla rivale del Btc, il Bitcoin Cash, che infatti ha guadagnato terreno registrando rialzi a doppia cifra percentuale, il tutto a discapito della criptovaluta “madre”.
Quindi, la mazzata al prezzo del Bitcoin è venuta dagli sviluppatori di SegWit2X che hanno annunciato un “hard fork” (ovvero una biforcazione, una divisione della blockchain) per il prossimo 28 dicembre, facendo così ipotizzare una nuova scissione della criptovaluta più famosa al mondo.
La battuta d’arresto, seguita dal rally delle altre quotazioni criptovalutarie come quella di Ripple, ha immediatamente portato i più scettici a parlare ancora una volta di bolla in procinto di esplodere. Anche in questo caso però gli analisti si stanno mostrando divisi e accanto ai pessimisti c’è ancora una parte di mercato convinta che il prezzo del Bitcoin stia solo riprendendo fiato.
Resta il fatto che oggi BTC/USD sta scambiando con un ribasso di oltre 20 punti percentuali, arrivando a quotare 12.362 in mattinata, mentre ora si muove di nuovo poco sopra i 13.000 dollari.
In effetti, l'operazione chiamata “hard fork” più volte prevista e rimandata in questi ultimi mesi, è quasi imposta dalla realtà delle cose. Nel senso che, a questi livelli di valore, la criptovaluta mostra tutta la sua irragionevole efficacia pratica, che poi è il vero motivo per il quale la valuta virtuale è stata inventata.
Nel senso che, primo: i bitcoin sono troppo volatili e ormai valgono così tanto che è quasi impossibile usarli per le transazioni normali di acquisto e vendita; secondo: le transazioni con bitcoin sono ancora troppo lente. Giusto per notare, Visa riesce a gestire quasi 2000 transazioni al secondo, mentre la rete bitcoin solo poche decine, anche se, per velocizzarle, gli utenti possono pagare delle commissioni. E questo è anche un altro limite, per ora.
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