Il FTSE MIB segna +2,76%, il FTSE Italia All-Share +2,70%, il FTSE Italia Mid Cap +2,32%, il FTSE Italia STAR +1,83%.
Spread tra rendimenti di BTP e Bund decennali in calo rispetto alla chiusura di ieri a 254 bp: in questo momento si attesta a 218 (-14,41%). Crolla il rendimento del BTP a 2 anni, quello più sotto pressione nei momenti di maggiore tensione, e si attesta a 0,74%, -62 bp rispetto alla chiusura di ieri.
Bancari in netto recupero grazie alla soluzione del problema governo e alla netta riduzione di spread e rendimenti. L'indice FTSE Italia Banche segna +4,8%. Ottime performance per UBI Banca (+6,5%), BPER Banca (+5,9%), UniCredit (+4,5%), Intesa Sanpaolo (+5,1%).
Oggi alle 16 al Quirinale il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte e i membri del governo effettueranno il giuramento. Compongono l’esecutivo di 18 membri, compresi i vicepresidenti Luigi Di Maio, che ottiene anche il ministero per il lavoro e lo sviluppo economico, e Matteo Salvini, che ottiene anche il ministero degli interni. All'economia va Giovanni Tria, preside della Facoltà di Economia dell’Università Tor Vergata di Roma, mentre Paolo Savona (primo candidato di Conte al MEF ma respinto dal presidente Sergio Mattarella) viene dirottato al ministero degli affari europei.
BORSE EUROPEE
Mercati azionari europei positivi: Euro Stoxx 50 +1,08%, FTSE 100 +0,5%, DAX 30 +0,89%, CAC 40 +1,15%, IBEX 35 +1,70%.
BORSE ORIENTALI
Mercato azionario giapponese debole, il Nikkei 225 stamattina ha chiuso a -0,14%.
Borse cinesi contrastate: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen poco fa ha chiuso -0,84%, l'Hang Seng di Hong Kong a +1,37%, il Kospi di Seul +0,66%.
L’Asx All Ords di Sydney -0,32%.
A tenere banco restano le preoccupazioni per la guerra commerciale lanciata da Donald Trump, che condizionerà in negativo il meeting del G7 di settimana prossima in Canada. La fiducia degli investitori nei mercati asiatici è però sostenuta da dati macroeconomici complessivamente positivi e dall'indebolimento dello yen nei confronti del dollaro. Le perdite iniziali si sono quindi azzerate, come confermato dal guadagno seppure marginale dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che resta comunque in declino di circa lo 0,60% nell'ottava.
NYSE
La Borsa di New York ieri ha chiuso la seduta in ribasso a causa delle tensioni commerciali. Il Dow Jones ha perso l'1,02%, l'S&P 500 lo 0,69% e il Nasdaq Composite lo 0,27%. L'amministrazione Trump ha annunciato l'introduzione di dazi su acciaio e alluminio provenienti da Messico, Canada e Unione Europea.
Sul fronte macroeconomico ad aprile l'indice principale PCE (prezzi al consumo esclusi alimentari e bevande) e' risultato in crescita dello 0,2% su base mensile, superiore alle attese pari al +0,1% ma in linea con la rilevazione precedente. Lo stesso indice calcolato rispetto a un anno fa è cresciuto del 2% (pari al consensus). La spesa personale è salita dello 0,6% dal +0,5% di marzo e i redditi personali sono aumentati dello 0,3% in linea con le attese e in lieve crescita rispetto al +0,2% precedente.
Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione nella settimana terminata il 25 maggio si sono attestate a 221 mila unità, inferiori alle attese fissate a 228 mila unità e da 234 mila unità della settimana precedente. Il numero totale di persone che richiede l'indennità di disoccupazione si attesta a 1,726 milioni, inferiore a 1,742 milioni della rilevazione precedente.
L'Indice PMI Chicago (attività manifatturiera) nel mese di maggio e' salito a 62,7 punti da 57,9 punti di aprile risultando superiore alle attese degli addetti ai lavori, fissate su un indice pari a 58,2 punti.
La National Association of Realtors ha reso noto che l'indice Pending Home Sales (vendite di case con contratti ancora in corso) ha evidenziato un decremento dell'1,3% nel mese di aprile dopo l'incremento dello 0,6% rilevato a marzo (rivisto al rialzo da +0,4%). Gli addetti ai lavori avevano stimato una variazione positiva pari allo 0,4% mese su mese. L'indice è sceso a 106,4 punti da 107,8 punti precedenti.
Nel mese di maggio il Dow Jones ha guadagnato l'1,1%, l'S&P 500 il 2,2% e il Nasdaq Composite il 5,3%.
FOREX
L'euro è in lieve calo alle prime battute sui mercati con la moneta unica europea al momento passa di mano a 1,168 dollari.
Contro lo yen la moneta unica vale 127,54.
Contro la sterlina l’euro quota 1,3272.
Il Cable 1,3293.
La coppia Usd/Jpy 109,202.
CRIPTOVALUTE
Criptovalute in salita ieri, mentre la Corea del Sud ha proposto di rettificare il divieto posto sulle offerte iniziali di valute digitali (ICO).
Stamane il Bitcoin si attesta a 7514,62, con un rimbalzo di oltre 1,65%.
La valuta digitale segna comunque un tonfo del 4% sulla settimana, rispetto al crollo del 10% su base settimanale di ieri. Il Bitcoin ha raggiunto il minimo di sei settimane e mezzo dopo la notizia della scorsa settimana secondo cui il Dipartimento per la Giustizia USA starebbe cercando di capire se i trader stiano manipolando il prezzo del Bitcoin e di altre valute virtuali.
In Corea del Sud, il governo ha proposto di consentire le ICO nazionali, annullando di fatto il divieto imposto nel settembre 2017. Alcuni legislatori stanno inoltre lavorando ad una proposta di legge per legalizzare le ICO che rispondano ad alcuni requisiti e che finirebbero sotto il controllo dei regolatori.
Intanto, il Bitcoin potrebbe diventare il prossimo indicatore della paura del mercato, secondo quanto ha riferito alla CNBC ieri Brian Stutland di Equity Armor Investments.
“Il Bitcoin sta in qualche modo diventando il nuovo indice VIX, anticipando in qualche modo il rischio del credito nel settore bancario”, spiega.
L’indice VIX – come si sa – misura la volatilità ed è spesso usato come indicatore della paura del mercato. L’aumento della popolarità delle valute virtuali è un modo per gli investitori di sfuggire al rischio del settore bancario, aggiunge Stutland.
Anche le altre principali criptovalute sono in salita, con l’Ethereum, la seconda più importante valuta digitale al mondo per capitalizzazione di mercato, che segna un rimbalzo del 2,48% a 571,82 dollari sul Bitfinex. Il Ripple la terza principale valuta virtuale, schizza del 3,56% a 0,61581 dollari, mentre il Litecoin si attesta a 121,84 dollari, su dello 0,70%.
I DATI MACROECONOMICI IN CALENDARIO OGGI e le news da leggere
Venerdì 1° Giugno 2018
14:30 USA Nuovi occupati mag;
14:30 USA Tasso di disoccupazione mag;
15:45 USA Indice Markit PMI manifatturiero finale mag;
16:00 USA Indice ISM manifatturiero mag;
16:00 USA Spesa in costruzioni apr.
Giappone: Pmi Markit/Nikkei rallenta a 52,8 punti in maggio
Rallenta meno del previsto l'attività manifatturiera del Giappone, che resta in maggio per il ventiduesimo mese consecutivo in fase espansiva. La lettura finale dell'indice Pmi stilato da Markit/Nikkei segna infatti per il mese appena chiuso un declino a 52,8 punti dai 53,8 punti della lettura finale di aprile (53,1 punti in marzo) ma sopra ai 52,5 punti della lettura preliminare.
Inoltre, aecondo quanto comunicato dal ministero delle Finanze nipponico, le spese in conto capitale delle imprese del Giappone hanno registrato un progresso del 3,4% annuo nel primo trimestre, in declino rispetto al 4,3% dell'ultimo periodo del 2017 (4,2% nel terzo) ma sopra al 3,1% del consensus. Si tratta inoltre del sesto trimestre consecutivo di espansione.
Cina: in maggio Pmi Markit/Caixin resta stabile a 51,1 punti
Lettura invariata in maggio per l'attività manifatturiera in Cina, che resta per il dodicesimo mese consecutivo sopra la quota di 50 punti che separa espansione da contrazione (dopo i 49,6 punti segnati nel maggio 2017). Il Purchasing Managers' Index (Pmi) della Cina elaborato da Markit/Caixin è infatti rimasto stabile sui 51,1 punti già segnati in aprile, contro i 51,0 punti di marzo (51,6 punti in febbraio) e il calo a 51,0 punti del consensus di Reuters.
Corea del Sud: esportazioni salite del 13,5% annuo in maggio
Torna a crescere l'export sudcoreano dopo lo stop registrato in aprile che aveva messo fine a una striscia d'espansione durata diciassette mesi. Secondo quanto comunicato dal ministero di Commercio, Industria ed Energia di Seoul, infatti, in maggio le esportazioni dalla Corea del Sud (sesto maggiore esportatore al mondo) sono salite del 13,5% annuo, dopo il declino dell'1,5% precedente (e il progresso del 6,1% di marzo) e contro l'incremento del 12,7% del consensus di Reuters. Il dato negativo di aprile, primo declino dall'ottobre 2016, era dovuto anche alla distorsione relativa a voci straordinarie sull'export di petrolio offshore dell'aprile 2017. Le importazioni sono invece rimbalzate in maggio del 12,6% annuo, in rallentamento però rispetto al progresso del 14,5% di aprile (5,2% in marzo) e contro il 10,7% del consensus. Il surplus della bilancia commerciale, in nero per il settantaseiesimo mese consecutivo, si è attestato a 6,70 miliardi di dollari, contro i 6,61 miliardi precedenti.
Inoltre, terzo mese consecutivo di contrazione per l’attività manifatturiera della Corea del Sud dopo i progressi registrati in febbraio e marzo. In maggio l’indice Pmi stilato da Markit/Nikkei, pur restando sotto la soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione, sale però a 48,9 punti dai 48,4 punti di aprile (49,1 punti in marzo e 50,3 punti in febbraio), che erano il livello più basso dai 48,4 punti segnati anche nel marzo 2017.
Brainard (Fed) sostiene politica modestamente restrittiva
Lael Brainard, tra i membri del Board of Governors della Federal Reserve (Fed) considerati più "colombe", è passata su posizioni più da "falco", dichiarando giovedì di sostenere il graduale rialzo dei tassi d'interesse Usa che, alla fine, porterà a una politica modestamente restrittiva. Tendenza che sarà rafforzata dalle misure volute dal presidente Donald Trump in tema di tagli fiscali e investimenti pubblici. "Questa prospettiva suggerisce un percorso politico che vada in modo graduale dal moderatamente accomodante di oggi al neutrale e, nel tempo, modestamente al di sopra della neutralità", ha sottolineato Brainard parlando al Forecasters Club di New York. Brainard si è detta non particolarmente preoccupata della cosiddetta inversione della curva dei rendimenti dei Treasury Usa (con i titoli di breve termine che hanno un rendimento più elevato rispetto ai loro pari più datati), che diversi altri esponenti della Fed considerano rischiosa, visto che il fenomeno ha preceduto nove recessioni dal 1955. "Anche se considero la curva dei rendimenti un segnale importante di quanto stiano diventando difficili le condizioni finanziarie è solo uno di diversi indicatori di rilievo", ha concluso.
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