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Immagine del redattoreAntonio Arricale

GLI USA ANNUNCIANO NUOVI DAZI ALLA CINA PER 200 MILIARDI. PECHINO: REAGIREMO

La Casa Bianca ha annunciato martedì l'introduzione di nuovi dazi del 10% su altre merci made in China per complessivi 200 miliardi di dollari. Le misure riguarderanno prodotti che vanno dal pesce alle valigie.

Le nuove imposte arrivano dopo quelle, inizialmente 34 miliardi di merci cinesi, in vigore da settimana scorsa cui Pechino ha immediatamente risposto con sue nuove tariffe sull'export Usa. "Come in precedenza, gli Stati Uniti sono disposti a impegnarsi in iniziative che possano portare a una risoluzione delle nostre preoccupazioni sulle pratiche commerciali sleali della Cina e spingere Pechino ad aprire il suo mercato a beni e servizi Usa", ha spiegato lo U.S. Trade Representative Robert Lighthizer.

I nuovi dazi non entreranno in vigore comunque per almeno due mesi, ha sottolineato l'amministrazione di Donald Trump, lasciando tutto il tempo alle aziende Usa di commentare la scelta dei prodotti e per le parti di avviare nuovi negoziati. A stretto giro è comunque arrivata la replica di Pechino, con il ministero del Commercio che si è detto "scioccato" e ha sottolineato di non potere fare altro che rispondere alla mossa Usa. Secondo Pechino le azioni di Washington "irrazionali e impopolari colpiscono la Cina, l'intero mondo e gli stessi Usa". Il ministero ha aggiunto che presenteranno reclamo presso la World Trade Organisation "sull'unilateralismo americano".


Borse europee ed asiatiche in calo

Il FTSE MIB segna -1,29%, il FTSE Italia All-Share -1,21%, il FTSE Italia Mid Cap -0,78%, il FTSE Italia STAR -0,73%.

Mercati azionari europei in flessione: il FTSE 100 segna -1,25%, DAX -1,12%, CAC 40 -0,97%, IBEX 35 -1,17%.

Mercato azionario giapponese negativo, il Nikkei 225 stamattina ha chiuso a -1,19%. In ribasso anche le borse cinesi: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen ha terminato a -1,73%, l'Hang Seng di Hong Kong -0,02%, il Kospi di Seul -0,59%.

L’Asx all Ords di Sydney -0,67.


Juventus FC (-2,9%)

A Piazza Affari occhi sul titolo della Juventus Fc. Stamattina le contrattazioni sono registrate in correzione dopo l'annuncio ufficiale dell'ingaggio di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid per 100 milioni di euro, oltre il contributo di solidarietà previsto dal regolamento FIFA e oneri accessori per 12 milioni. Al calciatore un contratto di 4 anni a 60 milioni di euro lordi all'anno. Il titolo del club bianconero è in rialzo di oltre il 30% da inizio settimana scorsa, ovvero da quando sono iniziate a circolare le prime voci su CR7.


Ma per Wall Street è il quarto rialzo di fila

Ma a dispetto dell’acuirsi delle tensioni commerciali (dalla Casa Bianca è arrivata la lista dei prodotti cinesi per 200 miliardi di dollari su cui saranno applicati dazi del 10%), ieri Wall Street ha registrato il quarto rialzo di fila (striscia più lunga dall'inizio di giugno) e con il Dow Jones Industrial Average che si è apprezzato dello 0,58% a 24.919,66 punti, nella migliore performance tra i tre principali indici Usa.

Il progresso del NYSE è stato sostenuto dai titoli industriali (Boeing e DowDuPont sono stati tra i migliori), anche se la vetta dell'indice delle blue chip Usa è stata conquistata da Procter & Gamble (+2,52%). Non a caso il progresso più netto tra gli undici sottoindici dell'S&P 500 è stato quello del Consumer Staples (l'1,26%), soprattutto per il rally del 4,76% di PepsiCo: il colosso di bibite e snack ha comunicato risultati trimestrali superiore alle attese del mercato, sostenendo sul listino anche la rivale storica Coca-Cola (quarto migliore titolo del Dow Jones, con una crescita dell'1,28%).

Fattore rialzista non secondario, però, è stato anche il petrolio (Energy e Utilities tra i migliori sottoindici ed ExxonMobil e Chevron nella top ten del Dow Jones), con Wti e Brent in rialzo dello 0,40% e dell'1% su nuovi stop alla produzione in Norvegia e Gabon.

L'S&P 500 si è apprezzato dello 0,35% a 2.793,84 punti, sui massimi in cinque mesi. Rimasto fermo sulla parità, invece, il Nasdaq Composite (in crescita di appena lo 0,04% a 7.759,20 punti), a fronte di un moderato guadagno per il settore tecnologico.

La performance più debole è stata registrata per i finanziari (il sottoindice Financials è stato l'unico a chiudere in negativo), con Goldman Sachs e Jp Morgan Chase tra i peggiori del Dow Jones (quest'ultima, insieme alle altre big Citigroup e Wells Fargo, è attesa nei prossimi giorni alla presentazione dei risultati trimestrali).


I DATI MACROECONOMICI IN AGENDA OGGI CON LE PRINCIPALI NEWS

Mercoledì 11 Luglio 2018

14:30 USA Indice prezzi alla produzione giu;

16:00 CA Decisione del tasso di interesse della Boc

16:00 USA Scorte all'ingrosso finali mag;

16:30 USA Scorte settimanali petrolio (EIA);

17:35 GB Intervento Carney (BOE).

Giappone: crescita prezzi produzione accelera al 2,8% annuo

Secondo quanto comunicato dalla Bank of Japan (BoJ), in giugno i prezzi alla produzione nel Sol Levante sono cresciuti del 2,8% annuo, in ulteriore lieve accelerazione rispetto al progresso del 2,7% di maggio (2,0% in aprile), in linea con il consensus. Su base sequenziale l'incremento è stato invece dello 0,2% contro lo 0,6% precedente (0,2% in aprile), anche in questo caso in linea con le attese degli economisti.

Giappone: ordini macchinari industriali in crescita del 16,5%

Secondo quanto comunicato dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, in maggio gli ordini di macchinari industriali core (escludendo cioè quelli per la generazione elettrica e quelli navali) sono rimbalzati in Giappone del 16,5% annuo, in decisa accelerazione rispetto alla precedente crescita del 9,6% (in marzo erano invece calati del 2,4%) e sopra al 10,9% atteso dagli economisti. Su base sequenziale rettificata stagionalmente, invece, si è registrato un declino del 3,7% dopo il balzo del 10,1% di aprile (e la contrazione del 3,9% di marzo) e sopra alla flessione del 4,9% del consensus

Giappone: indice terziario salito dell'1,2% annuo in maggio

Secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Economia, Commercio e Industria, in Giappone l’indice di attività del settore terziario è salito dello 0,1% su base sequenziale in maggio, in netta frenata rispetto all'1,0% di aprile (ma comunque nel secondo incremento consecutivo dopo il declino dello 0,3% di marzo). Il dato si confronta con la flessione dello 0,3% del consensus. Su base annuale l’indice ha segnato invece un rialzo dell'1,2% contro l'1,3% precedente (0,8% in marzo).

Petrolio: Eia conferma stima di output in Usa per il 2018

La U.S. Energy Information Administration (Eia) martedì ha alzato le stime di produzione di greggio in Usa per il 2019, lasciandole però invariate per il 2018. L’ente di Washington, nel suo July Short-Term Energy Outlook, ha confermato a 10,79 milioni di barili al giorno la previsione di output di petrolio nel 2018, migliorando dello 0,3% rispetto all'outlook di giugno quelle relative al 2019, a 11,18 milioni di barili. In tema di prezzo, l'Eia ha aumentato del 2,2% a 69,95 dollari il barile la stima 2018 relativa al Wti, alzando parallelamente dell'1,1% a 71,80 dollari quella sul Brent.

Petrolio: riserve Usa calate di 6,8 milioni di barili (Api)

Secondo le stime riportate martedì dall'American Petroleum Institute (Api), le scorte di greggio in Usa sono calate di 6,8 milioni di barili nella settimana chiusa il 6 luglio scorso. Declino che si accompagna per altro alla contrazione di 1,6 milioni di barili per le riserve di benzina. I dati dell'Api precedono quelli ufficiali della U.S. Energy Information Administration (Eia), che saranno diffusi in giornata. Secondo il consensus di S&P Global Platts l'Eia dovrebbe comunicare una flessione di 4,8 milioni di barili e il parallelo calo di 1 milione di barili per i carburanti. I future sul Wti in consegna ad agosto sono in declino dello 0,70% circa, dopo che martedì al New York Mercantile Exchange avevano chiuso a 74,11 dollari il barile.





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