Fujtivenne! Fujmmincenne! Chi può lo faccia, e subito, senza indugiare oltre. Ma non da Napoli – come già raccomandava Eduardo De Filippo più di trent’anni fa – dall’Italia.
Questo è un Paese dove la cialtronaggine si è fatta governo, a tutti i livelli territoriali. Un Paese dove la classe politica invece di dare esempio di serietà e responsabilità, continua a chiederne impunemente al cittadino. E lo fa con arroganza, infingardaggine, in sprezzo al diffuso stato di bisogno che pure ha generato con le mancate scelte, l’assenza di programmazione, superficialità e improvvisazione, alimentando interessi personali, clientele e burocrazia.
I cittadini hanno avuto comportamenti seri e responsabili per otto mesi. Hanno ubbidito pedissequamente alle grida manzoniane del monarca, vicerè e governatore di turno, senza mai porsi troppe domande. Hanno sopportato con francescana obbedienza la chiusura del Paese e della cassa. Hanno stretto la cinghia, mangiato pane e niente, in molti casi. Creduto alle promesse di un ristoro mai arrivato o arrivato incompleto, col contagocce e con colpevole ritardo. Hanno penduto dalle labbra di professoroni e virologi che pure ci avevano rassicurato sulla banalità influenzale del virus. Medici e scienziati che, invece di stare in corsia o al microscopio, ora fanno a gara per terrorizzarci con la letalità del contagioso morbo, ripetendoci dalle tv di Stato e del mainstream, in ogni ora del giorno, dietro lauto compenso, beninteso, lo stesso tedioso mantra: state a casa.
Dunque, ci rinchiudono nel lazzaretto, ci isolano nel ghetto, e ancora una volta ci nascondono la verità.
Ci dicono soltanto di stare buoni, di pazientare in attesa del vaccino, che peraltro starebbe per arrivare, anche se nessuno sa bene quando. Il quale, però, se anche fosse dietro l’angolo, se anche arrivasse nella gerla di Babbo Natale – come dice Conte, premier per caso, mai eletto – che cosa cambierebbe, questo benedetto vaccino, rispetto alla situazione attuale?
Perché – è evidente – al momento la richiesta pressante non è il vaccino, la cui funzione, peraltro, sarebbe semmai quella di prevenire altre ondate pandemiche: la priorità è la cura dell’infezione, ora e subito, non domani, fra tre mesi o un anno.
Ecco perché, fra le molte, i signori della politica e della scienza dovrebbero innanzitutto rispondere chiaramente ad una sola e semplice domanda: questo virus si può curare o no? E se sì, come i numeri reali dell’epidemia farebbero pensare, come si cura? E si può curare anche a casa, visto che la maggior parte degli infettati viene lasciato dai medici a casa?
Sta di fatto che il presidente degli Usa, Trump, è guarito in pochi giorni. Vabbè, ma quello è americano. Ma anche Berlusconi, nonostante sia un soggetto a rischio, per età, patologie pregresse eccetera, è guarito in tre giorni. E non parliamo di Briadore. O di chi sa quanti altri ricchi, belli e famosi di cui non si sa.
Dunque, la cura esiste? O, forse, sarebbe meglio dire, esiste solo per i ricchi?
Perché se la cura esiste, è evidente che la colpa dell’insufficienza delle strutture sanitarie, della gestione della macchina burocratica è soltanto dei politici, dei medici raccomandati dalla politica, della burocrazia che si alimenta della cattiva politica, i quali non hanno saputo gestire la cosa pubblica, tutelare la salute pubblica, e quindi non si sono dimostrati all’altezza del compito che vi sono assegnati.
Hai voglia a dire: il Covid 19 è un fatto nuovo, del tutto inaspettato (davvero?), eccezionale, chiunque al posto di Conte, Fontana, De Luca, dei sindaci si sarebbe trovato in difficoltà. E infatti non li abbiamo criticato all’inizio, quando pure hanno improvvisato e commesso errori gravi, che gli abbiamo volentieri perdonato. Ma ora no, hanno avuto otto mesi di tempo per studiare, capire, intervenire. Se non l’hanno utilizzato bene, questo tempo, la colpa non è certamente dei cittadini, ma soltanto loro. E già solo per questo dovrebbero andare via! Subito!.
Ma torniamo alla cura. Anche ammesso che la medicina per guarire dal virus esista solo per i ricchi (e per la qualcosa, peraltro, non vedo perché dovremmo - per dire - continuare a pagare le tasse finanche sull’assicurazione dell’auto, oltre al tiket, alle trattenute sullo stipendio e le devoluzioni a Teleton per sostenere il sistema sanitario nazionale e la ricerca) che cosa impedisce di estenderla a tutti i poveri e comuni cittadini, visto che poi si chiede al Paese nella sua interezza di indebitarsi per accedere ai soldi del recovery fund (risorse di cui pure vi riempite la bocca, voi politici, in ogni dichiarazione)?
Insomma, se – dopo il dramma dei morti di Brescia – la cura per tenere a bada il virus s’è finalmente trovata, perché allora chiudete di nuovo il Paese, costringendo la gente – questa volta davvero – a morire di fame, di assenza di lavoro, di depressione, di disperazione oltre che di patologie mediche gravi che non sono riconducibili alla pandemia?
Perché c’è anche questa faccia della medaglia, al di là della situazione economica gravissima in cui i politici hanno precipitato il Paese.
Negli ultimi otto mesi, infatti, mentre il Comitato tecnico scientifico in cui avete cooptato di tutto e di più, guardandovi però bene di lasciare fuori i più grandi luminari, si divideva tra Tv e interessi farmaceutici; mentre convocavate Stati generali che non hanno prodotto nessun piano B; mentre nominavate commissari straordinari che neanche le mascherine sono riusciti a fornirci; mentre giocavate con banchi a rotelle da Telese e Parenzo su La7, banchi ordinati ad improbabili imprese che infatti ancora li hanno fornite alle scuole (e dove, in vero, a tutt’oggi spesso mancano le cose più elementari: dalla carta igienica ai detergenti ai disinfettanti); mentre sfornavate Dpcm e ordinanze in spregio alle più elementari regole democratiche; mentre facevate questo ed altro ancora, a causa delle vostre insulse misure anti-Covid:
– oltre 18 milioni di cure mediche sono “saltate”; 13 milioni di visite specialistiche sono state sospese; 300 mila ricoveri ordinari non sono stati effettuati; 500 mila interventi chirurgici e 4 milioni gli screening oncologici non sono stati fatti o rimandati. Avete, cioè, nel frattempo, determinato colpevolmente la distruzione del sistema sanitario nazionale e l'eliminazione di fatto del diritto alla salute, che pure dite essere costituzionalmente garantito, diritto che fu vera conquista di un Paese civile, democratico, orgoglioso, laborioso e serio.
Per non dire, inoltre, dei danni istituzionali, civili e strutturali che dalla negletta condotta di questa classe politica sono derivati e che finiranno per aggravarsi ulteriormente e, forse, irrimediabilmente con la reiterazione di quelle stesse misure.
E che saranno causa – chissà se l’hanno capito – dell’indebolimento della popolazione, dell’aumento della mortalità (e non per il Covid), della maggiore predisposizione a contrarre gravemente qualunque tipo di infezione, sia contagiosa che non contagiosa; dell’aumento delle infezioni ospedaliere, che già da prima uccidevano 50 mila persone l'anno; della diminuzione delle autopsie (nei deceduti per altre cause che sono stati trovati positivi al Covid) con riduzione delle capacità di controllo epidemiologico della popolazione; dell’aumento della spesa sanitaria, costringendoci infine a doverci rivolgere alla sanità privata per qualsiasi tipo di assistenza, dopo aver pagato direttamente e indirettamente quella pubblica, magari indebitandoci. A cominciare, paradossalmente, proprio dai banali tamponi, che già oggi – per averli in tempi brevi – il cittadino è costretto a pagare.
Ecco perché non ci resta, ormai, che scappare da questo Paese. Oppure, come hanno pensato bene di cominciare a fare a Napoli, accompagnare questa classe politica alla porta con il più solenne Vaffa… così come la stessa ci ha insegnato!
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