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Immagine del redattoreAntonio Arricale

FINE OTTAVA IN VERDE PER LE BORSE. CRIPTOVALUTE, C’E’ IL RICONOSCIMENTO DELL’UE

A Piazza Affari il FTSE MIB segna +0,28%, il FTSE Italia All-Share +0,29%, il FTSE Italia Mid Cap +0,30%, il FTSE Italia STAR -0,01%. In rialzo, però, sono tutti i mercati azionari: il FTSE 100 +0,38%, DAX +0,15%, CAC 40 +0,28%. Unica eccezione l’IBEX 35 che a metà giornata registra -0,38%.

In netto rialzo ha chiuso anche il mercato azionario giapponese con il Nikkei 225 a +1,85%. Anche le borse cinesi sopra la parità con la sola eccezione di Shanghai che in finale di seduta ha chiuso con lo Shenzhen SE Index a – 0,23%, mentre l'Hang Seng di Hong Kong +0,16%, il Kospi di Seul +1,13% ed l’Asx di Sydney + 0,03%.

Positiva anche Wall Street, ieri, con l’indice S&P 500 a +0,87%, il NASDAQ Composite a +1,39% e il Dow Jones Industrial +0,91%.

MERCATI ASIATICI

A sostenere i mercati, in chiusura di ottava, l'attenuarsi delle tensioni commerciali sull'emergere di segnali per una possibile ripresa dei negoziati tra Washington e Pechino. Giornata più contrastata, si è detto, per le piazze cinesi sulla scorta della pubblicazione dei dati relativi alla bilancia commerciale di Pechino: in giugno l’export dalla Cina, calcolato in dollari, è salito dell'11,3% annuo, in ulteriore frenata rispetto al 12,6% di maggio (12,7% in aprile) ma sopra al 10,0% del consensus di Reuters.

L’import è invece cresciuto del 14,1% annuo, in netto rallentamento rispetto al 26,0% di maggio e ampiamente sotto al 20,8% atteso dagli economisti.

L'It spinge Wall Street e il Nasdaq supera quota 7.800 punti

Al traino dei guadagni dell’It e sulla spinta dei positivi dati macroeconomici Wall Street ieri ha chiuso in verde. Il migliore dei tre principali indici Usa è stato infatti il Nasdaq Composite, in rialzo dell'1,39% al nuovo record di 7.823,29 punti.

E lo sfondamento di quota 7.800 punti per il Nasdaq si accompagna ai netti apprezzamenti di Cisco Systems (2,37% il progresso in chiusura), Intel (2,25%) e Microsoft (2,17%), che si piazzano nelle prime tre posizioni di un Dow Jones Industrial Average in crescita dello 0,91% a 24.924,89 punti.

Sul fronte valutario, il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, ha invertito la tendenza iniziale apprezzandosi dello 0,10% mentre i Treasury decennali sono rimasti poco mossi, consolidandosi sui massimi di oltre una settimana.

Petrolio a due velocità: il Wti si è deprezzato dello 0,20% contro il guadagno dell'1,10% del Brent, dopo che l'International Energy Agency (Iea) ha ammonito che il cuscinetto di riserve globali "potrebbe essere allungato al limite" a causa delle perdite di produzione in diversi Paesi.

Tra i singoli titoli, da segnalare il crollo del 12,05% di L Brands al Nyse (seconda peggiore performance dell'S&P 500 dopo quella di Broadcom), su risultati relativi alle vendite di giugno che evidenziano una frenata per il retailer Usa del settore abbigliamento (noto soprattutto per il brand dell’intimo Victoria’s Secret).

CRIPTOVALUTE

L’Europa si avvia a riconoscere ufficialmente le criptovalute, o meglio, le valute virtuali, unico termine – quest’ultimo- utilizzato in luogo delle criptomonete.

Il punto di svolta per il settore è atteso nei prossimi giorni sulla scorta della dell’entrata in vigore della Direttiva Ue 2018/843 di Parlamento e Consiglio europeo. La direttiva avrà forza già con la fine mese, ma dovrà essere recepita dai singoli Stati Ue entro il 10 gennaio del 2020.

L’Ue ha definito le monete virtuali come una rappresentazione di valore digitale accettata da persone sia fisiche che giuridiche che la considerano a tutti gli effetti un mezzo di scambio. Una definizione, questa, utilizzata dalla BCE già nel 2016 nel suo “Opinion” sulla prevenzione del sistema finanziario da riciclaggio e terrorismo.

Le criptovalute, ha aggiunto l’Unione europea, possono essere trasferite, memorizzate e anche inviate elettronicamente. Possono essere utilizzate per una molteplicità di scopi e possono fungere da prodotto di investimento, di riserva o altro.


NEWS

Germania: Indice dei Prezzi all'Ingrosso in crescita a giugno

In Germania l'Ufficio di Statistica Destatis ha comunicato che l'Indice dei Prezzi all'Ingrosso (Wholesale Price Index) nel mese di giugno è aumentato del 3,4% rispetto a un anno fa dal +2,9% della lettura precedente. Su base mensile il WPI è cresciuto dello 0,5% dopo l'incremento dello 0,8% di maggio e dello 0,5% ad aprile. Gli analisti avevano previsto un incremento dello 0,4%.


Giappone: crescita produzione industriale confermata al 4,2%

Secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Economia, Commercio e industria, in maggio la produzione industriale è aumentata in Giappone del 4,2% annuo, in ulteriore miglioramento rispetto alla crescita del 2,6% della lettura finale di aprile (2,4% in marzo) e sopra al 3,4% atteso dagli economisti. Viene confermata quindi la lettura preliminare di fine giugno, così come per quella su base mensile, calata dello 0,2% contro il progresso precedente dello 0,5% (1,4% in marzo) ma ampiamente meglio rispetto al declino dell'1,1% del consensus del Nikkei.


Per Powell gli sforzi di Trump potrebbero rivelarsi negativi

Secondo Jerome (Jay) Powell, gli sforzi dell'amministrazione di Donald Trump per abbassare le tariffe commerciali applicate sulle merci Usa potrebbero rivelarsi negativi per l'economia statunitense, sfociando in imposte più elevate "per molti prodotti e servizi". "Ci si possono immaginare situazioni molto impegnative, in cui l'inflazione aumenti e l'economia si indebolisca", ha aggiunto il chairman della Federal Reserve (Fed) in un'intervista al programma radiofonico Marketplace. D'altra parte se Trump raggiungesse il suo obiettivo ciò sarebbe molto positivo. "È molto difficile stare qui oggi e dire in quale direzione si stia andando", ha ammesso Powell, che ha aggiunto di non sentirsi "preoccupato" per le possibili pressioni politiche, visto che il suo compito è portare avanti il mandato della Fed e risponderne al Congresso Usa. "Abbiamo una lunga tradizione nel condurre le nostre politiche in modo indipendente. Svolgiamo il nostro lavoro in modo rigorosamente non politico, basato su analisi dettagliate che pubblichiamo in modo trasparente", ha concluso Powell.


Cina: surplus bilancia commerciale sui massimi da dicembre

Secondo i dati diffusi dalla General Administration of Customs (l’autorità delle dogane cinesi), in giugno il surplus della bilancia commerciale della Cina è salito a 41,61 miliardi di dollari dai 24,92 miliardi di maggio (28,38 miliardi in aprile). Si tratta del terzo mese consecutivo di surplus dopo il deficit di 4,98 miliardi registrato a sorpresa in marzo (il primo dopo dodici mesi consecutivi in surplus). Il dato, sui massimi da dicembre, è ampiamente superiore ai 27,61 miliardi del consensus di Reuters.


Cina: crescita dell'export rallenta all'11,3% annuo in giugno

Secondo i dati diffusi dalla General Administration of Customs (l’autorità delle dogane di Pechino), in giugno l’export dalla Cina, calcolato in dollari, è salito dell'11,3% annuo, in ulteriore frenata rispetto al 12,6% di maggio (12,7% in aprile), in quello che comunque è stato il terzo rialzo consecutivo dopo il declino del 2,7% di marzo. Il dato è anche superiore al 10,0% del consensus di Reuters. L’import è invece cresciuto del 14,1% annuo, in netto rallentamento rispetto al 26,0% di maggio (21,5% in aprile) e ampiamente sotto al 20,8% atteso dagli economisti.


Harker (Fed) aperto (ma non convinto) per quattro rialzi

Patrick Harker, president della Federal Reserve Bank (Fed) di Philadelphia, si è detto aperto a quattro rialzi complessivi nel 2018 per i tassi d'interesse Usa, dopo l'incremento deciso nel meeting di 12-13 giugno del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione della Fed che si occupa di politiche monetarie). Harker ha però sottolineato di non essere del tutto convinto e che anzi preferirebbe un tasso d'inflazione più elevato prima di procedere con ulteriori aumenti del costo del denaro. "Se c'è il rischio d'invertire la curva dei rendimenti, dovremmo cercare di evitarlo. Non c'è una ragione convincente in questo momento sulla necessità di avere quel quarto rialzo, a meno che non vediamo l'inflazione iniziare ad accelerare rapidamente", ha aggiunto Harker, che quest'anno non è membro votante del Fomc.





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