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Immagine del redattoreAntonio Arricale

ESMA:STOP ALLE OPZIONI BINARIE E LIMITI AI CFD

Grandi novità in arrivo nel mondo del trading on line. Anzi, grandi limitazioni: a salvaguardia dei piccoli investitori per i quali gli strumenti a leva e, in particolare, opzioni binarie e contatti per differenza (Cfd) sono evidentemente troppo pericolosi.

A conclusione di uno studio dei conti dettagliati dei traders da cui emerge che due terzi degli investitori (ma in alcuni casi si arriva quasi al 90% dei casi) perde puntualmente soldi (da 1600 a 29 mila euro) l’Esma (l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati) ha deciso di intervenire ponendo rigidi paletti (e tuttavia temporanei) a queste attività finanziarie.

Insomma, applicando per la prima volta la Mifid II (vale a dire, la nuova normativa europea che regola il mercato dei servizi finanziari) l’Esma intanto ha vietato le opzioni binarie (una sorta di rosso e nero più simile ad una scommessa che ad un investimento) quindi deciso di limitare i contratti per differenza.

La decisione è accompagnata da una nota che giustifica il provvedimento sulla scorta della “complessità e mancanza di trasparenza di questi prodotti; effetto leva eccessivo per i Cfd e rendimento negativo atteso strutturale e conflitti di interesse esistenti tra fornitori e rispettivi clienti nelle opzioni binarie; disparità tra rendimento atteso e rischio di perdita”.

“Per la prima volta le nuove misure sui Cfd assicureranno che gli investitori non possano più perdere importi superiori a quanto investito, limiteranno l'uso della leva finanziaria e degli incentivi e forniranno un avviso sui rischi per gli investitori”, ha spiega il presidente dell’autorità Steven Maijoor (nella foto). “Quanto alle opzioni binarie, il divieto che l'ESMA rende pubblico è necessario per tutelare gli investitori, alla luce delle peculiarità di questi prodotti” dove “la combinazione di una promessa di alti rendimenti e piattaforme digitali che favoriscono le negoziazioni, il tutto in un ambiente di tassi di interesse storicamente bassi, ha creato un'offerta interessante per gli investitori al dettaglio” ma anche perdite significative.

Come si diceva, tuttavia, il divieto è temporaneo e limitato al trimestre che intercorre dalla pubblicazione del provvedimento nella Gazzetta europea del 23 marzo, anche se può essere prorogato per altri 3 mesi.





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