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Immagine del redattoreAntonio Arricale

Elezioni: per l’Italia, dietro l’angolo c'è il rischio di finire come la Grecia

A trent’anni dalla gigantesca speculazione del fondo Quantum di Soros sulla lira


Il finanziere George Soros

Tra elezioni che non si sarebbero dovuto tenere (non ora, ovviamente), una crisi politico-energetica senza precedenti e una guerra anomala – combattuta peraltro per procura – nella quale però l’Europa c’è dentro fino al collo (anche se non vuole ammetterlo) ascoltare di giorno in giorno gli argomenti e le proposte dei responsabili (dire leader sarebbe francamente eccessivo) di quasi tutti i partiti per venirne fuori, oltre che offendere l’intelligenza dei cittadini predispone oggettivamente sempre più all’astensione piuttosto che alla partecipazione al voto.

Per di più, c’è poco da “turarsi il naso”, come pure consigliava in altra epoca e contesto politico, sebbene analogamente di crisi, il grande Indro Montanelli, consigliando di scegliere al peggio il minore dei mali. Il fatto è che neanche questa opzione sembra esserci data. O per dirla come si dice da queste parti: qui non hai davvero dove fare la fetta.

La distanza tra il ceto politico e la gente – un tempo si sarebbe detto il popolo – sta diventando perciò siderale. E, conseguentemente, difficile se non impossibile riporre la fiducia da qualche parte. Ora, ditemi voi: ma come si fa ad alimentare la prospettiva di fare nuovo debito con la situazione economica che il nostro Belpaese si ritrova?

Per quanti li avessero dimenticati, cito due ma più che significativi dati della situazione attuale del Paese. L’Italia ha 2,7 trilioni di euro di cambiali da pagare, cioè di titoli del debito statale che sono in mano a grandi fondi di investimento o, se preferite, creditori istituzionali. Il rapporto debito/Pil è al livello record di tossicità del 150%. L’inflazione, giusto per gradire, è al 9% e i tassi di interesse sono pertanto inevitabilmente destinati a salire.

Insomma, la situazione è come quella del Titanic ma la classe politica, invece di azionare il radar e tutti gli strumenti e le procedure prudenziali atti a schivare i rischi connessi alle tempestose condizioni di navigazione, propone di non interrompere il ballo e di continuare a divertirsi.

Da non credere. Appunto. E la gente non ci sta, anche se – purtroppo – non sa proprio che pesci prendere o a quale santo affidarsi.

Ps: Il prossimo 16 novembre saranno esattamente 30 anni da quel maledetto “mercoledì nero”, giorno in cui il finanziere George Soros con il suo fondo Quantum orchestrò una colossale operazione di speculazione sulla lira e sulla sterlina costringendo le due monete ad abbandonare lo Sme. A buon intenditor...

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