Draghi getta la spugna. Le dimissioni del Premier arrivano nel giorno del consueto meeting mensile della Banca centrale europea, istituto presieduto appunto da Super Mario tra il 2011 e il 2019 con autorevolezza e determinazione. Famoso – si ricorderà – il suo “Whatever it takes” ed il successivo armamento del bazooka monetario, con cui salvò la moneta unica e l’economia continentale da implosione certa.
E quella di oggi – fanno notare gli economisti – non sarà di certo una riunione di routine per la Bce, chiamata infatti con altissime probabilità ad inaugurare una nuova era con il primo rialzo dei tassi negli ultimi undici anni e, dunque, la fine dei tassi negativi.
Va ricordato che la BCE ha più volte affermato che nella riunione di luglio avrebbe alzato i tassi di 25 punti base, ma negli ultimi giorni sono aumentate le speculazioni su possibili aumenti più marcati sul costo del danaro. Se da un lato, infatti, l'impennata dell'inflazione potrebbe giustificare un aumento dei tassi di 50 punti base, dall'altro una modifica così netta della guidance rappresenterebbe un elemento negativa per la credibilità e la prevedibilità perseguite da Francoforte.
Insomma, il consensus degli addetti ai lavori è attestato al momento su un rialzo di 25 punti base, ed un aumento di 50 punti base molto più probabile tra tre mesi.
Sempre le indiscrezioni della vigilia – e riportate dalla stampa inglese – riferiscono che il “board di Francoforte sta cercando di raggiungere un accordo anche per fornire aiuto ai Paesi indebitati, come l'Italia, sul mercato obbligazionario se questi si atterranno alle regole della Commissione europea sulle riforme e sulla disciplina di bilancio”. Tra questi, gli obiettivi fissati dalla Commissione per ottenere i finanziamenti dal Fondo di ripresa e resilienza (Pnrr) dell'Unione europea e dal patto di stabilità e crescita, quando sarà ripristinato l'anno prossimo dopo la pausa dovuta alla pandemia, hanno riferito le stesse fonti.
E, dunque, si attendono con trepidazione anche le decisioni sul piano anti-spread, proprio quando le vicende politiche italiane aumentano le attenzioni sulla nostra politica, possibile elemento di instabilità per tutta l’eurozona.
Dopo le decisioni sui tassi attesa per le 13.45, alle 14.30 ci sarà la consueta conferenza stampa di Christine Lagarde, molto attesa.
Nell’attesa, l’euro guadagna leggermente nei confronti del dollaro, con la coppia EUR/USD scambiata a 1,022 (+0,42%).
Da aggiungere che sui mercati la crisi di governo ha spinto verso il basso il Ftse Mib e l’indice principale di Milano registra al momento un calo dell’1,43%, mentre lo spread tra BTP e Bund terminava a 232 punti, in rialzo del 7,27%.
“In merito al mercato obbligazionario, crediamo che i timori degli investitori su un lungo periodo di instabilità politica in Italia possano portare lo spread nel breve termine a 250 punti base e nel medio sui 300 pb”, ha commentato Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia.
Dissonanti, invece, gli altri indici europei con il Cac 40 (+0,37%) e l’Ibex 35 (+0,10%) in verde al contrario di Ftse 100 (-0,42%) e Dax (-0,35%) in rosso.
Con il rischio politico di nuovo in aumento in Italia, ci sarà una forte attenzione per lo strumento anti-frammentazione della BCE, su cui però è probabile che non vengano ancora svelati tutti i particolari. "Ciò che riveste maggiore importanza per i movimenti di mercato sono i dettagli relativi al nuovo strumento anti-frammentazione, ora denominato TPM (Transmission Protection Mechanism) - afferma Peter Goves, Fixed-Income Research Analyst di MFS Investment Management - È plausibile che uno strumento completo non sia ancora operativo, ma è molto probabile che la Lagarde fornisca alcuni dettagli sul meccanismo e la sua applicabilità. Naturalmente, gli sviluppi politici idiosincratici dell'Italia non sono arrivati al momento giusto e potrebbero mantenere ampi gli spread nonostante questa nuova iniziativa della BCE".
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