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Immagine del redattoreAntonio Arricale

DAZI E NFP, OCCHI PUNTATI SUGLI USA. DRAGHI AFFOSSA BITC

L’ottava si chiude con gli occhi puntati sugli Usa. Oggi infatti sono attesi (ore 14,30) i dati Non Farm Payroll (vale a dire, il numero delle Buste paga del settore non agricolo: industria e servizi) che arriveranno a rimorchio della firma del presidente Donald Trump sul decreto di introduzione dei dazi. Il provvedimento, dopo i nuovi dazi sulle lavatrici e sui pannelli solari, introduce dazi al 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio. Inutile aggiungere che l’introduzione de dazi hanno già determinato alcune conseguenze sull’andamento dei titoli all’acciaio e all’alluminio, in particolare quelli legati al settore siderurgico in Europa. (ArcelorMittal cede l'1,05%, mentreThissenKrupp arretra dell'1,56%). Va detto che Trump ha escluso dal provvedimento Canada e Messico e anche l’Europa si attende di esserne esclusa. Trump ha aggiunto infratti che le misure protezionistiche potrebbero non essere applicate anche ad altri paesi.

I dazi entreranno in vigore nel giro di 15 giorni e potrebbero essere alzati o abbassati in qualsiasi momento.

Nell’attesa, ovviamene, l’offensiva protezionistica continua a spaventare non soltanto i mercati, ma anche le banche centrali. Nella riunione di ieri della Bce – che come si sa ha lasciato invariato i tassi di riferimento – Mario Draghi ha calcato non poco sul punto, definendo i problemi commerciali come un rischio da non sottovalutare.

Di tenore decisamente positiva, invece, la notizia dell'allentamento delle tensioni tra Washington e la Corea del Nord. Trump ha infatti accettato l'invito di Kim Jong Un per un meeting in maggio.

Ma intanto veniamo alla situazione odierna delle borse. Le piazze europee hanno aperto la seduta all'insegna della debolezza e restano in surplace. L'indice Stoxx Europe 600 cede lo 0,1%, il Dax30 di Francoforte lo 0,47%, il Cac40 di Parigi lo 0,16%, il Ftse100 di Londra lo 0,03.

Positivo invece il mercato azionario giapponese, il Nikkei 225 termina a +0,47%.

In verde anche le Borse cinesi: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen chiude a +0,77%, l'indice Hang Seng di Hong Kong a +1,11%.

La Borsa di New York precedentemente ha chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,38%, l'S&P 500 lo 0,45% e il Nasdaq Composite lo 0,42%.

I DATI MACROECONOMICI ATTESI OGGI

Venerdì 9 marzo 2018

14:30 USD Buste paga del settore non agricolo (Feb);

14:30 USD Tasso di disoccupazione (Feb).

14:30 CAD Variazione nel livello di occupazione (Feb)

Giappone: BoJ conferma tassi d’interesse e piano di stimolo

La Bank of Japan (BoJ), come largamente atteso (la decisione era stata prevista da tutti i 49 economisti che componevano il consensus di Bloomberg), ha confermato i tassi d’interesse allo 0,10% in negativo introdotto a sorpresa, con una mossa senza precedenti nel Sol Levante, nel meeting del gennaio 2016. Il board dell’istituto centrale nipponico, ancora con otto voti favorevoli e quello contrario di Goushi Kataoka (secondo cui lo stimolo andrebbe invece ampliato a fronte della scarsa possibilità di raggiungere il target d'inflazione del 2%), ha anche mantenuto l’aggressivo piano d'espansione della base monetaria, portato a 80.000 miliardi di yen l’anno (608 miliardi di euro al cambio attuale) nell’ottobre del 2014. Anche se, come nota MarketWatch, l'ammontare reale negli ultimi dodici mesi è stato pari a 55.000 miliardi (418 miliardi di euro). La BoJ non ha per ora fornito indicazioni su una possibile tempistica per la normalizzazione delle sue politiche in linea con quanto fatto dalla Federal Reserve o dalla Banca centrale europea che, quanto meno, si è data un orizzonte temporale.

VALUTE E COMMODITIES

Euro-dollaro sostanzialmente stabile a 1,231. Stabile anche l’oro a 1.318,5 dollari l'oncia. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) archivia la giornata di ieri con guadagno frazionale dello 0,28%.

CRIPTOVALUTE

Il presidente della BCE Mario Draghi ieri ha lanciato un avvertimento alle banche sulle criptovalute, sottolineando che si tratta di un investimento "ad alto rischio" e "non regolamentato". Le dichiarazioni sono state una doccia fredda per le monete virtuali, soprattutto per la più nota Bitcoin, che ha bucato anche la soglia dei 6.000 dollari, dopo aver già perso molto sulla scia del precedente stop posto da Lloyds. Nel corso degli scambi in Asia la scorsa notte, Bitcoin ha toccato un minimo di 5.995 dollari per poi assestarsi a 6.132 dollari in ribasso dlel'11,3%. Stesso destino per le altre criptovalute, come l'Ethereum che perde oltre il 17% a 577 dollari, il Litecoin il 14% a 107 dollari ed il Ripple il 13% a 0,60 dollari.





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