L'euro è scivolato così a 1,1268 dollari, ai livelli più bassi da tre settimane, da un livello di 1,13 indicato, ieri, prima del “sorprendente” annuncio delle decisioni della BCE, vale a dire, lo slittamento dell'arco temporale dei tassi a fine 2019 (era sino all'estate 2019) e le attesissime aste TLTRO a partire da settembre 2019. Una mossa che i mercati non si attendevano, evidentemente, così velocemente.
Oggi la coppia è in ritracciamento e viene scambiata a 1,1215.
Borse europee negative
Ad ogni modo, questa mattina le principali Borse europee hanno aperto l'ultima seduta della settimana in ribasso a causa dei timori per il rallentamento della crescita globale. Al momento, il principale indice di Milano (Ftse Mib) segna -0.71%, il Dax30 di Francoforte cede lo 0,60%, il Cac40 di Parigi lo 0,62%, il Ftse100 di Londra lo 0,90% e così pure l'Ibex35 di Madrid.
In Cina le esportazioni nel mese di febbraio, calcolate in dollari, hanno segnato un crollo del 20,7% annuo, contro il precedente progresso del 9,1% e la flessione del 6,0% del consensus del Wall Street Journal. L’import è invece sceso del 5,2% annuo, in peggioramento rispetto al calo dell'1,5% di gennaio e contro il declino dell'1,4% atteso dagli economisti.
I dati macro attesi, oggi, venerdì 8 marzo 2019
14:30 USA Licenze edilizie gen;
14:30 USA Nuovi cantieri residenziali gen;
14:30 USA Nuovi occupati non agricoli feb;
14:30 USA Indice salari orari feb;
14:30 USA Tasso di disoccupazione feb.
Wall Street giù
La Borsa di New York ha chiuso la seduta in ribasso con gli investitori che, in attesa di novità sul fronte delle trattative commerciali tra Usa e Cina, privilegiano attività a basso rischio. Il Dow Jones ha perso lo 0,52%, l'S&P 500 lo 0,65% e il Nasdaq Composite lo 0,93%.
Wall Street non ha reagito alla pubblicazione del Beige Book dal quale è emersa che l'economia a stelle e strisce ha continuato a crescere ma ad un ritmo leggermente più lento. Inoltre lo "shutdown" ha provocato un rallentamento dell'attività economica in alcuni settori.
Crollo per Shanghai. A Tokyo Nikkei 225 in declino del 2,01%
Dopo un'altra sessione in decisa frenata per Wall Street (peggiore dei tre principali indici Usa ancora il Nasdaq, deprezzatosi giovedì dell'1,13%), alla riapertura degli scambi in Asia la spinta ribassista si è consolidata con gli investitori focalizzati sui timori per il rallentamento della crescita globale. Giovedì la Banca centrale europea aveva rivisto al ribasso le stime di espansione economica nell'Eurozona fino al 2021, ma il colpo più duro per i mercati dell'Asia è arrivato dal dato della bilancia commerciale di Pechino: in febbraio le esportazioni dalla Cina, calcolate in dollari, hanno segnato un crollo del 20,7% annuo, contro il precedente progresso del 9,1% e la flessione del 6,0% del consensus del Wall Street Journal. L’import è invece sceso del 5,2% annuo, in peggioramento rispetto al calo dell'1,5% di gennaio e contro il declino dell'1,4% atteso dagli economisti. E i timori per il rallentamento dell'economia globale si sono concretizzati in una perdita superiore all'1% per l'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, scivolato sui minimi delle ultime due settimane.
Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in moderato ribasso ma resta vicino ai massimi delle ultime dieci settimane e il parallelo rafforzamento dello yen sul biglietto verde contribuisce alla pessima performance di Tokyo: il Nikkei 225 perde infatti il 2,01% in chiusura
Cina: in febbraio crollo del 20,7% annuo per le esportazioni
Secondo quanto comunicato dalla General Administration of Customs (l’autorità delle dogane di Pechino), in febbraio le esportazioni dalla Cina, calcolate in dollari, hanno segnato un crollo del 20,7% annuo, contro il precedente progresso del 9,1% (4,4% il declino di dicembre) e la flessione del 6,0% del consensus del Wall Street Journal. L’import è invece sceso del 5,2% annuo, in peggioramento rispetto al calo dell'1,5% di gennaio (7,6% la contrazione dicembre) e contro il declino dell'1,4% atteso dagli economisti.
Cina: surplus della bilancia commerciale crollato a febbraio
Secondo i dati diffusi dalla General Administration of Customs (l’autorità delle dogane cinesi), in febbraio il surplus della bilancia commerciale della Cina è crollato a 4,12 miliardi di dollari dai 39,16 miliardi di gennaio (57,06 miliardi in dicembre). Si tratta dell'undicesimo mese consecutivo di avanzo dopo il deficit di 4,98 miliardi registrato a sorpresa in marzo (il primo dopo dodici mesi di fila in surplus) ma il dato è ampiamente inferioe ai 24,45 miliardi del consensus del Wall Street Journal. Per i primi due mesi dell'anno, abitualmente accorpati visto che comprendono le festività del Capodanno lunare, export e import sono calati del 4,6% e del 3,1% annuo rispettivamente, per un surplus della bilancia commerciale di 43,3 miliardi di dollari.
Giappone: crescita Pil quarto trimestre rivista all'1,9%
Secondo quanto reso noto dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, il Pil del Giappone è salito dell'1,9% annuo nel quarto trimestre 2018, contro il precedente declino del 2,6% (3,0% il progresso del secondo trimestre) e l'1,4% della lettura preliminare. Rivista al rialzo anche la crescita su base sequenziale dallo 0,3% allo 0,5% contro la flessione dello 0,7% del terzo trimestre (0,8% l'incremento del secondo trimestre). Le stime degli economisti erano invece per un progresso dell'1,7% su base annua e dello 0,4% sequenziale.
Giappone: salari reali cresciuti dell'1,1% annuo in gennaio
Secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Salute, Lavoro e Welfare di Tokyo, in gennaio i salari medi totali sono aumentati in Giappone dell'1,2% annuo, in ulteriore rallentamento rispetto all'1,5% della lettura finale di dicembre (1,7% in novembre). I salari reali sono invece cresciuti dell'1,1% annuo come in dicembre (0,8% l'incremento di novembre).
Giappone: a gennaio spesa famiglie cresciuta del 2,0% annuo
Secondo quanto comunicato dal ministero di Affari interni e Comunicazione nipponico, la spesa delle famiglie in Giappone è cresciuta del 2,0% annuo in gennaio, contro il precedente rialzo dello 0,1% (0,6% il calo di novembre) e la flessione dello 0,5% del consensus. Su base mensile i consumi sono invece saliti dello 0,7% contro il declino dello 0,1% di dicembre (1,1% l'incremento di novembre).
Giappone: a febbraio Economy Watchers cresciuto a 47,5 punti
L'Ufficio di Gabinetto nipponico ha comunicato il dato relativo all’Economy Watchers corrente (sondaggio che determina la fiducia tra i lavoratori in Giappone in relazione all'attività economica e permette di anticipare la spesa dei consumatori) che segna un recupero dopo due mesi consecutivi in frenata. In febbraio, infatti, l'indice è cresciuto a 47,5 punti dai 45,6 punti della lettura finale di gennaio (46,8 punti in dicembre), quando si era attestato sui minimi dai 45,6 punti dell'agosto 2016. Il dato si confronta con attese degli economisti per un progresso a 46,2 punti.
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