Nonostante i timori di una guerra commerciale le principali Borse europee si muovono in rialzo. L'indice Stoxx Europe 600 guadagna lo 0,2%, Il FTSE MIB segna +0,45%, il Dax30 di Francoforte lo 0,59%, il Cac40 di Parigi lo 0,46% e il Ftse100 di Londra lo 0,31%.
Poco mosso l'euro, che mantiene le posizioni della vigilia nei confronti del dollaro a 1,2372 dollari e scende sullo yen a 131,23 in avvio degli scambi in Europa. Lo spread tra BTp e Bund apre stabile a 141 punti con un rendimento al 2,01%.
Quotazioni del petrolio stabili con le quotazioni del greggio Wti che si mantengono sui 61 dollari al barile mentre il Brent guadagna 4 centesimi a 64,93 dollari. Oro in crescita a 1324 dollari l'oncia.
Il Nikkei 225 ha chiuso in rialzo dello 0,12%, l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen ha chiuso a -0.01%, l'indice Hang Seng di Hong Kong a +0,34%.
La tendenza contrastata per i mercati d'Oriente è confermata dall'andamento dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che si muove intorno alla parità, e dalla performance delle piazze cinesi.
I timori di una guerra commerciale, invece, hanno condizionato gli scambi della borsa di New York che ieri ha chiuso la seduta in ribasso. Il Dow Jones ha perso l'1%, l'S&P 500 lo 0,57% e il Nasdaq Composite lo 0,19%.
Secondo alcune indiscrezioni, infatti, il presidente Trump avrebbe intenzione di imporre dazi sulle importazioni dalla Cina di prodotti tecnologici, delle telecomunicazioni e tessili.
Le paventate misure protezionistiche hanno innescato le vendite sul comparto industriale. Tra le blue chip è stata Boeing a registrare il maggiore ribasso (-2,48%). Male anche il settore delle risorse di base, i finanziari, ed il comparto dei beni di consumo.
Sul fronte macroeconomico il Dipartimento del Commercio ha reso noto che le vendite al dettaglio hanno evidenziato nel mese di febbraio un calo dello 0,1% m/m, dopo un calo dello 0,1% anche a gennaio, risultando sotto le attese fissate su un incremento dello 0,3%. L'indice escluso il comparto auto è cresciuto dello 0,2% dopo l'incremento dello 0,1% precedente (rivisto da +0%). Le attese erano per un indice pari al +0,3%.
L'indice grezzo dei prezzi alla produzione ha evidenziato, nel mese di febbraio, un incremento dello 0,2% su base mensile dopo l'incremento dello 0,4% della rilevazione precedente (consensus +0,1%). Su Base annuale il PPI è salito del +2,8% dal +2,7% precedente (consensus +2,8%). L'indice core (esclusi energetici ed alimentari) è cresciuto dello 0,2% su base mensile (consensus +0,3%). Su base annuale, l'indice Core ha fatto segnare un incremento pari al 2,5%, pari alle attese, dal +2,2% della rilevazione precedente.
Le Scorte delle imprese sono aumentate dello 0,6% nel mese di gennaio, risultando pari alle attese degli analisti e in linea con la lettura precedente (rivista da +0,4%).
I DATI MACROECONOMICI ATTESI OGGI
Giovedì 15 Marzo 2018
08:45 FRA Inflazione finale feb;
13:30 USA Indice Empire State Manufacturing mar;
13:30 USA Indice Philadelphia Fed (manifatturiero) mar;
13:30 USA Indice prezzi importazioni feb;
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
15:00 USA Indice NAHB (mercato immobiliare residenziale) mar;
21:00 USA Acquisti netti att. finanziarie (l/term.) gen.
RUSSIA: ECONOMIA IN ESPANSIONE DEL 2,0% ANNUO IN GENNAIO
Secondo quanto comunicato mercoledì dal ministero per lo Sviluppo economico di Mosca, l'economia della Russia ha registrato un'espansione del 2,0% annuo in gennaio, in accelerazione rispetto al progresso dell'1,4% di dicembre. Era invece dell'1,8% la crescita del Pil stimata dagli economisti. Per quanto riguarda l'inflazione, invece, il ministero ha dichiarato di attendersi che rimanga sotto al target del 4% della Banca centrale di Mosca per tutto il 2018 e potrebbe calare sotto quota 2% in giugno
NUOVA ZELANDA: AL 2,9% ANNUO CRESCITA PIL QUARTO TRIMESTRE
Secondo quanto comunicato da Statistics New Zealand, nel quarto trimestre il Pil neozelandese è progredito su base annuale del 2,9% contro il 2,7% del terzo trimestre (2,8% nel secondo) ma sotto al 3,1% del consensus. Su base sequenziale, invece, l'economia della Nuova Zelanda ha registrato un'espansione dello 0,6% come nel terzo trimestre (1,0% nel secondo), anche in questo caso sotto allo 0,8% atteso dagli economisti.
CRIPTOVALUTE, CROLLA BITCOIN
Continuano le vendite sull’universo delle criptovalute (nel grafico l'andamento di bitcoin). In particolare il prezzo del Bitcoin (-7,71%) ieri si è riportato sui 7.700 dollari, ben al di sotto, dunque, sia della soglia dei 9.000 che degli 8.000 dollari. Al momento, comunque, la regina delle criptovalute quota $ 8.278, 62.
Secondo gli esperti, a penalizzare il prezzo del Bitcoin questa stavolta è stata la decisione di Google di imporre un ban su tutte le pubblicità inerenti l’universo del denaro digitale. Si fa notare, peraltro, che la quotazione ha iniziato a registrare le perdite più imponenti soltanto qualche ora dopo l’annuncio della società. Insomma, una reazione ritardata che ha prodotto una perdita di oltre il 10%.
Se per una parte del mercato la discesa è stata determinata dalla decisione di Google, per un’altra parte di esso la debolezza generalizzata è da imputare invece ancora una volta ai timori relativi ad una stretta normativa globale sulle criptovalute.
Ad ogni modo, ieri la perdita più consistente in termini percentuali è stata registrata da NEM, la numero 12 nella classifica di CMC, che ha perso il 25,24% e attualmente quota a 0,3647 dollari.
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