Fine settimana rovente per i traders: domani ci sono i dati relativi ai Non farm payroll (classico appuntamento del primo venerdì di ogni mese) ma, soprattutto, entreranno in vigore i dazi sulle merci cinesi voluti da Donal Trump e, dunque, in risposta, le tariffe applicate da Pechino sull’export americano. In giornata, invece, sono attesi il dato sulle riserve Usa di petrolio, diffuse dalla U.S. Energy Information Administration (Eia), e soprattutto i verbali relativi al meeting del Federal Open Market Committee (Fomc, la commissione della Federal Reserve che si occupa di politiche monetarie) di 12-13 giugno.
Ieri, intanto, la borsa di New York è stata chiusa per l'Indipendence Day.
In questo contesto, le piazze finanziarie europee quest’oggi si muovono tutte in verde, mentre per le borse dell’area Asia-Pacific è da registrare un nuovo declino.
Ma procediamo con ordine.
Piazza Affari, a Milano, si presenta in ottima forma. Il FTSE MIB segna +1,27%, il FTSE Italia All-Share +1,08%, il FTSE Italia Mid Cap +0,63%, il FTSE Italia STAR +0,77%.
Consolida i livelli della vigilia lo spread attestandosi a 233 punti base, con il rendimento del BTP decennale che si posiziona al 2,66%.
E in verde si muovono anche le altre piazze europee. Il FTSE 100 di Londra segna +0,32%, il DAX 30 di Francoforte +1,0%, il CAC 40 di Parigi +0,24%, l’IBEX 35 di Madrid +0,81%.
Future sugli indici azionari americani positivi: S&P 500 +0,4%, NASDAQ 100 +0,4%, Dow Jones Industrial +0,3%.
Il mercato azionario giapponese, invece, si è detto, ha chiuso in flessione: il Nikkei 225 registra -0,78%. E sotto la parità hanno chiuso anche le borse cinesi: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen poco fa ha terminato a -0,63%, l'Hang Seng di Hong Kong a -1,06%, il Kospi di Seul a -0,35%.
In verde, invece, l’Asx All Ords di Sydney che ha chiuso a +0,43%
Valute e materie prime
Lieve aumento per l’Euro contro il Dollaro Usa che mostra un rialzo dello 0,34%. Sessione debole per l’Oro che scambia con un calo dello 0,25%. Il Petrolio (Light Sweet Crude Oil) è sostanzialmente stabile su 74,05 dollari per barile. Sempre sul fronte valutario, lo yuan è tornato a perdere terreno nei confronti del biglietto verde, dopo che martedì era scivolato sui minimi dall'agosto 2017. Il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è sostanzialmente invariato e il parallelo rafforzamento dello yen ha contribuito al clima ribassista di Tokyo.
Takako Masai, membro del board della Bank of Japan (BoJ), in un incontro con gli imprenditori a Nagato ha di fatto ribadito che l'istituto centrale nipponico deve proseguire con il suo aggressivo programma di allentamento monetario, allontanando l'ipotesi di un ritorno a politiche più restrittive.
Criptovalute
Gli istituti bancari si avviano all’utilizzo della tecnologia blockchain per migliorare le transazioni economiche
L’annuncio è stato dato dal presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro, nel corso di un convegno.
"Il sistema blockchain del registro che sta dietro al bitcoin è un sistema che la banca sta studiando per applicarlo alle transazioni”, ha affermato. Secondo Gros-Pietro, l’attenzione alla nuova tecnologia non riguarda solo Intesa Sanpaolo, ma “tutte le banche più avanzate del mondo”. Bocciate però le criptovalute, definite da Gros-Pietro “un biglietto della lotteria la sera prima dell'estrazione: un asset che dopo poco tempo può avere un grande valore o non valere nulla".
E a proposito di criptovalute, va detto che anche oggi si muovono tutte in verde. Il bitcoin, infatti, quota 6.621,6$ con un incremento del 9,67% negli ultimi sette giorni (+1,51% su ieri). E più o meno stesse performance per Ethereum (473$), Riple (0,4899$), Litecoin (84,96$) e via di seguito. In ogni caso la migliore performance, negli ultimi sette giorni, è di Neo che quota 42,032$ con un incremento di +40,41%.
I DATI MACROECONOMICI
Germania: Fmi taglia stima crescita Pil 2018 dal 2,5% al 2,2%
Il Fondo monetario internazionale (Fmi) taglia la stima di crescita del Pil della Germania nel 2018 al 2,2% dal 2,5% dell'outlook diffuso in aprile. Secondo il Fondo Berlino dovrà affrontare significativi rischi nel breve periodo a causa delle crescenti pressioni protezionistiche e alla minaccia di una Brexit più dura di quanto preventivato. Congiuntura che dovrebbe però rafforzarsi nel lungo e per questo l'outlook relativo al Pil 2019 è stato migliorato e l'espansione dell'economia tedesca è stimata al 2,1% contro il 2,0% precedente.
Germania. Ordinativi alle Fabbriche in ripresa a Maggio
In Germania l'Istituto di Statistica Destatis ha reso noto che a Maggio gli ordinativi alle Fabbriche sono cresciuti del 2,6% su base mensile rispetto al +1,6% di aprile. Il dato è risultato migliore rispetto alle stime degli analisti che si attendevano un valore pari a +1,1%. Su base annuale i nuovi ordinativi nel settore manifatturiero hanno fatto registrare un incremento del 4,4%, decisamente superiore allo 0,8% di aprile.
Olanda. Inflazione stabile a Giugno a +1,7%
In Olanda il Central Bureau of Statistics ha reso noto che i prezzi al consumo sono risultati in crescita dell'1,7% a giugno, su base annuale. Il dato è uguale a quello del mese precedente.
Hong Kong: Pmi Markit/Nikkei resta su minimi da luglio 2016
Terza frenata consecutiva per il manifatturiero di Hong Kong, dopo una striscia di sette mesi di fila sopra la soglia di 50 punti che separa contrazione da espansione. L'indice Pmi stilato da Markit/Nikkei è infatti calato in giugno a 47,7 punti dai 47,8 punti di maggio (49,1 punti in aprile), confermandosi sui minimi dai 47,2 punti del luglio 2016.
Corea del Sud: surplus partite correnti cresciuto in maggio
Secondo quanto comunicato su base preliminare da Bank of Korea (l’istituto centrale di Seoul), in maggio il surplus delle partite correnti è cresciuto a 8,68 miliardi di dollari dagli 1,77 miliardi della lettura finale di aprile (5,18 miliardi in marzo). Il dato, in surplus dal marzo 2012, si confronta con i 4,52 miliardi di un anno prima e si attesta sui massimi dai 10,42 miliardi del settembre 2017.
La Cina non sparerà il primo colpo nella guerra dei dazi
Pechino non sparerà il primo colpo nella guerra commerciale con Washington e non sarà la prima a imporre nuovi dazi. Così si è espresso mercoledì il ministero delle Finanze della Cina. In precedenza fonti citate da Reuters avevano riportato che Pechino minacciava di introdurre nuove imposte su merci Usa per 34 miliardi di dollari a partire da venerdì 6 luglio. Considerando il fuso orario, però, ciò avrebbe messo la Cina nella posizione di agire prima degli Usa, che sempre venerdì è previsto applichino i loro nuovi dazi contro l'export cinese. "La posizione del governo è stata dichiarata molte volte: non spareremo assolutamente il primo colpo e non implementeremo misure tariffarie prima degli Stati Uniti", ha comunicato il ministero. In precedenza Lu Kang, portavoce del dicastero, aveva sottolineato che la Cina è pronta ad agire. "Se gli Stati Uniti pubblicheranno una cosiddetta lista tariffaria, la Cina adotterà le misure necessarie per proteggere con decisione i suoi legittimi interessi", aveva spiegato, come riportato da Reuters.
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