Borse europee tutte sopra la parità, stamattina (unica eccezione il Psi di Lisbona che segna -0,22%) dopo il crollo di ieri di Wall Street e, a ruota, delle piazze finanziarie adriatiche. Ieri, giusto per ricordare, S&P500 ha registrato -3,5%, Down Jones -2,78% e peggio ancora ha fatto il Nasdaq che è sceso del -4,96%. In particolare, Apple, regina del listino, in un giorno ha perso ben 180 miliardi di dollari di capitalizzazione (-8%), stabilendo, per la prima volta nella storia, il record negativo della massima perdita in una seduta. Né è andata meglio per le altre blue chip companies: Amazon -4,7%, Facebook -3,8%. Anche Tesla, uno dei titoli saliti di più negli ultimi mesi, ha perso l’8%, Zoom Video il 10%, Microsoft il 10%.
Con queste premesse, c’era poco da attendersi dai mercati asiatici. Ed infatti il Nikkei ha perso il -1,2%, l’Hang Seng di Hong Kong -1,25%, il Shanghai Composite -1,3%, il Kospi di Seul -1,6%. E però non è stato un giovedì nero per tutte le borse: c’è anche da segnalare un rialzo, modesto, ma non è poco, il listino malesiano di di Kuala Lumpur che ha chiuso con il +0,2%. I forti ribassi di ieri non sono di certo riconducibili a cambiamenti del quadro macro o a improvvisi deterioramenti delle condizioni finanziarie e sono per il momento poca cosa rispetto agli immensi guadagni accumulati dal settore negli ultimi anni: il Nasdaq, a oggi, è in rialzo del +28% da inizio anno e del +70% dai minimi di marzo.
Secondo gli analisti il mercato azionario USA è rimasto in territorio d’ipercomprato troppo a lungo; i tori si sono rafforzati troppo, scoppiando troppo presto. E così giovedì le borse sono crollate, trascinate giù dalla caduta dei titoli tecnologici. I tre indici principali di Wall Street hanno registrato i cali infra-giornalieri più marcati da giugno. E nel frattempo, i dati economici contrastati negli USA accentuano le preoccupazioni per la ripresa, che durerà a lungo.
Ma non c’è da disperarsi, non per tutti almeno. Giornate "storte" come quella dell'11 giugno – informa Info Websim – dove anche allora il Nasdaq perse il 5%, si sono sistematicamente rivelate ottime occasioni di acquisto. Dai 9.558 punti toccati in quella occasione l'indice ha messo a segno un rimbalzo di quasi il +30% fino ai 12.420 punti di ieri mattina.
Ma restiamo ai fatti. La caduta del Nasdaq ha travolto anche altri settori, ma non tutto è stato reso al suolo. Si sono salvati i settori perdenti degli ultimi mesi, le banche, i petroliferi, le società legate ai consumi più tradizionali, come cibo, bevande, telefonia.
COMMODITY Brent (43,70 usd), Wti (41,0 usd). Le tensioni sulle borse si sono parzialmente estese anche al petrolio, in calo dell'1% stamattina per la terza seduta di seguito.
Oro (1.932 usd). Ieri ha chiuso in ribasso dello 0,6% non riuscendo ad approfittare delle turbolenze borsistiche. Il mercato si sta però ricredendo stamattina spingendo i prezzi in rialzo dello 0,2%.
FOREX Euro/Dollaro (1,185). Cross quasi fermo sui livelli di ieri. Oggi (ore 14,30) occhi puntati sui dati Usa relativi al mercato del lavoro di agosto. Gli analisti si aspettano 1,4 milioni di nuovi occupati non agricoli, in calo rispetto a luglio (1763K). Il tasso di disoccupazione è atteso al 9,8% dal 10,2% di luglio.
BOND La correzione delle borse ha riportato in auge il mercato obbligazionario. Tutti in discesa i rendimenti dei governativi. Il Treasury Note a dieci anni è tornato a 0,64% da 0,66%, il Bund tedesco a 0,49% da -0,47%. Il BTP riparte da 0,97%, sui minimi da due settimane.
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