Prima seduta del mese di febbraio con le principali Borse europee in rialzo. Il FTSE MIB di Milano segna +0,96%, l'indice Stoxx Europe 600 guadagna lo 0,53%, il Dax30 di Francoforte lo 0,03%, il Cac40 di Parigi lo 0,41% e il Ftse100 di Londra lo 0,0%.
Piazza Affari appare tonica con banche e petroliferi: Saipem (+1,8%), Tenaris (+2,7%), Eni (+1,6%). Il greggio è sostanzialmente stabile dopo il recupero di ieri. I future marzo segnano per il Brent 68,90 $/barile, per il WTI 64,80 $/barile.
Buon avvio per i bancari: l'indice FTSE Italia Banche +0,8%. Positive UBI Banca (+1,4%), Bper Banca (+1,2%), UniCredit (+1,2%). In controtendenza Banca MPS (-1,3%). Brillante Credito Valtellinese (+2,9%) che estende il +3,69% di ieri: l'istituto ha comunicato che "Banco Santander, Barclays e Credit Suisse, in qualità di Co-Global Coordinators e Joint Bookrunners, sono entrati a far parte del consorzio di garanzia dell’aumento di capitale previsto dal nuovo piano industriale del Gruppo Creval per un importo massimo di Euro 700 milioni".
Future sugli indici azionari americani in verde: S&P 500 +0,35%, NASDAQ 100 +0,24%, Dow Jones Industrial +0,23%. Le chiusure dei principali indici USA nella seduta precedente: S&P 500 +0,05%, NASDAQ Composite +0,12%, Dow Jones Industrial +0,28%.
Mercato azionario giapponese in netto recupero, il Nikkei 225 chiude a +1,68%.
Borse cinesi deboli: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a -0,70%, l'Hang Seng di Hong Kong a -0,75%.
A Piazza Affari tra i titoli in evidenza c’è Nokia con +4%. Il produttore di apparecchiature per telecomunicazioni ha annunciato un utile operativo trimestrale superiore alle attese. Nel periodo ottobre-dicembre l'Ebit si è attestato a 1,0 miliardi di euro contro gli 888 milioni del consensus.
NYSE
Ieri la Borsa di New York ha chiuso la seduta in rialzo ma lontana dai massimi di giornata a causa delle indicazioni arrivate dalla Fed. Come si sa, il Federal Open Market Committee (Fomc) ha lasciato invariati i tassi d'interesse dopo averli aumentati di 25 punti base in un range dell’1,25-1,50% nel meeting di dicembre (e avere fatto altrettanto in marzo e giugno e prima ancora nel dicembre 2016).
In merito all'inflazione, la cui debolezza è da tempo il principale fattore di dubbio sulla sostenibilità del programma di aumento dei tassi, l'istituto centrale di Washington ha però sottolineato di prevedere un "rialzo quest'anno" e ha modificato il suo linguaggio, adottando un approccio più ottimistico e dichiarando di attendersi che la crescita dei prezzi possa stabilizzarsi intorno al 2% del target.
Di fatto la Fed ha lasciato intendere che il prossimo meeting di 20 e 21 marzo possa portare il primo dei tre rialzi previsti per il 2018, in occasione per altro del debutto del membro del Board of Governors Jerome Powell in qualità di nuovo chairman, visto che il 3 febbraio subentrerà all'uscente Janet Yellen.
A Wall Street tra i titoli in evidenza si segnala Boeing +4,95%. Il colosso aerospaziale prevede di consegnare quest'anno 810-815 aerei contro i 763 del 2017. L'utile per azione è atteso tra 15,90 e 16,10 dollari mentre i ricavi sono stimati a 96-98 miliardi.
TOKYO
A Tokyo, complice l'indebolimento dello yen, il Nikkei 225 recupera l'1,68% (ha fatto anche meglio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dell'1,84%).
Sul fronte macroeconomico, la lettura finale dell’indice Pmi del Giappone stilato da Markit/Nikkei segna per gennaio un progresso a 54,4 punti dai 54,0 punti della lettura finale di dicembre (53,6 punti in novembre), in linea con la lettura preliminare e sui massimi dai 55,5 punti del febbraio 2014.
I DATI MACROECONOMICI ATTESI OGGI
Giovedì 1° Febbraio 2018
14:30 USA Richieste settimanali sussidi disoccupazione;
14:30 USA Indici unitari produttività e costo del lavoro preliminari trim4;
15:45 USA Indice Markit PMI manifatturiero finale gen;
16:00 USA Indice ISM manifatturiero gen;
16:00 USA Spesa in costruzioni dic.
CRIPTOVALUTE
Le criptomonete sono sempre sotto assedio. Tra le principali prova a rialzare la testa Ethereum che al momento registra una variazione giornaliera del valore dello 0,13%, dunque davvero timida. Tra le percentuali in rosso spicca il verde di un +10,34% di DigitDAO che, nella graduatoria delle prime cento, occupa la 53ma posizione ed un valore complessivo di 483 milioni di dollari. La regina Bitcoin, per dire, attualmente perde il 5,99% e quota 9.612,6 dollari, dunque al di sotto della soglia dei 10 mila. In vero, in quest’area staziona o rimbalza da metà gennaio.
Intanto continuano le dichiarazione assai critiche nei confronti delle criptomonete. Da ultimo, al coro si è unito Paul Krugman, per il quale il bitcoin è una bolla a tutti gli effetti. Giusto per puntualizzare, il premio Nobel per l’Economia non è nuovo alle critiche. Tempo addietro aveva infatti collegato il successo della criptovaluta all’ignoranza che da sempre la circonda, perfettamente rappresentata da tutte quelle persone che vengono attirate dal misticismo della sua tecnologia. Sulla prima pagina del New York Times, dunque, Paul Krugman ha nuovamente paragonato il successo del conio digitale alla bolla dei tulipani scoppiata in Olanda nel 1635: “Un’immensa bolla che finirà nel dolore, avvolta nel tecno-misticismo all’interno di un bozzolo di ideologia libertaria”, ha detto. Ovviamente, non è la prima volta che gli economisti non “ci azzeccano” ribattono in molti.
Comments