Wall Street delusa dal taglio dei tassi di un quarto di punto al 2,00% da -2,25%. Il mercato sperava, evidentemente, in un intervento più aggressivo e dalle parole del presidente Jerome Powell, peraltro, si esclude una lunga serie di riduzioni del costo del denaro.
La Borsa di New York ha chiuso, dunque, la seduta in deciso ribasso. Il Dow Jones ha perso l'1,23%, l'S&P 500 l'1,09% e il Nasdaq Composite l'1,19%.
E nella scia di Wall Street si è mossa anche l’Asia che hanno reagito non soltanto male alle indicazioni giunte dalla Fed, ma anche dal dato sul Pmi manifatturiero cinese, che se è vero che risulta migliore delle attese, nel contempo conferma una contrazione dell'economia, mentre pure incombe il flop dei negoziati con gli USA sul commercio.
Ad ogni modo, a Tokyo, l'indice Nikkei 225 ha recuperato sul finale chiudendo in parità a 22.540 punti (+0,09%), mentre il Topix ha guadagnato lo 0,37% a 1.014 punti (-0,25%). In controtendenza Seoul che ha ceduto lo 0,36%.
Peggio le borse cinesi, con Shanghai che segna un -0,78% e Shenzhen un -0,64%, mentre Taiwan è scivolata dello 0,85%.
Deboli anche le altre borse della regione: Hong Kong è scesa dell’1,31%, Singapore dello 0,36% e Bangkok dello 0,41%. Tengono Kuala Lumpur (+0,04%) e Jakarta (-0,02%)
Male anche Mumbay (-1,05%) e Sydney (-0,36%).
BORSE EUROPEE MISTE DOPO LA FED
All’indomani della decisione del Federal Open Market Committee (in sigla Fomc, vale a dire, la commissione della Federal Reserve che si occupa di politiche monetarie) le principali borse europee hanno avviato la seduta in territorio negativo e si muovono al momento in ordine sparso.
L'indice Stoxx 600 guadagna lo 0,2%, il Ftse100 di Londra cede lo 0,49%. Poco sotto la parità il Dax30 di Francoforte, come pure il Cac40 di Parigi -0,45%, mentre l'Ibex35 di Madrid +0,27%.
PIAZZA AFFARI LA MIGLIORE IN EUROPA
In decisa controtendenza la borsa di Milano dove il principale indice, il FTSEMIB ora segna+0,35 (un’ora fa segnava +0,81%), il FTSE Italia All-Share +0,34%, il FTSE Italia Mid Cap +0,29%, il FTSE Italia STAR +0,15%.
BTP deboli, sale lo spread. Il rendimento del decennale segna 1,59% (chiusura precedente a 1,57%), lo spread sul Bund 199 bp (+0,56%).
Bancari in netto progresso: l'indice FTSE Italia Banche segna +2,2%, l'EUROSTOXX Banks +1,7%.
Barclays (+2,5% a Londra) ha comunicato per il secondo trimestre 2019 una flessione dei profitti netti del 19% annuo a 1,03 miliardi di sterline (1,13 miliardi di euro), migliore però rispetto ai 989 milioni (1,08 miliardi di euro) del consensus di Reuters.
Sempre a Milano brilla Intesa Sanpaolo +2,8% che ieri ha comunicato di aver chiuso il secondo trimestre 2019 con un utile netto a 1,216miliardi di euro, in crescita del 15,8% rispetto al primo trimestre2019 e migliore delle attese. Bene anche Banco BPM +2,8%, UBI Banca+2,4%, BPER Banca +2,0%, UniCredit +1,7%, Banca MPS +7,3%.
Buon avvio di seduta per Snam (+1,1%) che ha archiviato il primo semestre2019 con risultati molto positivi. I ricavi ammontano a 1.332 milioni di euro, +4,8% a/a, l'EBIT ammonta a 756 milioni di euro, in aumento del 3,7% a/a, l’utile netto ammonta a 581 milioni di euro,+11,1% a/a. Sostanzialmente stabile l'indebitamento finanziario netto: 11.523 milioni di euro da 11.548 milioni al 31 dicembre 2018.L'indicazione probabilmente più importante arriva dalle previsioni del management: la guidance sull’utile netto 2019 è stata infatti migliorata a +6-7% a/a (rispetto alla precedente previsione di crescita del +5%).
Tenaris-3,6% in netta flessione: il secondo trimestre si è chiuso con risultati in crescita rispetto allo stesso periodo del 2018 ma inferiori a quelli del primo quarto del 2019 e alle attese: ricavi a1,918 miliardi di dollari, EBITDA a 370 milioni, EBIT a 234 milioni, utile netto degli azionisti a 241 milioni. Per il terzo trimestre2019 il gruppo prevede il permanere della debolezza nel settore perforazioni in USA e Canada, mentre migliorerà nell'emisfero Est. Complessivamente, i ricavi sono attesi in calo, seppur mitigato da azioni sui costi, con EBITDA 2019 previsto in linea con quello 2018.
FOREX
Il rialzo del dollaro dopo che la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse per la prima volta da oltre dieci anni ha spinto l'euro ai minimi da 26 mesi nei confronti del biglietto verde, con gli investitori inclini a ritenere improbabile una serie più lunga di tagli.
La Fed ha tagliato di 25 punti base i tassi d'interesse per dare sostegno all'economia ma il taglio di ieri e quello atteso entro fine anno vengono considerati come tagli di garanzia per evitare un indebolimento dell'economia.
"Non è l'inizio di una lunga serie di tagli del costo del denaro", ha detto ieri sera il presidente dell'istituto centrale Usa, Jerome Powell, per poi aggiungere: "Non ho detto che è un unico taglio".
"Le dichiarazioni di Powell non sono state significativamente 'dovish', pertanto è una conferma che si è trattato di un piccolo taglio di garanzia", commenta Masafumi Yamamoto, responsabile strategist valutario di Mizuho Securities a Tokyo.
Attorno alle 10,30 l'euro cede lo 0,32% a 1,1039 sul dollaro, vicino al minimo di 26 mesi di 1,1034 toccato negli scambi asiatici. Lo yen è sceso ai minimi di tre mesi di 109,32 sul dollaro e attualmente cede lo 0,34% a 109,09.
La sterlina è scivolata al minimo di 30 mesi di 1,2101 sul dollaro negli scambi asiatici. I timori di una Brexit 'no-deal' continuano a zavorrare la divisa britannica che alle 10,30 cede lo 0,4% a 1,2111 nei confronti del biglietto verde.
ORO
Il prezzo dell’oro scende negli scambi asiatici di questo giovedì, dopo il taglio del costo del dollaro della Federal Reserve. I future dell’oro con consegna ad agosto sulla divisione Comex del New York Mercantile Exchange scendono dell’1,1% a 1.419,50 dollari l’oncia troy.
Il Presidente della Fed Jerome Powell ha lanciato dei messaggi misti ai mercati, affermando che non si tratta dell’inizio di un lungo ciclo di allentamenti ma non è neanche un taglio una tantum. Si è trovato inoltre in difficoltà nello spiegare la necessità di un taglio quando l’economia della nazione sta andando bene, ma ha evidenziato come l’aumento delle tensioni commerciali abbia spinto molte imprese a sospendere le decisioni sugli investimenti.
Al termine della conferenza, ha reso noto che sono previsti altri aumenti. Non ha detto quanti.
Nel frattempo, il rialzo del dollaro pesa sul metallo prezioso. L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,3%.
Phillip Streible, analista senior dei mercati di RJO Futures, ha riferito a Kitco News che i prezzi dell’oro potrebbero restare volatili mentre i trader assimilano tutti i commenti della Fed.
“Se avete intenzione di scambiare l’oro sulle dichiarazioni della Fed, meglio mettere in conto una cintura di sicurezza di cinque punti”, ha affermato, aggiungendo che il sell off di oggi è stato probabilmente dovuto al fatto che i trader si aspettavano un intervento più aggressivo, da 50 punti base.
“Tutto sembra andare bene al momento ma persiste la paura per il fatto che l’economia globale possa peggiorare parecchio nel corso dell’anno e ciò supporterà il prezzo dell’oro”, ha spiegato.
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