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Immagine del redattoreAntonio Arricale

Borse chiudono marzo in positivo. Occhio alla coppia Eur-Usd: la Fed taglierà i tassi di interesse?

Le borse hanno chiuso il trimestre positivo, nonostante la volatilità sia cresciuta negli ultimi tempi a seguito dei dubbi circa la solidità della crescita economica mondiale. In particolare, le piazze finanziarie dell’Ue hanno segnato convinti rialzi: Milano +0,97%, Parigi +1,02%, Francoforte +0,86% e Londra +0,62%.

A Piazza Affari sprint di Telecom dopo la scelta di Vivendi di ritirare la richiesta di revoca dei consiglieri. Bene anche Salini, che ha incassato da capofila una commessa da 600 milioni per la tratta Napoli-Bari.

Bene anche Wall Street (il Dow Jones che guadagna lo 0,82% a 25.928,06 punti, il Nasdaq dello 0,78% a 7.729,32 punti e l'indice S&P500 dello 0,67% a 2.834,38 punti) che si è mossa sulla spinta generata dal fronte commerciale dei rapporti Usa-Cina: "Conclusi colloqui commerciali costruttivi a Pechino", ha twittato il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, dando appuntamento a Washington alla prossima settimana.

Chiusura in lieve rialzo per lo spread tra Btp e Bund a 256 punti rispetto ai 254 dell'apertura. Anche il rendimento del decennale ha chiuso in leggero rialzo a 2,489%.

Chiusura, invece, in calo per l'euro sul dollaro sopra quota 1,12. La moneta unica è stata scambiata a 1,1226 dollari, mentre ha guadagnato terreno sulla divisa nipponica a 124,35 yen.

Dollaro in rialzo sullo yen a 110,80. Infine, tonfo della sterlina dopo la bocciatura, per la terza volta, da parte della Camera dei Comuni del piano May sulla Brexit. La moneta britannica è stata scambiata, in chiusura, a 1,16 sull'euro e a 1,30 sul dollaro.


Metalli preziosi

L'oro (future giugno sul Comex venerdì ha chiuso con +3.2 (+ 0,25%). L'argento di maggio ha chiuso +0.137 (+ 0,91%). I prezzi dei metalli si sono spostati venerdì più in alto sulle incertezze della Brexit e sulla forza del mercato immobiliare statunitense.

I prezzi dell'argento sono rimbalzati da un nuovo venerdì basso a 3 mesi e sono aumentati dopo le vendite di case nuove in aumento del + 4,9% a un massimo di 11 mesi a 6 mesi, che era positivo per la domanda di metalli industriali.

I prezzi dell'oro stanno vedendo il sostegno degli acquisti di fondi con posizioni lunghe sull'oro negli ETF che salgono a un massimo di 1 mese mercoledì.

Tuttavia, i prezzi dei metalli sono scesi dai livelli migliori venerdì dopo che l'indice del dollaro è salito a un massimo di 2 settimane. Inoltre, le pressioni inflazionistiche ridotte sono state negative per la domanda di oro come copertura dell'inflazione dopo che il core PCE del gennaio USA, la misura di inflazione preferita dalla Fed, è aumentato di un meno del previsto + 1,8% a / a (rispetto alle aspettative di + 1,9% a / y), il più piccolo aumento su base annua in 11 mesi.

I fattori di mercato dell’oro e dell’argento da tenere d’occhio sono almeno tre: i fattori rialzisti includono (1) l'azione del FOMC di ridurre la previsione mediana del punto Fed a zero rialzi dei tassi nel 2019 da due rialzi, (2) politiche monetarie espansive della Banca del Giappone e della Banca centrale europea , anche se la BCE ha chiuso il suo programma di allentamento quantitativo nel dicembre 2018, (3) una politica monetaria più semplice da parte della banca centrale cinese, che ha ridotto il coefficiente di riserva richiesto dalla banca di 100 punti base il 4 gennaio. Ma c’è anche un quarto fattore da non trascurare: l'acquisto di oro come protezione globale per gli sviluppi geopolitici e le preoccupazioni e la volatilità del mercato azionario che hanno, appunto, alimentato la domanda di oro come riserva di ricchezza.

Di contro, i fattori ribassisti includono (1) il rafforzamento del dollaro, mentre l'indice del dollaro ha segnato di recente un massimo di un mese e mezzo fa, (2) liquidità del dollaro più stretta mentre la Fed abbassa il bilancio, (3) pressioni inflazionistiche ridotte dopo il febbraio Il sottoindice ISM pagato a prezzo è sceso al minimo di 3 anni di 49,4 e dopo il tasso di pareggio di 10 anni, il tasso di pareggio dell'inflazione è sceso recentemente a un minimo di 1-1 / 2 anni, il che riduce la domanda di oro come copertura dell'inflazione e (4) l'economia cinese più lenta e le tensioni commerciali tra USA e Cina che attenuano la domanda cinese di metalli industriali


Euro-dollaro

Il giudizio tecnico di osservatori attenti è dettato dalla vendita del 96% della coppia con una prospettiva a breve termine più forte sul mantenimento della direzione attuale di discesa. Di più, a lungo termine, la forza del trend è oggettivamente ancora forte e gli indicatori di lungo termine supportano pienamente una continuazione della tendenza.

E tuttavia, lo scambio della coppia attualmente si trova in territorio di forte ipervenduto. Insomma, al di là delle apparenze un'inversione di tendenza è tutt’altro che peregrina. Tanto più, come si diceva, che l’economia USA è vista in recessione e la Fed, di conseguenza, pronta a tagliare i tassi di interesse

Ed è appunto questo lo scenario al quale bisognerà prepararsi secondo i più pessimisti che hanno guardato con timore a quanto accaduto nei giorni scorsi, quando cioè la curva dei rendimenti sui Treasury si è invertita, tradizionale segnale, questo, di imminente recessione. “Le persone stanno iniziando ad avere paura. Non durerà a lungo, ma stanno iniziando ad avere paura della recessione. A ciò si aggiunga anche la Fed, che ha compiuto un’inversione di 180° la scorsa settimana. È stato qualcosa che ha sorpreso i mercati”, ha fatto notare Andrew Brenner di National Alliance.

E giusto per annotare: nei giorni scorsi, mentre la curva dei tassi USA si è invertita nel breve/medio termine, è diventata più ripida sulle scadenze più lunghe, sintomo appunto di un mercato che ha iniziato a prezzare il taglio dei tassi di interesse e dunque una vera e propria recessione.


I drivers attesi dai mercati finanziati la prossima settimana

La settimana di trading che va dal 1 al 5 Aprile vedrà la pubblicazione di molti indici PMI dei direttori degli acquisti e i dati relativi al mercato del lavoro negli Stati Uniti come principali market driver.

Lunedì 1° Aprile, per il Giappone, sarà pubblicato l'Indice Tankan CAPEX delle grandi imprese riferito al primo trimestre dell'anno, le previsioni Tankan sulle grandi imprese riferito allo stesso trimestre, che dovrebbe salire a 16 dal precedente 15, l'indice Tankan dei grandi produttori manifatturieri, che dovrebbe scendere a 17 dal precedente 19 e l'indice Tankan delle grandi aziende non manifatturiere, che dovrebbe scendere a 21, dal precedente 24.

Per la Cina, sarà pubblicato l'Indice Manifatturiero PMI - Caixin riferito al mese di marzo, che dovrebbe rimanere invariato a 49,9. Diversi gli indicatori PMI pubblicati per i paesi dell'Eurozona riferiti al mese di marzo, tra i quali l'indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero italiano e francese, l'indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero dell'Eurozona e l'indice PMI manifatturiero sempre dell'Eurozona, che dovrebbe crescere a 49,2, dal precedente 47,6.

Anche per il Regno Unito sarà pubblicato l'indice dei direttori degli acquisti del settore manifatturiero, che dovrebbe rimanere invariato a 52,0. Per l'area euro sarà pubblicato l'IPC annuale riferito al mese di marzo, che dovrebbe essere invariato a +1,5%. Per gli Stati Uniti, saranno pubblicati i dati sulle vendite al dettaglio di beni essenziali relativi al mese di Febbraio, che dovrebbero salire del +0,3%, dal precedente +0,9%, l'Indice dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero riferito al mese di Marzo, il livello delle scorte di magazzino delle aziende riferito al mese di Gennaio, che dovrebbe salire del +0,3%, dal precedente +0,6%, l'indice ISM dell'occupazione manifatturiera riferito al mese di Marzo e l'Indice ISM dei direttori agli acquisti del settore manifatturiero per lo stesso mese, che dovrebbe salire al 54,5, dal precedente 54,2.

Martedì 2, per il Regno Unito sarà pubblicato l'Indice dei direttori degli acquisti del settore costruzioni relativo al mese di marzo.

Per l'Eurozona sarà pubblicato il tasso di disoccupazione del mese di febbraio.

Per gli Stati Uniti, saranno pubblicati i dati relativi ai principali ordinativi di beni durevoli relativi al mese di febbraio, che dovrebbero salire del +0,2%, dal precedente -0,2% e gli ordinativi di beni durevoli, che dovrebbero scendere del -1,2%, dal precedente +0,3%.

Mercoledì 3, per la Cina, sarà pubblicato l'Indice dei direttori agli acquisti del settore dei servizi relativo al mese di marzo. Per l'Eurozona sarà pubblicato l'Indice dei direttori degli acquisti del settore dei servizi italiano relativo al mese di marzo.

Lo stesso indice sarà pubblicato per la Gran Bretagna, per la Francia dove è previsto in rialzo a 49,8 dal precedente 48,7 e per la Germania, oltreché per l'intera Eurozona, dove dovrebbe scendere a 52,3 dal precedente 52,7.

Sempre per l'Eurozona saranno pubblicate le vendite al dettaglio riferite al mese di febbraio. Per gli Stati Uniti, sarà pubblicato il dato sulla variazione dell'occupazione non agricola (ADP) relativa al mese di marzo, che dovrebbe scendere a 165mila unità, dalle precedenti 183mila, l'Indice Markit PMI Composito, l'Indice dei direttori agli acquisti del settore terziario del mese di marzo, l'Indice ISM dell'occupazione non manifatturiera e l'Indice ISM non manifatturiero che dovrebbe scendere, nello stesso mese, a 58,7 dal precedente 59,7.

Venerdì 5, per il Giappone saranno pubblicati i consumi delle famiglie che dovrebbero scendere, a febbraio, a -0,4%, dal precedente +2,0%.

Per la Germania sarà pubblicato il dato sulla produzione industriale tedesca mensile riferita al mese di febbraio, che dovrebbe salire del +0,5% dal precedente -0,8%.

Per il Regno Unito sarà pubblicato l'Indice Halifax dei prezzi delle case relativo al mese di marzo, che dovrebbe scendere a 0,1%, dal precedente 5,9% su base mensile.

Per gli Stati Uniti, saranno pubblicati alcuni dati del mercato del lavoro come la retribuzione oraria media annuale relativa al mese di marzo, che dovrebbe rimanere invariata a +3,4%, i salari orari medi, che dovrebbero salire del +0,3%, dal precedente +0,4% e le buste paga del settore non agricolo che dovrebbero salire a 175mila unità dalle precedenti 20mila, mentre il tasso di disoccupazione dovrebbe rimanere stabile al 3,8%.




La coppia Eur-Usd


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