La Borsa di New York ha chiuso l'ultima seduta della settimana in ribasso a causa delle tensioni sul fronte del commercio. Il Dow Jones ha perso lo 0,38%, l'S&P 500 lo 0,58% e il Nasdaq Composite l'1,04%. Secondo la Cnbc, si sarebbero interrotti i negoziati Usa-Cina dopo l'introduzione di nuovi dazi e l'entrata in vigore della norma anti Huawei.
SHANGHAI E HONG KONG IN CALO. IL NIKKEI 225 GUADAGNA LO 0,24%
La nuova settimana parte contrastata in Asia con le maggiori piazze in positivo, a fronte però dell'arretramento di Shanghai e Hong Kong: i mercati cinesi scontano lo stallo dei negoziati commerciali tra Washington e Pechino, mentre l'attacco Usa contro Huawei Technologies rimane al centro della scena (Google avrebbe revocato la licenza d'uso per il suo sistema operativo Android nei terminali mobili prodotti dal colosso tecnologico cinese).
Venerdì il ministro del Commercio di Pechino ha definito l'aumento dei dazi imposto da Donald Trump come "comportamento da bulli" e la stampa cinese ha sottolineato come il governo non abbia fretta di riavviare le trattative con Washington. Complessivamente però, grazie anche al positivo dato sul Pil del Giappone, la seduta è positiva per la regione, come confermato dal guadagno intorno allo 0,50% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che aveva chiuso venerdì sui minimi dal 24 gennaio scorso (per una flessione del 3% nell'intera ottava).
Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è poco mosso e il parallelo indebolimento dello yen sul biglietto verde contribuisce alla performance positiva di Tokyo: in chiusura il Nikkei 225 guadagna infatti lo 0,24% (fa peggio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi di appena lo 0,04%). Sul fronte macroeconomico, il Pil del Giappone è salito del 2,1% annuo nel primo trimestre 2019, in accelerazione rispetto al precedente progresso dell'1,6% e contro il calo dello 0,2% del consensus di Reuters. In marzo la produzione industriale del Sol Levante ha segnato un crollo del 4,3% annuo, in ulteriore peggioramento rispetto al precedente declino dell'1,1% ma sopra alla contrazione del 4,6% della lettura preliminare.
A fronte di uno yuan in recupero nei confronti del dollaro, la giornata è decisamente negativa per le piazze cinesi. A circa un'ora dallo stop alle contrattazioni Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 sono infatti in declino di circa l'1% e l'1,40% rispettivamente, contro la flessione intorno all'1,50% dello Shenzhen Composite. Male anche Hong Kong: l'Hang Seng perde infatti intorno allo 0,70% (andamento poco peggiore per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, in calo dello 0,80%). A Seoul il Kospi è invece in moderato rialzo contro il guadagno dell'1,71% segnato dall'S&P/ASX 200 in chiusura a Sydney.
BORSE EUROPEE DEBOLI
Le principali Borse europee hanno aperto la prima seduta della settimana all'insegna della debolezza. L'indice Stoxx 600 cede lo 0,2%, il Dax30 di Francoforte lo 0,15%, il Cac40 di Parigi lo 0,25% e l'Ibex35 di Madrid lo 0,15%. Poco sopra la parità il Ftse100 di Londra (+0,1%).
Mercati del vecchio continente condizionati dallo stallo dei negoziati commerciali tra Washington e Pechino, mentre l'attacco Usa contro Huawei Technologies rimane al centro della scena (Google avrebbe revocato la licenza d'uso per il suo sistema operativo Android nei terminali mobili prodotti dal colosso tecnologico cinese). Venerdì il ministro del Commercio di Pechino ha definito l'aumento dei dazi imposto da Donald Trump come "comportamento da bulli" e la stampa cinese ha sottolineato come il governo non abbia fretta di riavviare le trattative con Washington.
Sul fronte macroeconomico in Germania l'Ufficio di Statistica Destatis ha comunicato che nel mese di aprile l'Indice dei Prezzi alla Produzione è cresciuto dello 0,5% su base mensile risultando superiore alle attese fissate su un incremento dello 0,3%, in rialzo rispetto alla rilevazione precedente. Su base annuale il PPI è cresciuto del 2,5%, anch'esso superiore alla rilevazione precedente pari al +2,4% e al consensus +2,4%.
BORSA ITALIANA IN ROSSO MA PESANO I DIVIDENDI. FTSE MIB -1,56%
Il FTSE MIB segna -1,56%, il FTSE Italia All-Share -1,55%, il FTSE Italia Mid Cap -0,95%, il FTSE Italia STAR -0,14%.
Gli indici italiani sono pesantemente influenzati dallo stacco dei dividendi di molte società: l'effetto sul FTSE MIB è stimato in un -2,2%. Bancari in pesante flessione a causa dello stacco di numerosi dividendi. L'indice FTSE Italia Banche segna -3,4%, l'EURO STOXX Banks -1,4%.
Molto debole Intesa Sanpaolo -7,7% a 2,0050 euro (dividendo 0,1970 euro, pari a quasi il 10%), seguita da BPER Banca -4,8% a 3,77 euro (dividendo da 0,13 euro, pari al 3,4%), UBI Banca -3,2% a 2,4750 euro (dividendo 0,12 euro, pari al 5%). In rosso anche Generali -4,7% a 16,21 euro (dividendo da 0,90 euro per azione, pari al 5,5%).
I DATI MACRO ATTESI OGGI LUNEDÌ 20 MAGGIO 2019
01:01 GB Indice Rightmove (prezzi abitazioni) mag;
01:50 GIA PIL 1a stima trim1 2019;
06:30 GIA Produzione industriale finale mar;
08:00 GER Indice prezzi alla produzione apr;
11:00 EUR Bilancia partite correnti mar;
14:30 USA Indice Chicago Fed (attività nazionale) apr.
GIAPPONE: CONSUMI PRIVATI IN DECLINO DELLO 0,1% NEL TRIMESTRE
Secondo i dati preliminari diffusi dall’Ufficio di Gabinetto nipponico, in Giappone i consumi privati (che pesano per il 60% sul Pil) hanno segnato un declino sequenziale dello 0,1% nel primo trimestre, contro il precedente progresso dello 0,2% (0,2% la contrazione del terzo). Il dato è comunque in linea con il consensus.
USA: RAGGIUNTA INTESA CON CANADA E MESSICO SU EXPORT METALLI
Venerdì Washington ha raggiunto un accordo con Canada e Messico che prevede la rimozione dei dazi sull'export di acciaio e alluminio. L'annuncio congiunto da parte di Usa e Canada toglie un significativo ostacolo per lo United States Mexico Canada Agreement, revisione del North American Free Trade Agreement (Nafta) su cui era già stato siglato un accordo da parte dei due governi nell'ottobre dello scorso anno (Washington precedentemente aveva già trovato un'intesa con il solo Messico). I termini prevedono che gli Usa annullino entro 48 ore le tariffe introdotte lo scorso anno sull'import di metalli (rispettivamente al 25% e al 10% per acciaio e alluminio). Il governo di Ottawa farà altrettanto con i dazi imposti come rappresaglia su beni americani. Le parti annulleranno inoltre tutti i contenziosi aperti sul tema presso la World Trade Organization (Wto). Verranno anche implementate misure per impedire "l'importazione di alluminio o acciaio indebitamente sovvenzionato e/o venduto a prezzi di dumping" e "il trasferimento di alluminio e acciaio prodotti al di fuori del Canada o degli Usa". Il Messico ha presentato separatamente un comunicato dai contenuti simili rispetto a quello congiunto di Usa e Canada.
GERMANIA: INDICE DEI PREZZI PRODUZIONE (PPI) APRILE +0,5% M/M, +2,5% SU BASE ANNUALE
In Germania l'Ufficio di Statistica Destatis ha comunicato che nel mese di aprile l'Indice dei Prezzi alla Produzione è cresciuto dello 0,5% su base mensile risultando superiore alle attese fissate su un incremento dello 0,3%, in rialzo rispetto alla rilevazione precedente. Su base annuale il PPI e' cresciuto del 2,5%, anch'esso superiore alla rilevazione precedente pari al +2,4% e al consensus +2,4%.
GIAPPONE: PIL IN CRESCITA DEL 2,1% ANNUO NEL PRIMO TRIMESTRE
Secondo quanto comunicato dall'Ufficio di Gabinetto nipponico su base preliminare, il Pil del Giappone è salito del 2,1% annuo nel primo trimestre 2019, in accelerazione rispetto al precedente progresso dell'1,6% (2,6% il declino del terzo trimestre 2018) e contro il calo dello 0,2% del consensus di Reuters. Su base sequenziale l'economia nipponica ha segnato invece un'espansione dello 0,5% contro la crescita dello 0,4% del quarto trimestre 2018 (0,7% la flessione del terzo trimestre) e la contrazione dello 0,1% stimata dagli economisti.
IRON ORE PER LA PRIMA VOLTA IN CINQUE ANNI SOPRA 100 DOLLARI
Iron ore (minerale di ferro) per la prima volta in cinque anni sopra quota 100 dollari la tonnellata e a sostenere i corsi del materiale siderurgico ancora una volta è stata la brasiliana Vale. Il colosso minerario, maggiore produttore mondiale di minerale di ferro, venerdì ha comunicato che una diga per il contenimento degli scarti a Gonco Soco è a rischio collasso. La miniera, che non è attiva dal 2016, si trova a circa 65 chilometri da quella di Córrego do Feijão, luogo del disastro di gennaio in cui avevano perso la vita almeno 230 persone. Secondo quanto riporta S&P Global Platts, citato dal Financial Times, l'iron ore ha toccato venerdì quota 101 dollari la tonnellata (con un guadagno di 2,40 dollari), sui massimi di cinque anni appunto.
GIAPPONE: CROLLO DEL 4,3% ANNUO PER LA PRODUZIONE INDUSTRIALE
Secondo quanto comunicato dal ministero nipponico di Economia, Commercio e industria, in marzo la produzione industriale ha segnato in Giappone un crollo del 4,3% annuo, in ulteriore peggioramento rispetto al precedente declino dell'1,1% (0,3% il rialzo di gennaio) ma sopra alla contrazione del 4,6% della lettura preliminare. Su base mensile, rettificata stagionalmente, si è invece segnato un calo dello 0,6% contro il precedente progresso dello 0,7% (3,7% il ribasso di gennaio), anche in questo caso sopra alla flessione dello 0,9% diffusa su base preliminare.
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