Crollo, frenata, ripartenza. A proposito di Bitcoin le parole utilizzate sono molte e controverse. Nelle ultime ore è sceso fino a 12688 da 14782 (quotazione sulla piattaforma Blackpear) perdendo oltre 2 mila punti (2,67%) e, dunque, riportandosi sotto la soglia dei 13.000 dollari.
Secondo gli analisti a determinare la discesa della quotazione BTC/USD sono state le recenti notizie giunte dalla Corea del Sud, che si starebbe preparando ad imporre un ban sulle operazioni di trading in criptovaluta. E, in tal senso, è arrivata la conferma del ministro della giustizia Park Sang-ki. Insomma, non si tratta di semplici rumors. Del resto, le notizie di una stretta sul settore si rincorrono ormai da qualche tempo.
Quella della Corea del Sud, insomma, non è una posizione isolata. Qualche settimana fa analogo atteggiamento fu assunto dalla Cina, dove il governo chiese ad alcuni exchange di fornire dati riguardanti gli utenti che utilizzavano le piattaforme di scambio, ma senza risultati, se non quello di emanare direttive ufficiali di un ban delle Ico e il divieto di scambio tra Yuan e crypto. Un atteggiamento che ha fatto breccia in qualche modo anche in Europa, peraltro, dove se non di ban comunque si parla di tassare le criptovalute.
Ad ogni modo, come si può vedere dal grafico a 4 ore il prezzo di BTCUSD attualmente sosta al di sopra di un supporto significativo, che se resta inviolato indica comunque la ripresa di un trend rialzista (anche il massimo relativo, come si può vedere, è maggiore del precedente). In questo caso il primo target è posto a 16100. Diversamente, il nuovo target al ribasso è posto a 11000, oltre il quale – allora sì – saremo davvero in presenza di un crollo.
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