Le principali Borse europee hanno aperto la seduta senza grandi variazioni. Il Cac40 di Parigi guadagna lo 0,1%, il Ftse100 di Londra lo 0,1%. Sulla parità l'indice Stoxx 600 e l'Ibex35 di Madrid mentre il Dax30 di Francoforte cede lo 0,1%.
Il FTSE MIB segna -0,09%, il FTSE Italia All Borsa italiana in leggero ribasso. Amplifon e Moncler sotto pressione.
BTP poco mossi. Il decennale rende il 2,76% (-1 bp rispetto alla chiusura precedente), lo spread sul Bund segna 258 bp (-1 bp) (dati MTS).
Mercati azionari europei sopra la parità: Euro Stoxx 50 +0,2%, FTSE 100 +0,2%, DAX +0,1%, CAC 40 invariato, IBEX 35 +0,1%.
Future sugli indici azionari americani in verde: S&P 500 +0,2%, NASDAQ 100 +0,2%, Dow Jones Industrial +0,2%. Le chiusure dei principali indici USA nella seduta precedente: S&P 500 -0,39%, NASDAQ Composite -0,23%, Dow Jones Industrial -0,79%.
Mercato azionario giapponese in calo, l'indice Nikkei 225 ha terminato a -0,44%. Borse cinesi in lieve rialzo: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen ha chiuso a +0,58%, l'indice Hang Seng di Hong Kong a +0,01%.
Borsa Usa: prima seduta della settimana negativa
La Borsa di New York ha chiuso la prima seduta della settimana in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,79%, l'S&P 500 lo 0,39% e il Nasdaq Composite lo 0,23%. Wall Street, partita in rialzo in scia all'ottimismo circa la risoluzione della guerra commerciale lanciata da Donald Trump contro Pechino, ha invertito la rotta dopo la diffusione del deludente dato sulle costruzioni.
Sul fronte macroeconomico l'Associazione Nazionale Gestione Acquisti di New York (NAPM) ha reso noti i risultati dell'indagine sulle condizioni degli affari nelle grandi aziende del settore manifatturiero e non che operano nell'area di New York. A febbraio l'indice Napm è salito a 860,7 punti da 855,1 punti di gennaio.
Il Census Bureau reso noto che la spesa per le costruzioni e' diminuita dello 0,6% a dicembre dopo essere salita dello 0,8% a novembre, deludendo le attese degli economisti fissate su un incremento dello 0,1%.
Asia negativa. A Tokyo Nikkei 225 in flessione dello 0,44%
Dopo un avvio d'ottava in arretramento per Wall Street (peggiore dei tre principali indici Usa il Dow Jones Industrial Average, deprezzatosi lunedi dello 0,79%), alla riapertura degli scambi in Asia la tendenza negativa prosegue nonostante i comunque ambiziosi target per il 2019 annunciati dal premier cinese Li Keqiang che, parlando davanti all'Assemblea nazionale del popolo (il Parlamento di Pechino), ha promesso misure di stimolo per l'economia, a partire dal taglio dell'Iva. E in attesa di sviluppi per il possibile accordo commerciale tra Washington e Pechino, sui mercati della regione a vincere sono soprattutto le vendite, come confermato dal declino intorno allo 0,50% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.
Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in rialzo di circa lo 0,20% ma il parallelo indebolimento dello yen sul biglietto verde non riesce a sostenere la piazza di Tokyo: il Nikkei 225 segna infatti una flessione dello 0,44% in chiusura (performance poco peggiore per l’indice più ampio Topix, deprezzatosi dello 0,51%). Dopo che la Reserve Bank of Australia come previsto ha lasciato invariati i tassi ai minimi storici dell’1,50% (l'ultima variazione, un taglio di 25 punti base, risale all’agosto 2016), a Sydney è stato dello 0,29% il declino dell’S&P/ASX 200 in chiusura.
Pechino punta a un target di crescita del Pil compreso tra il 6,0% e il 6,5% per il 2019, contro l'obiettivo di circa il 6,5% del 2018 (e la crescita del 6,6% effettivamente registrata lo scorso anno). Il premier Li ha annunciato, tra i vari obiettivi, la creazione di 11 milioni di posti di lavoro (13,61 milioni quelli registrati nel 2018) e l'incremento del 7,5% della spesa nella difesa a 1.190 miliardi di yuan (157 miliardi di euro). Piani espansivi che hanno avuto un impatto sullo yuan (in moderato rialzo) e sui mercati della Cina continentale. Alla fine, infatti, Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 chiudono in recupero dello 0,88% e dello 0,58% rispettivamente, contro il balzo del 2,25% dello Shenzhen Composite. In positivo anche Hong Kong: a meno di un’ora dallo stop alle contrattazioni l’Hang Seng si muove infatti poco sopra la parità (fa meglio l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China, che guadagna intorno allo 0,20%). Declino dello 0,64% invece per il Kospi di Seoul.
Dati macro attesi oggi, martedì 5 marzo 2019
10:00 ITA PIL trim4 2018 finale;
10:30 GB Indice Markit PMI servizi feb;
11:00 EUR Vendite al dettaglio gen;
15:45 USA Indice Markit PMI servizi finale feb;
16:00 USA Vendite abitazioni nuove dic;
16:00 USA Indice ISM non manifatturiero feb;
22:30 USA Scorte petrolio settimanali (API).
Australia: Rba lascia invariati i tassi ai minimi dell’1,50%
Come previsto la Reserve Bank of Australia (Rba) ha lasciato invariati i tassi d’interesse ai minimi storici dell’1,50% dopo l'ultima variazione, un taglio di 25 punti base, decisa nell’agosto 2016. "Il board ha valutato che il mantenimento dei tassi ai livelli attuali è considerato coerente con la crescita sostenibile dell’economia dell’Australia e con il raggiungimento nel tempo dei target d’inflazione", ha spiegato il governatore Philip Lowe, con la stessa formula utilizzata in occasione dei precedenti meeting. Confermato anche l'outlook per una crescita del Pil dell'Australia stimata sul 3,0% quest'anno.
Cina: target di crescita del Pil tra 6,0% e 6,5% per il 2019
Pechino punta a un target di crescita del Pil compreso tra il 6,0% e il 6,5% per il 2019, contro l'obiettivo di circa il 6,5% del 2018. Lo ha dichiarato il premier Li Keqiang, nel discorso introduttivo dell'Assemblea nazionale del popolo (il Parlamento cinese). Lo scorso anno l'economia della Cina aveva registrato un'espansione del 6,6% contro il 6,8% del 2017. Nel rapporto annuale Li ha aggiunto che l'esecutivo punta a un'inflazione intorno al 3,0% quest'anno, contro il 2,1% del 2018. Tra gli altri obiettivi la creazione di 11 milioni di posti di lavoro (13,61 milioni quelli registrati nel 2018) e l'incremento del 7,5% della spesa nella difesa a 1.190 miliardi di yuan (157 miliardi di euro).
Cina, progetti di riduzione dell'Iva a sostegno dell'economia
Nell'ambito del programma di rilancio della propria economia la Cina sembra intenzionata a ridurre l'Iva sui prodotti del settore manifatturiero del 3%, una riduzione che potrebbe venire annunciata gia' nei prossimi giorni e che potrebbe fornire una spinta all'economia cinese equivalente a circa 90 miliardi di dollari, quindi lo 0,6% del Pil (stime di Morgan Stanley).
Cina: a febbraio Pmi servizi Markit/Caixin cala a 51,1 punti
Ulteriore frenata in febbraio per il Purchasing Manufacturers' Index (Pmi) nel settore dei servizi in Cina elaborato da Markit/Caixin, che cala a 51,1 punti dai 53,6 punti di gennaio (53,9 punti in dicembre). Il dato resta comunque sopra alla soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione ma si confronta con la crescita a 53,5 punti attesa dagli economisti. Il Pmi Composite, che raggruppa manifatturiero e servizi, è parimenti calato a 50,7 punti dai 50,9 punti di gennaio (52,2 punti in dicembre).
Giappone: in febbraio Pmi Nikkei servizi salito a 52,3 punti
Il Purchasing Manufacturers' Index (Pmi) dei servizi del Giappone, stilato da Markit in collaborazione con Nikkei, è salito in febbraio a 52,3 punti dai 51,6 punti di gennaio (51,0 punti in dicembre). L’indice resta per il ventottesimo mese consecutivo sopra la soglia che separa crescita da contrazione. Il Pmi composite, che combina l’indice dei servizi con quello del manifatturiero, è invece sceso lo scorso mese a 50,7 punti dai 50,9 punti di gennaio (52,0 punti in dicembre).
Gran Bretagna: in febbraio vendite retail salite dello 0,5%
Secondo quanto comunicato dal British Retail Consortium (Brc), in Gran Bretagna le vendite al dettaglio a perimetro costante sono calate in febbraio dello 0,1% annuo, contro il progresso dell'1,8% di gennaio (0,7% il declino di dicembre) e contro la flessione dello 0,2% attesa dagli economisti. Le vendite totali sono invece salite dello 0,5% annuo in febbraio, in rallentamento rispetto al precedente progresso del 2,2% (invariata la lettura di dicembre).
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