Dopo Google e Facebook, anche Twitter proibirà gli annunci con i bitcoin e le criptovalute sulla sua piattaforma. Secondo indiscrezioni di Sky News, la nuova regola sarà implementata nel giro di due settimane e includerà anche la pubblicizzazione delle Ico, Initial Coin Offering, cioè le raccolte di fondi.
Stavolta, però, la notizia non disturba il corso dell’universo delle monete virtuali che segnano tutte un andamento in verde e variazioni percentuali a due cifre (Bitcoin +12,21%, Ripple +21,15%, Cardano +33,26% per citarne alcune). Una inversione di trend che coincide, peraltro, con la riunione dei ministri delle finanze e dei governatori della banche centrali del G20 a Buenos Aires nelle cui agende la regolamentazione delle criptovalute è uno dei temi importanti. Quasi a sottolineare che, al di là dell’ostracismo più o meno interessato soprattutto da parte delle istituzioni bancarie tradizionali nei confronti delle monete virtuali, dalla tecnologia Blockchain non potrà prescindersi d’ora in poi.
Peraltro, non è un caso che proprio in queste ore negli ambienti circoli uno studio secondo cui il prezzo del Bitcoin è destinato ad un salto vertiginoso nei prossimi due anni, raggiungendo oltre 91.000 dollari. La previsione è di Tom Lee di Fundstrat Global Advisors, sulla scorta di un grafico molto complesso che tiene conto di di diversi indicatori statistici. Una previsione – inutile aggiungere – che stride al momento con la quotazione della regina delle cripto che ancora fatica a portarsi sopra i 9.000 dollari.
Ad ogni modo va anche detto che l’esperto circa una settimana fa ha introdotto il Bitcoin Misery Index.
Nello studio – in estrema sintesi – Lee ha preso in considerazione i quattro crolli superiori al 70% che hanno interessato la quotazione del Bitcoin dal 2010 ad oggi ed ha evidenziato come in seguito alle flessioni, il prezzo abbia sempre sperimentato guadagni significativi.
Fase 1: da giugno a novembre 2014 (-93%); Fase 2: pieno 2013 (-70%); Fase 3: da dicembre 2013 a gennaio 2015 (-86%); Fase 4: inizio 2018 (-70%).
Dall’inizio del 2018 ad oggi il prezzo del Bitcoin ha bruciato il 40% del suo valore. La perdita però risulta del 70% se considerata rispetto ai massimi storici messi a segno nel mese di dicembre 2017.
Lee ha paragonato la flessione del 70% con quella di metà 2013 evidenziata dal grafico. La battuta d’arresto del Bitcoin è stata in questo caso parte di un rally che ha permesso alla quotazione di guadagnare oltre il 55.000%. Per questo l’analista è convinto che la criptovaluta ripeterà quanto già dimostrato 5 anni fa.
Se il paragone, il grafico e le previsioni di Lee risulteranno corretti, il prezzo del Bitcoin salirà oltre i 90.000 dollari entro il 2020 e addirittura oltre i $125.000 entro il 2022 - un 400% in più rispetto alle precedenti stime formulate ad ottobre 2017, l’esperto aveva stimato il raggiungimento di quota $25.000 nello stesso arco temporale.
N.B.: I movimenti di prezzo analizzati nel grafico in alto non risultato eccessivamente evidenti perché è stata utilizzata la scala logaritmica. Fonte: Fundstrat
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